Primo PianoValley - Recensione

Valley – Recensione

Publisher: Blue Isle Studios Devepoler: Blue Isle Studios
Piattaforma: PS4 Genere: Adventure Giocatori: 1 PEGI: 12 Prezzo: 19,99 €

Valley è un gioco arrivato sullo store nell’agosto del 2016 senza far rumore. Il titolo è stato sviluppato da Blue Isle Studios, lo stesso che si era dedicato a Slender: The Arrival (tant’è che su Steam vi è un bundle con entrambi i giochi).

Che si abbia a che fare un con indie di pregevole fattura e, soprattutto, molto ambizioso, lo si vede dalla schermata del titolo, rappresentato da uno sfondo in cui compare un panorama vegetativo, una luce ben definita e il titolo in bella mostra, accompagnato da una canzone di sottofondo (il tema del gioco) che fa subito la voce grossa, facendoci immediatamente pensare: “Wow, qui si fa sul serio!”, pur senza scomodare nomi quali quello di Nobuo Uematsu.

E’ davvero un indie?

E’ una domanda lecita, soprattutto dopo i primi minuti di gioco. Il protagonista viene gettato all’interno di una grotta, dove verranno spiegati i comandi base (movimento, telecamera e corsa), e in cui si nota immediatamente la cura nei dettagli, sia per le texture che per il comparto sonoro, di pregevole fattura.

Basti pensare che l’acqua sembra veramente bagnata, o che le foglie non sono totalmente piatte come in qualsiasi altro titolo sviluppato con Unity in cui mi sono precedentemente imbattuto; il che fa comprendere che anche questo Engine ha un potenziale, nonostante venga molto spesso sbeffeggiato dalla critica. Spettacolari sono anche gli effetti di luce, e non si segnala alcun calo di frame rate.

Usciti dalla grotta, ci imbatteremo in un mondo immenso, con una vegetazione e una fauna che sembrano davvero vive, paesaggi spettacolari che faranno riempire la galleria degli screen ai più appassionati (come me) e paesaggi talmente vari che vi spingeranno a girovagare senza una meta solo per scoprire cosa c’è dall’altra parte.

E’ inoltre da sottolineare la linea dell’orizzonte molto distesa e dettagliata, anche a grandi distanze. Ma lasciamo finalmente da parte l’aspetto tecnico e visivo, per parlare dell’esperienza ludica presa di per sé.

Quasi all’inizio il nostro protagonista si armerà con la L.E.A.F., una armatura/esoscheletro molto tecnologica, che permetterà di correre velocemente e di saltare molto in alto (altri poteri verranno ottenuti con il proseguo del gioco).

Ciò che rende questo gioco speciale è proprio il background: la vita del protagonista e della sua armatura sono strettamente legate alla Valle(y). Si potrà infatti “risucchiare” la vita a creature e piante, così come restituirla. L’energia dell’esoscheletro si consuma ogni volta che si compiono certe azioni o che si restituisce la vita a qualcosa, la si riacquista o raccogliendo delle sfere particolari, o rubando la vita dal mondo circostante. L’approccio del gioco dipende molto dalla coscienza del giocatore. Ci si può trovare a salvare ogni albero pur non essendo ambientalisti estremi, e questo significa che il gioco riesce nel suo intento.

Come già accennato, la colonna sonora non fa altro che migliorare l’esperienza di gioco, spesso spingendoci alla soddisfazione dopo un semplice salto o una semplice corsa lungo una pianura, poiché pieni di adrenalina.

Che dice questa tizia?

La trama è raccontata tramite dei file audio (prevalentemente di uno scienziato e di una donna di nome Virginia) che si attiveranno automaticamente raggiunti certi punti della mappa. Sarà possibile anche leggere delle note scritte aprendo forzieri o cercando in dati luoghi.

In pratica, questa valle è già stata popolata da altre persone; il nostro scopo è capire cosa sia successo in passato e trovare un oggetto chiamato “Lifeseed”, del quale non si sa molto, neanche se sia realtà o leggenda.

A parte ciò, la trama si sviluppa in modo relativamente prevedibile e poco innovativo, ma non essendo troppo invadente, non lo riteniamo un vero e proprio difetto; la si può infatti tranquillamente trascurare godendosi pienamente il “viaggio”.

I pensieri del personaggio compaiono come scritte sbiadite sullo schermo. Per quanto sembri una cosa banale, lasciano molto immergere il videogiocatore nel protagonista: l’abbiamo trovata un’intuizione ben realizzata!

Nel gioco si alterneranno varie fasi, tra cui le più frequenti sono quelle di platforming, di esplorazione e di risoluzione di rompicapo ambientali. Vi saranno saltuariamente anche delle fasi di combattimento, purtroppo eccessivamente abbozzato e semplificato, quasi da rimanere delusi ogniqualvolta ci troveremo davanti a un nemico, per aver interrotto il ritmo e la immedesimazione della nostra esplorazione.

Il gioco è totalmente in inglese, doppiaggio e sottotitoli. Attenzione a un piccolo bug che abbiamo riscontrato: non mettete in pausa durante un “dialogo”, altrimenti il sottotitolo rimarrà bloccato a schermo.

E’ già finito?

Proprio così, il gioco non intrattiene troppo a lungo. Se non ci si ferma a esplorare per il puro gusto di farlo (considerato che i due tipi di collezionabili sono tendenzialmente fini a sé stessi), il gioco volerà via in 6-10 ore, dipende dalla bravura del giocatore nel risolvere gli enigmi.

Nonostante tutto, si possono rivisitare i luoghi già scoperti (da praterie a montagne, fino addirittura a delle prigioni o dei laboratori, sia in paesaggi diurni che notturni), per cercare altri collezionabili o semplicemente osservare angoli mai visti o irraggiungibili senza dei potenziamenti ottenuti successivamente alla nostra prima visita.

Il prezzo di 19,99 euro è più che adeguato al prodotto, considerata la sua qualità tecnica molto vicina a quella di un tripla A, e alla sua versatilità.

Trofeisticamente parlando: la valle incantata

Valley contiene 30 trofei oltre al Platino (al momento accompagnato da una percentuale del 3,6%). Per ottenere il Platino basterà completare il gioco e raccogliere quasi tutti i collezionabili, impresa praticamente impossibile senza l’ausilio di una videoguida apposita.

Il consiglio è comunque quello di completare il gioco in completa autonomia per godersi pienamente il gioco, poiché si potrà rivisitare ogni area in qualsiasi momento.

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Giovanni Paolini
Catalizzatore di flame sul web e drogato seriale di fantacalcio, Giovanni vede il videogioco come un'espressione artistica piuttosto che come un mero intrattenimento privo di contenuti significativi. Per questo motivo, ripudia il 90% dei AAA e si tuffa sfacciatamente nel mercato indipendente, rimanendone il più delle volte scottato seppur senza rimorsi. Amante della musica di qualità, delle narrazioni articolate e di design ispirati, si è tuttavia mostrato fin dall'adolescenza ossessivamente attratto dai personaggi femminili antropomorfi, mistici o animati, universalmente conosciuti come waifu. Rappresenta orgogliosamente la vena toscana del Bit.