Dopo aver ridefinito gli standard del genere musou con Dragon Quest Heroes II, Omega Force ci riprova con un altro crossover, riunendo in un solo gioco tutti gli eroi dei più importanti titoli di Koei Tecmo. Tra i tanti, ritroviamo i protagonisti di Dynasty Warriors, Nioh, Ninja Gaiden, Dead or Alive e molto altro. Ennesimo musou dalle classiche meccaniche hack ‘n’ slash (mai troppo amate dai noi occidentali) o sorpresa da parte dello studio giapponese?
Chi sarà il nuovo re?
Come era accaduto per il già citato Dragon Quest Heroes II, per unire personaggi completamente diversi gli sviluppatori hanno utilizzato l’espediente narrativo degli universi paralleli. Una soluzione semplice ma credibile (LOL, come no, credibile, soprattutto NdD), grazie alla quale è stato possibile costruire una trama interessante che, seppur non rivoluzionaria o particolarmente memorabile, risulta ben integrata nel contesto di gioco. Entrando nello specifico, ci ritroveremo in un universo in cui gli uomini hanno sembianze feline, retto dalla magica Sorgente della vita. Con la morte del monarca, la Sorgente andrà in decadimento e per salvare il mondo i tre eredi al trono (Tamaki, Shiki e Setsuna) combatteranno una vera e propria guerra per la successione.
Per ottenere un vantaggio significativo, Tamaki effettuerà un rito per evocare eroi da altri mondi, seguendo un’antica profezia. I suoi piani però andranno a monte, poiché i guerrieri verranno evocati, ma in diversi punti del continente, avvantaggiando così anche gli altri eredi al trono. Il punto forte della trama è proprio questo intreccio tra eroi e regnanti, che ci metterà di fronte a diverse scelte e di conseguenza a finali multipli. Infatti, per avere una visione d’insieme di tutta la storia, sarà necessario affrontare l’avventura con più personaggi, appartenenti ai diversi schieramenti. Quello che ci ha convinto un po’ meno della narrazione è stata l’alternanza repentina dei toni. Da intermezzi demenziali e dedicati soprattutto al fanservice, a scene più serie, in cui si cerca di dare una caratterizzazione più profonda a personaggi e trama.
Parlando invece della parte giocata dell’avventura principale, possiamo dire di aver ritrovato più o meno tutti gli elementi di un classico musou. Più nello specifico, avremo a disposizione diverse missioni, principali e secondarie, selezionabili liberamente dal giocatore. In quelle principali, porteremo avanti la storia e avremo la possibilità di incontrare e sbloccare nuovi personaggi, in quelle secondarie invece avremo a disposizione diverse tipologie di quest (con alcune selezionabili solo per un breve lasso di tempo): da quelle mirate all’accrescimento dell’esperienza a quelle che ci permetteranno di sbloccare nuove carte e materiali, o più semplicemente di accumulare denaro. Come al solito ci saranno diversi obiettivi, tra cui difendere le proprie basi o conquistare quelle nemiche, proteggere i propri alleati e così via.
Potremo anche accettare obiettivi collaterali da compiere durante missioni principali e secondarie: uccidere un certo numero di nemici, completare un certo tipo di missioni secondarie per diverse volte, ottenere carte o materiali specifici e molto altro. Questa discreta varietà compensa l’assenza di altre modalità secondarie di gioco; manca inspiegabilmente una modalità libera, ma soprattutto una online. Warriors All-Stars è infatti giocabile soltanto in singolo, anche offline. Assenze che non ci siamo spiegati e che, inevitabilmente, collocano Warriors All-Stars un gradino sotto rispetto alle ultime produzioni di Omega Force.
Tra novità e grandi assenze
Anche per quanto riguarda il gameplay vero e proprio, Warriors All-Stars ci ha lasciato qualche perplessità. Bene i personaggi, ben trenta e tutti con un proprio moveset peculiare e ottimamente caratterizzato, meno bene invece la varietà delle mosse a disposizione. Prima di sbloccare una nuova combo dovrete attendere di raggiungere il livello 10; questo significa che per le prime 2-3 ore di gioco avrete a disposizione solo le combinazioni di mosse base.
Un problema non trascurabile che compromette ulteriormente la varietà di un genere già ripetitivo di suo. L’unico modo per contrastare questo difetto è quello di provare tutti i diversi personaggi, intercambiabili prima di ogni missione. Così facendo, vista la buona caratterizzazione di ogni personaggio (dal forzuto ma non velocissimo William di Nioh, alla rapidità di Ryu Hayabusa di Ninja Gaiden, giusto per citarne un paio), è possibile sopperire, almeno in parte, al lento sistema di sblocco di nuove combo.
Oltre alle mancanze però, dobbiamo segnalare diverse novità introdotte nel gameplay: innanzitutto il Musou Rush (molto simile al Kizuna Rush già visto in One Piece: Pirate Warriors 3) che sarà attivabile dopo aver riempito l’apposita barra e grazie al quale tutti i nemici verranno attirati a noi per qualche secondo, permettendoci di spazzare via centinaia di cattivoni con pochi colpi. Ci sono poi le abilità dei personaggi di supporto, attivabili durante i combattimenti con diversi effetti, da quelle puramente offensive a quelle di supporto, fino alle devastanti abilità combinate.
Un’altra feature inedita degna di nota è sicuramente quella legata alle Hero Cards. Giocando otterremo carte equipaggiabili per ogni personaggio, grazie alle quali potremo migliorare le loro statistiche. Il gioco permette anche di potenziare le carte, aggiungendo abilità ed effetti secondari, in cambio di materiali e denaro. Una delle novità più interessanti ma che, considerata la difficoltà mai troppo elevata proposta dai musou, all’interno del gameplay non ha la rilevanza che invece meriterebbe.
Tecnicamente solido
Come da titolo, il comparto grafico di Warriors All-Stars si dimostra, oltre che artisticamente ispirato, molto stabile e ben realizzato. La grafica richiama una sorta di stile manga, riuscendo a far sembrare credibili tutti i personaggi nonostante provengano da produzioni estremamente diverse a livello artistico. Durante le fasi più concitate poi, il gioco riesce a mantenere un frame rate stabile, con sporadici e leggeri cali. Buono anche il comparto sonoro, capace di unire le colonne sonore di tutti i titoli del crossover e riadattarle con il proprio stile. Unica pecca in questo caso, è l’assenza della localizzazione italiana.
Trofeisticamente parlando: guerriero di Platino
Warriors All-Stars porta con sé 38 trofei, Platino compreso. Molti obiettivi sono legati alla storia e ai vari finali sbloccabili, altri richiedono il raggiungimento di determinati step in battaglia, come completarne una senza subire danni o entro un certo limite di tempo. Un Platino non complicato, ma che vi richiederà un bel po’ di tempo. Per ulteriori dettagli potete trovare l’elenco trofei completo sul nostro forum.