Tratto da un film di successo, Way Down è protagonista della nostra nuova recensione Speedrun. Il titolo sviluppato da Gammera Nest e Mediaset Games arriva in esclusiva su PlayStation: vestiamo i panni dei criminali e tentiamo il colpo del secolo.
Dalla pellicola alla console
Per chi non avesse dimestichezza con le produzioni Sky, Way Down è un’interessante pellicola che narra le vicende di un cacciatore di relitti che tenta il colpo del secolo. Dopo essersi visto sottrarre indebitamente un tesoro recuperato, decide di collaborare con un giovane e brillante studente per mettere a segno un audace furto alla banca di Spagna.
L’obiettivo della squadra di criminali è di colpire durante la finale dei mondiali in Sudafrica del 2010, in cui proprio la Spagna si trovava a rivaleggiare con l’Olanda. Con tutti concentrati sulla partita, il gruppo punta a sfruttare conoscenze di vario tipo per recuperare il tesoro da un caveau e fuggire con la refurtiva.
Le premesse molto interessanti si traducono però in un gioco che fin da subito sembra tutt’altro che di nuova generazione. La grafica sembra presa di prepotenza dalla cara, vecchia PlayStation 3, con modelli poligonali fin troppo semplici. Nonostante questo ci siamo calati in un punta e clicca mascherato da gioco d’azione (non all’altezza di altri esponenti del genere) per tentare di svegliare la nostra vena criminale.
Giochi mini, divertimento mini
La struttura di Way Down si articola in fasi esplorative alternate a una serie di mini giochi da completare. La maggior parte dell’esplorazione è tediosa e lenta, complice l’impossibilità di correre o accelerare i movimenti. I corridoi delle strutture che visiteremo saranno inoltre desolatamente vuoti, privi di qualsiasi elemento animato se non qualche sporadica guardia.
Il momento più tragico arriva però quando si devono affrontare le sfide. La maggior parte dei mini giochi è banale e fin troppo semplice da completare, come la richiesta di congelare una porta o di fotografare una telecamera. Si arriva poi a prove che invece fanno venire l’ittero per quanto sono complicate, come quelle di scassinamento e in cui schivare i laser.
La parte peggiore di tutto questo, però, è che in caso di fallimento si dovrà ripetere tutta la sezione. Questo, di per sé, non sarebbe un problema, considerato che la longevità di Way Down è di circa tre ore. Peccato però che ricominciando ci si dovrà sorbire sia un caricamento eterno per i contenuti offerti sia dialoghi che non possono essere saltati.
Elemento positivo del gioco è invece la colonna sonora, che sfrutta brani molto interessanti e che offre un buon doppiaggio (sfortunatamente solo in spagnolo). Rivedibile invece la manovrabilità dei personaggi che, al pari con la grafica, sembrano legnosi e stantii in qualsiasi situazione.
Trofeisticamente parlando: un colpo per tutti
La parte migliore di Way Down è sicuramente la lista trofei, completabile semplicemente portando a termine la campagna. A dispetto di trofei che sembreranno mancabili, infatti, le sfide sono tutte legate al proseguimento nella storia. Portate a termine il colpo e vi porterete a casa anche uno scintillante Platino.