Wolfenstein: Cyberpilot – Recensione

Sviluppatore: MachineGames, Arkane Studios Publisher: Bethesda Softworks Piattaforma: PS4 Genere: FPS Giocatori: 1 PEGI: 18 Prezzo: 19,99 € Italiano:

Di come MachineGames abbia reso ancor più straordinaria la storica saga di Wolfenstein, grazie a The New Order e The New Colossus, ve ne abbiamo già parlato ampiamente. Piuttosto che adagiarsi sugli allori, però, i ragazzi della casa di sviluppo svedese hanno voluto sperimentare e, grazie alla collaborazione con Arkane Studios, qualche giorno fa sono arrivati su PlayStation 4 Wolfenstein: Youngblood e Wolfenstein: Cyberpilot. Stiamo parlando di due spin-off vicini alla saga principale per ambientazione e tematiche, ma che introducono feature finora inedite: la modalità cooperativa e la realtà virtuale. L’esperimento fatto con Youngblood sembra essere riuscito, come testimoniato dalla recensione del nostro Andrea, tuttavia possiamo dire lo stesso dell’approdo di Wolfenstein su PlayStation VR?

Hackerato

Indossato il visore per la realtà virtuale, ci ritroveremo immediatamente nei panni del Cyberpilot, esperto pilota di mezzi di qualsiasi tipo. Guidati dalla voce di Maria, membro della Resistenza francese, dovremo hackerare e prendere il controllo di tre devastanti macchine da guerra naziste: il Panzerhund, il Drone e il Zitadelle. La trama è ambientata nel 1980, vent’anni dopo The New Colossus e prima di Youngblood, ma non offre particolari spunti, ad eccezione di una piccola rivelazione prima del finale.

In linea (purtroppo) con molte altre produzioni dedicate alla realtà virtuale, viene data importanza quasi esclusivamente al gameplay e all’esperienza visiva, piuttosto che alla narrazione. Qualcosa che non può far felice chi ha apprezzato gli ultimi episodi della saga, caratterizzati da trame e personaggi eccellenti. Se quindi vi aspettavate un “vero” Wolfenstein per PlayStation VR, almeno sotto questo punto di vista, potreste rimanere molto delusi.

Sul più bello

Chiudere un occhio sul comparto narrativo di un titolo dedicato alla realtà virtuale, tutto sommato ci può stare. Quello che proprio non abbiamo gradito, è stata invece la durata del gioco. Appena quattro missioni, in una campagna che è possibile portare a termine in un paio d’ore (anche a difficoltà massima), ci sono sembrate davvero poche per una produzione che porta il nome di Wolfenstein. L’esperienza di gioco, al netto di qualche difetto, è comunque divertente, per questo è ancora più amaro scoprire che tutto finisce proprio quando si cominciava a fare sul serio.

Le prime tre missioni ci mettono al comando delle tre diverse macchine, permettendoci di prendere familiarità con i comandi e padroneggiare le loro funzionalità. Nell’ultima, invece, dovremo gestirle tutte e tre sullo stesso campo di battaglia, in modo da aggirare i vari ostacoli strutturali. Seppure il gioco sia sempre piuttosto guidato, con un level design che non lascia spazio a percorsi alternativi, l’esperienza a bordo dei mezzi a disposizione è molto gradevole in realtà virtuale. Insomma, a nostro parere sarebbero bastate giusto un paio di missioni in più per permettere a Cyberpilot di dimostrare tutto il suo potenziale. Un’occasione persa.

Brucia, aggira o radi al suolo

Finora abbiamo analizzato solo i punti deboli di Wolfenstein: Cyberpilot, produzione che, invece, avrebbe potuto dire molto di più in un mercato, ancora sperimentale, come quello della realtà virtuale. Nonostante qualche imprecisione nella rilevazione dei controller Move (sconsigliamo vivamente di giocare con il DualShock 4), mettersi alla guida delle macchine naziste è davvero appagante. Il Panzerhund, ad esempio, dotato di lanciafiamme e della possibilità di travolgere i nemici, è pensato per i combattimenti ravvicinati; al contrario il Drone è poco resistente ma capace di hackerare dispositivi e computer, più adatto a missioni stealth. Infine c’è il colossale Zitadelle, con cui sparare missili e scariche di proiettili, radendo al suolo tutto ciò che ci si para davanti.

Una nota, infine, a proposito della difficoltà; scordatevi gli standard proibitivi a cui siamo stati abituati negli ultimi anni da MachineGames. Anche se il gioco propone tre diversi gradi di sfida, non abbiamo avvertito particolari differenze tra loro, soprattutto grazie alla presenza di una funzionalità che abbatte (quasi) ogni ostacolo. In qualsiasi momento sarà infatti possibile richiamare droni che ristabiliranno la barra di energia del mezzo per infinite volte, semplicemente tenendo premuto l’apposito tasto. Altro che Mein Leben, insomma.

Mai ucciso nazisti da così vicino

Un altro elemento a favore di questa produzione è sicuramente la realizzazione tecnica, che riesce a sfruttare in maniera soddisfacente le potenzialità di PlayStation VR. L’esperienza è appagante, tutto sommato realistica e di discreta fattura grafica. La sua buona ottimizzazione, poi, ci ha impedito di provare la tanto temuta motion sickness (anche se questa rimane una considerazione piuttosto soggettiva). Ciliegina sulla torta, la localizzazione completa in italiano, comprensiva quindi di doppiaggio, che senza dubbio aiuterà a coinvolgere il giocatore all’interno dell’avventura.

Trofeisticamente parlando: pilota di Platino

Ottenere i ventitré trofei di Wolfenstein: Cyberpilot sarà tutt’altro che difficile. Completare il gioco a difficoltà massima è quasi una passeggiata di salute (soprattutto se avete già completato la campagna) e anche gli altri obiettivi non richiedono compiti particolarmente proibitivi. Vista la durata dell’avventura, in poche ore potrete aggiungere un altro bel trofeo di Platino alla vostra collezione. Per saperne di più date un’occhiata all’apposita sezione dedicata al gioco sul nostro forum.

VERDETTO

Se speravate che Wolfenstein: Cyberpilot fosse molto più vicino alla saga principale che a una tech demo per PlayStation VR, allora non potrete che rimanere delusi. Il comparto narrativo appena abbozzato e la sua durata troppo striminzita rendono Cyberpilot una grande occasione persa, anche perché di materiale buono ce n'è eccome. Il gameplay riesce a proporre diverse soluzioni e intrattiene a dovere, supportato da un buon comparto grafico (seppur con tutti i limiti della realtà virtuale di PlayStation 4). Se possedete un visore e siete alla ricerca di nuove esperienze, vi consigliamo di tenerlo comunque in considerazione al primo taglio di prezzo.

Guida ai Voti

Gennaro Favatà
Detto anche Giovanni, dagli amici di Ubisoft. Newser, inviato, grafico e se sei fortunato lo trovi anche sul forum di PlayStationBit. Ama alla follia fumetti, cartoni animati, videogiochi e quanto di più colorato e nonsense ci sia, non disdegnando però generi più dark come l'horror e il noir. Inoltre, come ogni eroe che si rispetti, sa trattenere il fiato per dieci minuti.