Yakuza Kiwami – Recensione

Sviluppatore: SEGA Publisher: SEGA Piattaforma: PS4 Genere: Azione/Avventura Giocatori: 1-2 PEGI: 18 Prezzo: 34,99 € Italiano:

Negli ultimi tempi, SEGA ha incentrato il suo interesse sulla serie Yakuza e in particolare sulla promozione di essa nel territorio occidentale, dove nel lontano 2005, quando approdò per la prima volta su PlayStation 2, non ebbe affatto lo stesso, enorme successo ottenuto nei confini giapponesi. Con l’arrivo di Yakuza 6, previsto per il 2018, la casa nipponica sembra essere intenzionata a voler preparare il terreno per rimediare un discreto successo in Occidente, quasi si fosse accorta che i tempi sono ormai maturi per rilanciare Yakuza anche in questi territori. A sottolineare quest’impegno, nasce anche un nuovo portale chiamato Yakuza Experience, al fine di mettere chiarezza sulla timeline dei giochi.

Così, lo scorso gennaio è stato rilasciato Yakuza 0, prequel della saga ambientato nel 1988, con protagonisti Kazuma Kiryu e Goro Majima. Mentre quello che ci apprestiamo a recensire è Yakuza Kiwami, rilasciato lo scorso agosto, da considerare un vero e proprio remake del primo Yakuza uscito su PlayStation 2 nel lontano 2005. A titolo informativo, in giapponese la parola “kiwami” vuol dire “estremo”, e noi siamo curiosi di sapere se questo termine sia azzeccato o meno.

La carpa e il drago 

Yakuza Kiwami comincia nel 1995 facendoci subito prendere confidenza con il protagonista Kazuma Kiryu, soprannominato il Dragone di Dojima, membro di spicco della famiglia e destinato ben presto a grandi cose, e il suo compagno di merende Akira Nishikiyama, miglior amico di Kiryu, se non un fratello acquisito. Come la maggior parte delle opere giapponesi, anche Yakuza pone le sue fondamenta su un mito della cultura nipponica, quello della carpa e del drago, una leggenda secondo la quale una carpa, riuscì ostinata a risalire una cascata e ad arrivare alla porta del drago, dove poi venne premiata dagli dei per la sua perseveranza diventando così un drago. Tutto va alla grande, fino a quando Kiryu non è costretto, per amore (in senso ampio), ad assumersi le colpe per l’omicidio di Sohei Dojima, capo della omonima famiglia e del clan Tojo.

Ecco dove inizia davvero Yakuza Kiwami, nel 2005, quando passati 10 anni Kiryu viene scarcerato e ritorna nel suo quartiere: Kamurocho, dove tutto è cambiato, Nishiki ha scalato i ranghi e non è più la stessa persona di prima mentre nella Yakuza sono spariti 10 miliardi di yen e in questo sembra coinvolta una bambina di nome Haruka, in aggiunta al fatto che Yumi, una ragazza alla quale Kiryu tiene particolarmente, è sparita nel nulla. I riferimenti alla trama sono volutamente superficiali per cercare di farvi godere al meglio tutto quello che essa riserva, e potete starne certi che a livello di profondità e colpi di scena, ha tutte le carte in regola per essere una narrazione di primissimo livello. Tutto estremamente curato, incastrato alla perfezione, con l’aggiunta della ciliegina sulla torta: trenta minuti di filmati inediti per coprire alcuni aspetti della trama precedentemente non trattati.

Kamurocho non dorme mai

Come per la trama, anche per il gameplay c’è davvero molto da dire. Iniziamo con il parlare del sistema di combattimento, completamente rivisto rispetto all’originale Yakuza, e simile, se non identico, a quello di Yakuza 0, conservando, come per quest’ultimo, la possibilità di combattere con quattro stili di lotta differenti.

Brawler risulta uno stile equilibrato che mescola velocità e potenza al tempo stesso, permettendovi di affrontare più o meno qualsiasi di nemico; almeno inizialmente, il più semplice da usare e il più efficace. Rush è uno stile basato sulla velocità a discapito dell’efficacia dei colpi che faranno meno danni del previsto. Inizialmente ci è sembrato difficile utilizzare questo stile, ma, sbloccando via via le abilità sarete imprendibili e con un po’ di pazienza potrete anche mandare a terra gli avversari più problematici. Beast offre tanta potenza ma pochissima velocità. Non c’è altro da dire se non che per quel che ci riguarda lo abbiamo usato molto di rado, solo contro nemici di bassa e media velocità. Dragon è lo stile più potente e più vicino a Kiryu, anch’esso abbastanza inefficace inizialmente (ma non meno dello stile Rush) e via via potenziabile (e vi consigliamo di farlo) attraverso sub quest come quelle intitolate “Majima Everywhere”, dedicate a Goro Majima, che di tanto in tanto incontrerete per le strade di Kamurocho; vi assicuriamo che inizialmente ci capirete davvero poco, merito del suo modo di fare e del suo modo di vedere l’amicizia con Kiryu alquanto strano, non a caso Majima è soprannominato come “cane pazzo di Shimano”.

Si perché, come dicevamo prima, il gameplay di Yakuza Kiwami, non si ferma affatto a quelle 10/15 ore di combattimenti ma va ben oltre. Non a caso a storia finita il menù di gioco segna “solo” il 20/25% circa di completamento(dipende da quante cose avete fatto più o meno casualmente completando la storia). Ottimo anche il sistema di potenziamento del personaggio, diviso in quattro categorie, ognuna con altrettanti livelli di potenziamento differenti, che vi aiuteranno a rendere Kiryu un combattente infallibile, tra combo, schivate, mosse speciali e potenziamenti di salute e stamina, sbloccabili grazie ai punti esperienza che guadagnerete affrontando tutto quello che succede a Kamurocho.

Il distretto di Kamurocho mette a disposizione numerose attività secondarie tra cui 72 “storie” distaccate dalla trama principale, nelle quali incontrerete una moltitudine di persone molto strane, diversi giochi, dal bowling al biliardo fino alle tipiche invenzioni giapponesi come le corse dei modellini 4WD (che in Italia conosciamo con altri nomi); il curioso MesuKing, un classico arcade giocabile nelle sale giochi; e il Mahjong, un complesso gioco da tavolo, di origini cinesi, che vi darà non poche noie. Nel caso del pocket racing avremo a disposizione opzioni di potenziamento e personalizzazione dei modellini, mentre per il MesuKing sarà possibile trovare carte nuove e più potenti in giro per il distretto o comprandole a peso d’oro dai vari NPC; questo senza dimenticare le sub quest legate ai rispettivi minigiochi e le chiavi delle cassette di sicurezza, ottenibili sempre cercandole a terra nelle strade di Kamurocho, che vi daranno degli oggetti discreti, sia per il combattimento, sia per la vendita.

Potrete esplorare Kamurocho in tutta libertà, visitando negozi, market, ristoranti, bar con l’unica complicazione che avrete sempre a che fare con ogni tipo di gang e altri brutti ceffi che, se vi avvisteranno, cominceranno a inseguirvi. Insomma, abbiamo capito che in Yakuza Kiwami nulla è lasciato al caso e questo non può che averci fatto molto piacere. Non manca un modesto comparto multiplayer locale, dove potrete sfidare un vostro amico a freccette, biliardo o bowling. In conclusione, le meccaniche sono state rinnovate ma rimangono più vicine a un titolo di qualche generazione fa rispetto a quello che passa al giorno d’oggi sotto le nostre mani. Kamurocho è stata resa più open world e il sistema di combattimento rinnovato dà la giusta rinfrescata a un gioco, che, come è giusto dire in questi casi, è invecchiato molto molto bene.

Imparare l’inglese

Dal punto di vista grafico, Yakuza Kiwami gira in 1080p ma soprattutto, cosa che ci ha fatto non poco piacere, ci sono i 60 frame per secondo. Lo stile, i dettagli e le texture non saranno quelle del miglior Uncharted, ma poco importa, poiché riescono a dare comunque un bel colpo d’occhio, soprattutto per quel che riguarda le luci e i riflessi della pioggia o delle pozzanghere sulle strade. I caricamenti delle aree sono stati ridotti al minimo, grazie al nuovo motore di gioco questi infatti si verificheranno soltanto quando entreremo in aree di gioco separate dal quartiere o nei vari locali. L’ambientazione è riuscitissima e Kamurocho dà esattamente l’idea di trovarsi in un tipico quartiere di Tokyo, ed è senz’altro una delle cose che ci è piaciuta di più.

Un aspetto da tenere d’occhio è invece la localizzazione, purtroppo solo in lingua inglese, che potrebbe far storcere il naso a qualcuno. L’inglese utilizzato non è complesso e può essere facilmente compreso con una preparazione scolastica, ma speriamo lo stesso che SEGA, visto il successo, possa pensare di localizzare il gioco nelle principali lingue europee, almeno per quanto riguarda i sottotitoli.

Trofeisticamente parlando: Kiwami

Yakuza Kiwami mette a disposizione 55 coppe in totale, alcune delle quali legate alla progressione nella storia e al potenziamento di Kiryu. Le restanti vi terranno impegnati per non poco tempo, dato che avrete da completare tutte le attività secondarie del gioco e ottenere tutti i collezionabili. Per ulteriori informazioni, date un’occhiata al nostro elenco trofei!

VERDETTO

Yakuza Kiwami è il remake che tutti sognano, quasi perfetto, e, a parte la mancata localizzazione, non siamo riusciti a trovare difetti clamorosi, ragion per cui il titolo merita una valutazione altissima. E’ vero, le meccaniche vecchio stile potrebbero non piacere a molti e dare adito a dubbi ma vi assicuriamo che, superando questo ostacolo, il titolo merita tutte le attenzioni possibili ed è accompagnato da una trama da non sottovalutare. L’impegno degli sviluppatori è stato di altissimo livello per assicurare il maggior numero di ore di divertimento possibile.

Guida ai Voti

Salvatore Terlizzi
Scopre i videogiochi con Monkey Island e Indiana Jones, per poi rimanere legato a vita al genere delle avventure grafiche. Grazie a PlayStationBit scopre, quasi per caso, la serie Yakuza e finisce per innamorarsene. Ha ancora l'immenso piacere di farsi sorprendere da un settore in continua evoluzione. Ehi guarda laggiù! Sisi, c'è una scimmia a tre teste...