YamaYama – Recensione

Sviluppatore: Lumenox ehf Publisher: Lumenox ehf Piattaforma: PS4 Genere: Party Giocatori: 1-4 (Online: 2-4) PEGI: 7 Prezzo: 8,99 € Italiano:

Videogiocare in compagnia è sempre bello e non a caso uno dei generi su cui si punta maggiormente oggi rispetto al passato è il party, basti pensare all’appassionante Frantics e agli altri titoli PlayLink, o al bizzarro Oh My Godheads. Tuttavia non sempre i giochi di questo genere riescono a centrare il bersaglio, o peggio, non sanno tenere compagnia. Questo è il caso di YamaYama, un titolo senza pretese e assolutamente da dimenticare. Scopriamo perché.

Che ci faccio qui?

In YamaYama controlleremo fino a sei inquietanti esseri e combatteremo nell’arena chiamata, appunto, YamaYama. L’apparente scopo è quello di fare colpo – non si sa perché – sugli dei facciapiatta del Sottouniverso, degli individui ancor più disturbanti, sbaragliando tutti gli avversari nelle sessioni di gioco. E basta, nulla di più. Certo, in un party game non ci si aspetta di trovare una vera e propria storia, tuttavia una motivazione, qualcosa che dia un senso, seppur minimo, a tutto ciò che stiamo facendo, non avrebbe guastato.

YamaYama dice no, fionda i giocatori nello spartanissimo menù senza fare il minimo accenno a qualsivoglia background o a perché sia tutto così tanto caotico. Nulla è contestualizzato, neppure il terribile strumento di cui dispongono i sei animali (o mostruosità) per combattere, ossia un costume gonfiabile. Meglio non farsi domande.

Ehi, c’è nessuno?

Il lato tecnico dei party game solitamente non è mai complicato, al fine di essere divertente da giocare per qualsiasi tipo di giocatore, dall’hardcore all’occasionale. YamaYama interpreta però male il concetto di fruibilità, rendendo il gioco fin troppo facile. Vi sono ben ventitré modalità di gioco, dalla cattura di un’area fino a spingere i propri avversari nella lava o contro l’elettricità, davvero tante da elencare. L’importante è sapere, però, che si giocano tutte allo stesso modo; basta respingere con X i nemici con il FatSuit (il costume gonfiabile) ed eventualmente servirsi del tasto Quadrato per schivare o aumentare la velocità per un breve tempo. Perfezionato il timing, nulla potrà più fermarvi.

Tutti i minigiochi partono dandoci un piccolo vantaggio quando giocheremo offline; ad esempio nell’incontro Yes, it’s a Platypus, la testa dell’ornitorinco, che funge da bandiera da tenere per il maggior tempo possibile, apparirà sempre vicinissima alla nostra posizione iniziale. L’intelligenza artificiale non è delle migliori nonostante, a detta degli sviluppatori, la difficoltà si adatti alla nostra bravura… vinceremo sempre gli incontri con vantaggi schiaccianti.

Orrori in scatola

Gli incontri sono giocabili in blocco entrando in match da dieci fino a trenta minuti, con ogni partita (scelta casualmente dal gioco) dalla durata che si aggira tra i due e i tre minuti, consentendoci, a conti fatti, di vedere tutto il gioco in poco più di un’ora. Tutte le tipologie di gioco si dividono in partite normali e partite Kids. Queste ultime, più che una tipologia a sé stante, consistono in una sorta di parental control; rispetto ai match normali non troveremo esplosioni né fiumi di lava ai bordi delle arene. A parer nostro, piuttosto che alle arene, il parental control andrebbe effettuato al design dei personaggi, su cui ci soffermeremo fra poco.

I potenziamenti, invece di essere la rampa di lancio del divertimento, non fanno che affossare ancor più l’esperienza di gioco. Tolti i power-up dello stordimento e della direzione opposta (che inverte i comandi degli altri giocatori), tutti gli altri sono bonus e malus per tutti i lottatori in campo. In particolar modo troviamo completamente inutile il potenziamento FatSuit, che dà uno spintone ai nostri avversari proveniente dalla direzione opposta a quella in cui si stanno muovendo, solitamente verso di noi, dandogli dunque un aiuto piuttosto che ostacolarli. Brutta storia se stiamo giocando una delle tante modalità in cui dovremo scappare dai nostri nemici. Non sarà neppure possibile rimediare alla noia giocando online, perché i server sono completamente desolati. Siamo rimasti ore in attesa di altri giocatori, abbiamo creato nuove sessioni, annullato le poche restrizioni, ma nulla, nessuno gioca a YamaYama (e ciò, in tutta franchezza, è motivo di avere fiducia nell’umanità). Il titolo fallisce dunque nello scopo primario di ogni party game e di ogni videogioco in generale: divertire.

Perché a noi la qualità c’ha rotto er c***o!

Se non vi è bastato ciò che avete letto fin qui, non disperate, la portata principale di questo disgustoso menù è sicuramente il comparto grafico. Il design dei sei protagonisti fallisce nell’intento di risultare spassoso, dando agli esseri un aspetto grottesco, caotico e a tratti inquietante. Personaggi dalle fattezze indescrivibili (nel senso più negativo della parola), disegnati – insieme al resto del mondo di gioco – con molta probabilità con l’ausilio di programmi base quali Paint da qualcuno sotto effetto di stupefacenti. Non c’è altra spiegazione. Per darvi un’idea, uno dei personaggi è letteralmente un cavallo con il corpo di un cono gelato e un triciclo al posto delle zampe. Le texture sono visibilmente ritagliate con mezzi di fortuna, al punto di mostrare sfondi bianchi pixelati da contorno.

Il level design non migliora la situazione. Tutte le arene si somigliano tra loro, sia nella struttura sia nei colori, tutti sgargianti. Probabilmente l’unico aspetto positivo dell’intero gioco sta nella colonna sonora, che consiste in un solo brano ripetuto all’infinito, quantomeno orecchiabile.

Trofeisticamente parlando: non solo il bronzo ha quel colore

Poteva almeno tentare di essere appetibile sul piano trofei quanto Little Adventure on the Prairie o simili, invece YamaYama sceglie ancora una volta la strada difficile. L’elenco trofei di YamaYama conta ventuno coppe, tutte di bronzo e con nessun Platino. Un 100% per nulla complicato, basterà essenzialmente giocare e vincere almeno una volta tutte le modalità di gioco, arrivare a cinquanta vittorie ed effettuare determinate azioni, quali mantenere la bandiera tra le mani per quindici secondi, prendere tutti i power-up in una partita, effettuare cinque uccisioni doppie e altre cinque dopo essere morti. Quantomeno Lumenox ha avuto la decenza di renderli sbloccabili anche giocando con l’intelligenza artificiale.

VERDETTO

YamaYama è, senza mezzi termini, un insulto ai videogiochi. Il gameplay è striminzito, il contesto di gioco inesistente e i level e character design sono un pugno in un occhio, nello stomaco e alle parti basse. Ci sono modi più intelligenti di spendere soldi e titoli molto più validi a un prezzo inferiore. Se siete fan dei party game, guardate altrove.

Guida ai Voti

Andrea Letizia
Cresciuto a pane, Kamehameha e Crash Bandicoot, inglesizzato grazie a Kingdom Hearts. Grande amante degli action RPG e dei platform, dei cani e del wrestling.