Yoku’s Island Express – Recensione

Sviluppatore: Villa Gorilla Publisher: Team17 Piattaforma: PS4 Genere: Puzzle Giocatori: 1 PEGI: 7 Prezzo: 19,99 € Italiano:

L’innovazione, al giorno d’oggi, specie nel variopinto e mutevole mondo del gaming, è merce rara. Assistiamo quasi continuamente a remake, remastered, edizioni “definitive”… insomma, una pletora di affinamenti, lievi rinnovamenti di sistemi e archetipi solidi e sicuramente funzionali. Tra questi sistemi, il classico genere Platform risulta essere in uno strano limbo; abbiamo veri e propri capolavori come Rayman Legends, che però falliscono in termini di vendite, ma, al tempo stesso, troviamo titoli come Limbo o Inside che invece diventano piccoli cult. Ecco, proprio tra la mancanza di vera innovazione e lo strano destino dei platform, si colloca questa piccola gemma prodotta dal team svedese Villa Gorilla. Perché, sì, Yoku’s Island Express è davvero innovativo e, sì, è destinato a diventare un luccicante, seppur nascosto, cult.

Yoku's Island Express

Pinball-vania?!

Yoku’s Island Express riscrive il genere Platform, unendolo a quello Metroidvania e, soprattutto, a… Pinball. Yoku è un piccolo scarabeo, incapace di saltare, ma dotato della sua fidata pallina. Proprio mediante essa, la natura da flipper del titolo si esprime in tutta la sua potenza. Inizialmente, proprio per ovviare alla mancanza del salto del protagonista, vedremo semplici pistoni (attivabili a seconda della direzione di lancio, con i dorsali L2 e R2) in grado di portarci su struttura sopraelevate, altrimenti irraggiungibili. Ben presto, però, ci renderemo conto che questi pistoni non rappresentano altro che la punta di un magnifico iceberg. L’intera mappa di gioco, infatti, è una clamorosa sequela di vere e proprie tavole da classico flipper, integrate con notevole eleganza e dimostrando un level design semplicemente allo stato dell’arte.

Il lavoro svolto da Villa Gorilla risulta assurdamente omogeneo all’interno dell’universo di gioco. Rimarrete davvero a bocca aperta quando, al termine di una sessione da flipper, con grazia e naturalezza, vi ritroverete in una nuova zona della mappa. Anche le sessioni flipper, prese singolarmente, si dimostrano molto solide, con una complessità che cresce con il proseguire del titolo e con numerosi segreti da scoprire, legati soprattutto al colpire più volte determinati punti per ottenere importanti ricompense (che consistono in colorati frutti, la valuta di gioco, utile per sbloccare ulteriori pistoni e, quindi, vie alternative o segrete).

Yoku's Island Express

Ma la bizzarra natura di Yoku’s Island Express si dimostra in continuo (seppur lieve) mutamento. Ben presto, infatti, si otterranno diverse abilità che cambiano pesantemente il gameplay, con conseguenti variazioni alle stessa tavole da flipper, punto cardine dell’opera. Saremo in grado di nuotare e immergerci in pozze d’acqua per scandagliarne il fondo, acquisiremo una trombetta in grado di distruggere piccoli ostacoli grazie al suo stridulo suono, uno strano “aspiratore” in grado di assorbire (all’interno della nostra fidata sferetta) delle chiocciole esplosive da usare a nostro vantaggio. Insomma, l’intero sistema di gioco tende a evolversi in maniera molto convincente e, mischiando tali abilità l’una con l’altra, la profondità del gameplay cresce a dismisura. Proprio questa evoluzione verticale delle abilità del protagonista rende possibile la contaminazione da metroidvania. Per completare al 100% il titolo, infatti, dovremo tornare in zone lasciate parzialmente inesplorate proprio perché privi dell’abilità che ci avrebbe permesso un’esplorazione completa. Ed è proprio qui, nel classico backtracking da metroidvania che faremo largo uso del sistema di viaggio rapido del titolo, l’Alvevia, un’altra perla di level e art desing. Tale via prevede l’uso di ronzanti cannoni per lanciare, a mo’ di novello insetto-cannone, il nostro protagonista da una parte all’altra dell’intera mappa, lasciandoci ammirare il lato artistico.

Infine, l’intera offerta videoludica si arricchisce con la presenza di alcune semplici, ma apprezzabili, quest secondarie (spesso legate a zone oppure oggetti segreti, presenti in gran numero), che aumentano il lato contenutistico del titolo e di poche (solo tre), ma davvero riuscitissime, boss fight. Yoku’s Island Express, però, presenta piccoli difetti che oscurano, lievemente, il gameplay, specie nelle fasi più avanzate. Proprio in queste fasi si nota una certa mancanza di coraggio, da parte degli sviluppatori, nel proporre tavole da flipper leggermente più complicate. Nonostante l’aumento di abilità del protagonista, si ha la sensazione che il titolo, da circa metà dell’avventura, si mantenga sullo stesso livello di difficoltà, dando quindi una sensazione di sbilanciamento accentuata dalla mancanza di un game over. Inoltre, paradossalmente, la boss fight finale risulta la più debole.

Niente fa più eco di una cassetta della posta vuota

La trama di Yoku’s Island Express è semplice, ma riuscita e persino sorprendente. Lo scarabeo Yoku è in procinto di raggiungere la placida Mokumana, pronto a divenire il nuovo postino, quando una terribile onda anomala lo scaraventa proprio sulle rive dell’isola. Tale evento è sinonimo dell’arrivo del temibile Ammazzadei, che ferisce quasi a morte Mokuma, la titanica divinità protettrice di questa pacifica oasi in mezzo all’oceano. Spetterà quindi a noi riunire i capi dei tre clan dell’isola, al fine di recitare un rito curativo per lo stesso, morente, Mokuma. Ogni singolo elemento della trama è utile per identificare ulteriori lati nel sistema di gioco (una delle missioni secondarie sarà, ad esempio, quella di riempire ogni cassetta della posta) e i personaggi introdotti risultano quasi tutti quantomeno discreti, creando un universo convincente e vivace, legato alla propria terra di appartenenza come in una sorta di isolata tribù d’altri tempi. Infine, un piacevole colpo di scena è legato all’ultima fase, forse unica nota davvero vibrante all’interno del fin troppo cauto finale.

Yoku's Island Express

Omogeneità e segreti cromatici

I ragazzi di Villa Gorilla dipingono un mondo di gioco vivace, dai toni fantastici e puri. L’intera mappa risulta divisa in quattro macro-aree con biomi non particolarmente innovativi, ma realizzati con dovizia di particolari e tanta, tanta fantasia (sorprendente, in particolare, l’area di perenne primavera di Zuccolina). Anche il character design dei personaggi secondari risulta convincente, soprattutto per ciò che concerne i boss e, in particolare, il boss finale, che ricorderà a molti l’abominevole creatura finale di Undertale (senza raggiungerne i picchi di follia, sia chiaro). Inoltre sottolineo di nuovo l’incredibile omogeneità di strutture agli antipodi, come degli stantuffi da flipper e un’isola fantastica, grazie a un sapiente level design e un’ispirata direzione artistica. Insomma, il lato visivo del titolo convince in più riprese, destando, nella memoria dei videogiocatori più esperti, quei colorati ricordi legati a marchi storici come Rare o, perché no, Nintendo.

Di nuovo, elementi apparentemente di pura natura artistica si rivelano invece strumenti utili al gameplay stesso. La nostra fidata palla, infatti, potrà essere dipinta con svariate colorazioni, al fine di riuscire a garantirci l’accesso a zone altrimenti irraggiungibili. Esattamente come un piccolo insetto, Yoku’s Island Express cerca di ottenere il massimo da ogni elemento che lo compone e il risultato è quello di avere un titolo con un numero di componenti esiguo, ma pregno di qualità e persino quantità. Infine, è doveroso sottolineare una colonna sonora discreta; ho decisamente apprezzato l’idea di variare la tipiche gioiose sonorità da platform classico, sostituendole con suoni tribali e “scratchati”, quasi con tendenze hip-hop (in minima parte), ma nonostante ciò sarebbe esagerato definire l’elemento sonoro come grandioso. In generale, risulta essere il lato meno incisivo del titolo, senza dimostrarsi però un punto così debole.

Trofeisticamente parlando: postino sì, ma anche esploratore!

Il Platino di Yoku’s Island Express non è certo complicato, legato principalmente all’esplorazione completa dell’isola di Mokumana. Bisognerà completare la storia principale, oltre che ogni missione secondaria, e, ovviamente, trovare tutti i collezionabili (le Vinidici, atto che vi porterà a gustarvi un succulento segreto, oltre che un altrettanto succulento trofeo d’oro) e potenziare il tenero scarabeo con tutte le abilità presenti. Insomma, Yoku è un postino, ma con il cappello di Indiana Jones.

VERDETTO

Yoku's Island Express è una perla del panorama indie, un microcosmo che premia le idee, l'innovazione e il coraggio di piccoli studi pregni di fantasia e voglia di farsi notare. I ragazzi di Villa Gorilla c'entrano il proprio obiettivo alla grande, nonostante qualche lieve, ma ininfluente pecca (legata principalmente alla fase finale). Un titolo folle nelle idee, ma dannatamente concreto e delicato nella pratica, destinato a diventare un piccolo cult nel sottobosco del gaming. Yoku's Island Express è vessillo di originalità, simbolo e messaggio vibrante ai videogiocatori: meno omologazione, più coraggio. Ne guadagneremmo tutti.

Guida ai Voti

Vittorio Iannotti
Classe '94, studente di Scienze Biologiche. Cresce a pane e videogiochi da quando ha memoria. Vive nel paradosso dell'amore per la natura e per tutto ciò che è intrattenimento, dal cinema, alla letteratura, fino al gaming (che lo costringe a chiudersi in camera). Insaziabile viaggiatore, specie verso Est. In segreto, di notte, prega dinnanzi ad una statua di Kefka Palazzo.