Zombie Army 4: Dead War – Recensione

Sviluppatore: Rebellion Publisher: Rebellion Piattaforma: PS4 Genere: Sparatutto Giocatori: 1 (Online: 2-4) PEGI: 18 Prezzo: 49,99 € Italiano:

Dopo averci portato negli assolati deserti di Strange Brigade e negli evocativi paesaggi italiani di Sniper Elite 4, il team di Rebellion Developments, sempre molto attivo sul fronte degli sparatutto, ha deciso di dare vita a un nuovo capitolo della serie Zombie Army, che ci svela gli esiti della guerra dopo la sconfitta del Führer.

zombie army 4 dead war

Heil, Mann tot

Poco meno di quattro anni fa ci eravamo lasciati con la sconfitta di Hitler, reo di aver risvegliato con un antico rituale un esercito di non-morti per riuscire a vincere la Seconda Guerra Mondiale. Un manipolo di coraggiosi eroi riuscì, dopo mille peripezie, a confinare il malvagio capo delle truppe tedesche in un’altra dimensione. Ma la pace non è ancora stata raggiunta. In Zombie Army 4: Dead War infatti ci troveremo nuovamente a combattere l’esercito di cadaveri che mantiene il dominio nella maggior parte delle città d’Europa: Milano, Venezia e Parigi sono solo alcune delle città che dovremo tentare di ripulire dai morti a suon di proiettili.

Abbandonati quindi gli enigmi di Strange Brigade, le missioni di Zombie Army 4 verteranno sul completamento di una serie di obiettivi tra cui difesa di strutture, pulizia di vaste aree e molto altro ancora. Tutto questo potrà essere affrontato sia da soli che in compagnia, come da tradizione di Rebellion che ha sempre dimostrato di puntare molto sulla cooperativa.

zombie army 4 dead war

La fiera dei cliché

Per iniziare la nostra guerra ai non-morti sarà necessario selezionare uno dei personaggi disponibili, tutti assimilabili a una serie di stereotipi dei giochi d’azione, tra cui il guerriero nerboruto, la ragazza scaltra e simili. Inizialmente saranno disponibili quattro eroi che non avranno però differenze se non nell’aspetto, dato che sarà possibile fin da subito personalizzare l’equipaggiamento e le abilità dei personaggi. La scelta, in questo senso, è decisamente varia. Il team di Rebellion ha deciso di dare in dotazione agli eroi un’arma da distanza, un fucile a pompa per attacchi ravvicinati e una pistola da utilizzare in situazioni di emergenza. Il sistema di utilizzo di queste armi è stato preso di peso dal già citato Sniper Elite 4, tanto che alle difficoltà più elevate i proiettili che spareremo saranno influenzati dal vento, proprio come accade nella celebre saga di cecchini.

Tutte le armi saranno inoltre personalizzabili con una serie di potenziamenti che si sbloccheranno salendo di livello e ottenendo degli appositi kit sparsi nel gioco: proiettili incendiari, caricatori aumentati e tante altre modifiche che permetteranno a ogni giocatore di trovare il giusto assetto. Tutti questi strumenti di morte ci permetteranno di eliminare gli avversari in vari modi ma, se dovessimo essere alle corde, potremo comunque sfruttare l’immancabile attacco in mischia e perfino una serie di mosse speciali attivabili dopo aver raggiunto una combo di almeno dieci uccisioni consecutive, soglia facilmente ottenibile vista la gran quantità di zombi presenti nelle missioni.

Dall’Italia alla Francia

La campagna in singolo di Zombie Army 4, affrontabile anche in cooperativa, porterà i giocatori in località suggestive e decisamente azzeccate, che sapranno donare al gioco un’atmosfera cupa e gotica come è giusto aspettarsi da un titolo horror, per quanto improntato all’azione. Sfortunatamente però troviamo una struttura dei livelli povera e fin troppo antiquata. Spesso ci si ritroverà a passare da un obiettivo all’altro spostandoci in aree lineari che solo occasionalmente offriranno piccoli bivi per scoprire aree segrete o collezionabili da raccogliere.

Molto interessante invece il design degli zombi. Le truppe standard, presenti in gran numero, daranno la sensazione di combattere contro un vero e proprio esercito, mentre i numerosi avversari speciali e miniboss trasmetteranno terrore puro, aiutati dal fatto che molti saranno decisamente tenaci e difficili da abbattere. Ad accentuare “l’effetto Romero” ci penserà poi la possibilità di veder resuscitare alcuni nemici dopo averli eliminati, pronti a terrorizzarci con urla disumane e tentare nuovamente di mangiare il nostro succulento cervello.

Mostri e scenari non sono gli unici elementi grafici d’impatto, dato che per la gioia dei fan di questa saga torneranno anche le uccisioni X-Ray, che in caso di colpi particolarmente d’effetto mostreranno le eliminazioni con un rallentatore in grado di aumentare l’effetto gore con esplosione di teste e organi. Anche qua, come per gli scenari, però, troviamo un elemento negativo, dato che i veterani della serie noteranno come lo sforzo per aggiungere varianti sia stato minimo.

zombie army 4 dead war

Chi non muore si rivede

La sensazione di già visto legata alle uccisioni a raggi X si ripercuoterà in realtà su tanti altri elementi di Zomie Army 4, tanto che dopo qualche ora di gioco, soprattutto se affronterete la campagna in singolo, vi sembrerà di ripetere sempre le stesse azioni più e più volte. L’aggiunta di uno o più amici al gruppo mitigherà la monotonia, dato che si aggiungerà un elemento di tattica, assente giocando in solitaria. Rebellion ha puntato tutto o quasi sull’interazione tra i giocatori per vivacizzare il gameplay.

La scelta ci è sembrata quantomeno azzardata dato che, ad eccezione della modalità Orda di cui parleremo più in là nella recensione, non ci saranno motivi per rigiocare più volte la campagna, se non la voglia di passare qualche ora spensierata uccidendo zombi o cercando di terminare le missioni ai livelli di difficoltà più alta, sfida che richiederà comunque un discreto impegno. Proprio l’aumento della difficoltà vedrà l’aggiunta di alcuni elementi tipici della serie Sniper, come lo spostamento dei proiettili a causa del vento, che renderanno l’esperienza più completa e appagante, per quanto non siano presenti gli elementi stealth.

Sciama che ti passa

Dopo aver visto il successo dell’Orda all’interno di Strange Brigade, i ragazzi di Rebellion hanno deciso di proporre una modalità simile e per giunta omonima anche in Zombie Army 4. Proprio come avviene in Call of Duty: Black Ops (tanto per citarne uno), i giocatori si ritroveranno ad affrontare ondate di nemici di difficoltà crescente con il solo intento di sopravvivere. Pur trattandosi al momento dell’unica possibilità di affrontare sfide diverse da quelle proposte nella campagna, se si escludono le sfide settimanali, si tratta di una scelta azzeccata che permetterà agli appassionati di giochi di sopravvivenza di passare ore tentando di resistere ai morti viventi in uniforme che sciameranno sullo schermo.

Unica pecca, in questo senso, alcuni piccoli rallentamenti nei momenti più concitati, che influiranno sulla qualità generale dell’esperienza ma non la comprometteranno, senza contare che si tratta di piccole magagne sistemabili senza troppa fatica con una patch correttiva. Molto buona anche la varietà di livelli e la struttura degli stessi che, a differenza di quanto visto proprio nel già citato Strange Brigade, saranno molto più vasti e interattivi.

zombie army 4 dead war

L’alba dei morti nazisti

A livello tecnico Zombie Army 4 non esagera mai, ma mostra comunque una buona qualità sia per quanto riguarda la parte grafica che per quanto concerne la colonna sonora. I modelli poligonali degli zombi e dei personaggi saranno più che gradevoli, così come gli effetti degli spari e delle esplosioni che trasmetteranno sempre una grande soddisfazione, quando, ad esempio, daremo fuoco o faremo saltare in aria ondate di nemici. Interessante anche la colonna sonora, in grado di caricare i giocatori nei momenti più concitati e di lasciare spazio alla tensione quando ci si ritroverà magari a far fuori una serie di non-morti utilizzando il mirino ottico del fucile da cecchino. Piccolo tocco di pregio l’emissione di alcuni suoni dal microfono del DualShock 4, come ad esempio quello legato alla ricarica delle munizioni o all’ottenimento di collezionabili o di potenziamenti, nonostante a volte il rumore possa risultare un po’ troppo fastidioso.

Al netto invece dell’assenza di una co-op locale, che sarebbe stata perfetta, sarà comunque possibile sterminare non-morti con un massimo di altri tre compagni. In tal senso la fruibilità sarà ottima, grazie a molte opzioni per personalizzare le stanze di gioco e un’ottima fluidità, frutto anche della grande esperienza del team. Un ultimo accenno per sottolineare la mancata localizzazione in italiano, che farà perdere alla storia parte del suo fascino. Un vero peccato, soprattutto visto l’impegno per creare una trama che potesse collegarsi ai precedenti capitoli.

Trofeisticamente parlando: spara che ti passa

La lunga lista trofei di Zombie Army 4: Dead War vanterà una buona varietà di coppe. Oltre all’immancabile richiesta di completare il gioco alla difficoltà più alta, sarà necessario eseguire determinati tipi di uccisioni, salire al livello massimo e molto altro ancora. Niente di impossibile, comunque, soprattutto se deciderete di giocare in compagnia di amici e se sfrutterete la nostra immancabile guida ai trofei, con la quale otterrete il Platino in men che non si dica.

VERDETTO

Passato dall'essere una semplice espansione di Sniper Elite a uno spin-off indipendente, Zombie Army sembra davvero pronto a fare il salto di qualità. Anno dopo anno Rebellion sta limando i dettagli e le spigolosità del gioco, regalando agli appassionati tante emozioni. Zombie Army 4, per quanto alcuni piccoli difetti ci abbiano fatto storcere il naso, mantiene in pieno la sua promessa di portare sugli schermi dei giocatori un esercito di morti viventi da combattere con armi devastanti, colpi spettacolari e tanta azione. Inutile negare che l'avventura in singolo potrebbe stufare presto, complice anche una ripetitività di fondo e una struttura dei livelli antiquata; la vera forza del gioco è infatti il multiplayer. Se avete un gruppo di compagni appassionati di sparatutto, quindi, non fatevi sfuggire Zombie Army 4: Dead War.

Guida ai Voti

Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.

2 Commenti

Comments are closed.