Nel fervore del 2024, anno segnato da importanti lanci nel settore videoludico giapponese, titoli come Persona 3 Reload, Like a Dragon Infinite Wealth e Final Fantasy VII Rebirth si distinguono. Tuttavia, un nuovo contendente vorrebbe farsi strada: Reynatis, un action GdR urban fantasy di produzione più modesta, ma non meno promettente, grazie al sostegno di figure di spicco del settore. Sviluppato da FuRyu e distribuito da NIS America, Reynatis si avvale della direzione creativa di Natsume Atari e promette di lasciare il segno.
La collaborazione con NEO: The World Ends with You, che si concretizza in una missione esclusiva, ha suscitato poi grande interesse fin da subito. Ma le sorprese non finiscono qui: la colonna sonora porta la firma di Yoko Shimomura, celebre per le sue composizioni in Kingdom Hearts, Final Fantasy XV e Xenoblade Chronicles, e vede anche la partecipazione di Kazushige Nojima, mente dietro le sceneggiature di capolavori come Final Fantasy VII: Remake e Rebirth.
Considerando i nomi di spicco coinvolti, è ragionevole attendersi un’opera di significativa qualità produttiva. Ma la realizzazione avrà rispettato le aspettative? Lo scoprirete leggendo la nostra recensione di Reynatis.
La minaccia dei maghi
Il gioco sviluppato dalla FuRyu Corporation, ci invita a esplorare una Tokyo fantastica, dove le strade di Shibuya si mescolano con elementi di pura fantasia. In questo mondo, la magia è una realtà tangibile, riconosciuta dalla popolazione ma temuta da coloro che ne sono privi.
I maghi, minoranza perseguitata, sono costretti a celarsi e a condurre un’esistenza solitaria per evitare l’arresto. Tra loro c’è Marin Kirizumi, uno studente universitario e mago che ha incontrato la magia a quattordici anni, sopravvivendo miracolosamente a un incidente. Da allora, la sua vita è stata un continuo nascondersi, sognando una libertà ormai perduta. Determinato a trovare la pace, Marin intraprende un cammino insidioso, aspirando a diventare il più grande mago di tutti, spinto dalle ultime parole di suo padre.
La seconda protagonista invece, Sari Nishijima, agente della M.E.A. (Magic Enforcement Administration), è impegnata nella lotta al crimine per purificare Shibuya. Maghi e la sostanza proibita “rubrum”, che trasforma gli umani in creature mostruose, rappresentano la minaccia da sradicare. La storia inizia quando il destino fa incontrare Marin e Sari e fa intrecciare i loro mondi. Reynatis infatti ci permette di calarci nei ruoli di entrambi: il mago in fuga e l’agente determinato a debellare il crimine, offrendoci un’avventura che unisce due prospettive uniche in un viaggio emozionante attraverso il velo della magia e della realtà.
Shibuya e la magia
Camminare tra le affollate strade di Shibuya è un’esperienza che molti giocatori hanno immaginato e desiderato almeno una volta. Nel gioco infatti, l’avventura si snoda proprio attraverso la metropoli, suddivisa in distretti progressivamente accessibili seguendo il filo narrativo. Esplorando le zone tradizionali, si scoprono anche portali che aprono le porte a dimensioni inedite e misteriose.
Assumendo il ruolo di Marin durante l’esplorazione in città, bisogna usare i suoi poteri con cautela per evitare di diventare un bersaglio facile. L’uso delle sue abilità susciterà timore tra i cittadini, che reagiranno condividendo post sui social media, catapultandoci in cima alle tendenze e ai ricercati. Infatti, se si raggiunge la vetta della notorietà, una squadra speciale dotata di e-chip verrà dispiegata per neutralizzarci. Al contrario, Sari, appartenente alla M.E.A., ha il privilegio di esercitare i suoi poteri senza restrizioni e pericoli.
Con l’incremento del livello di allerta, si intensifica anche lo stress dei protagonisti, influenzando negativamente le loro prestazioni in combattimento. Per mitigare la tensione, è possibile ricorrere a distributori automatici che offrono oggetti calmanti. Tuttavia, diminuire il livello di allerta è piuttosto semplice: è sufficiente spostarsi in un altro distretto o sfruttare aree segrete all’interno dell’ambiente di gioco.
Reynatis sfugge a una classificazione di genere univoca, poiché combina diverse meccaniche durante i combattimenti. Fondendo elementi tipici di un gioco d’azione a quelli di un GDR. È essenziale infatti saper gestire con perizia inventario e abilità per prevalere negli scontri. La barra MP regola l’impiego di attacchi magici e, una volta esaurita, necessita di un intervallo per ricaricarsi, che può essere accelerato con schivate eseguite alla perfezione. La squadra inoltre può contare su un massimo di tre combattenti in prima linea, mentre i restanti accumulano esperienza in panchina.
Il gameplay di Reynatis
Il sistema di combattimento si presenta con una struttura chiara e diretta. Si hanno a disposizione due tipi di attacchi, uno basato sulle abilità speciali e l’altro su azioni fisiche. È possibile eseguire combinazioni di mosse alternando i personaggi all’interno del gruppo, sfruttando le loro diverse competenze. Nonostante il gameplay possa sembrare coinvolgente nelle prime fasi, con il tempo può risultare monotono, mancando di un’evoluzione marcata durante il progredire del gioco. Questo diventa evidente soprattutto nel confronto con i nemici che tendono ad assomigliarsi troppo.
Per quanto riguarda i boss, rappresentano un punto di forza del gioco. Molti di essi sono caratterizzati da meccaniche innovative e sfidanti che testano le abilità sviluppate nel corso dell’avventura. Tuttavia, nella seconda metà del gioco, anche i boss tendono a cadere in una certa ripetitività, presentando una fase iniziale seguita da una modalità “risveglio”. Ciò nonostante, il confronto finale è ben progettato e si addice al climax del gioco, risultando impegnativo con una serie di attacchi complessi e potenti.
Le missioni secondarie aggiungono diversità al gioco e possono essere gestite facilmente tramite lo smartphone dei personaggi. Completarle permette di diminuire il livello di Malice e di ottenere nuove abilità per rafforzare la squadra. Sebbene la maggior parte di queste missioni si concentri sulla raccolta di oggetti o sull’eliminazione di specifici avversari, di tanto in tanto si possono scoprire sotto trame più avvincenti e dettagliate.
Soppressione e Liberazione
In Reynatis, i personaggi che impersonerete sono dotati di due stati emotivi distinti e alternabili a volontà, in qualsiasi momento del gioco, sia durante l’esplorazione che nei combattimenti. Questi sono definiti come lo stato di Soppressione e quello di Liberazione, entrambi essenziali per progredire nel gioco.
In modalità Soppressione, il personaggio maschera la sua vera identità, permettendogli di muoversi senza essere notato dai residenti di Shibuya, interagendo con loro per raccogliere informazioni o compiti secondari. In combattimento, questa modalità impedisce attacchi diretti, limitando le azioni a schivate e parate strategiche, accumulando energia per una barra che determinerà la durata dello stato di Liberazione.
Una volta attivato, lo stato di Liberazione invece rivela il vero potere del personaggio, consentendo attacchi in serie e l’uso di abilità speciali configurabili tramite un menu di gestione del gruppo. Quando l’energia si esaurisce, il personaggio ritorna allo stato di Soppressione, e il ciclo ricomincia. La gestione e l’alternanza di questi stati sono al centro dell’esperienza di gioco.
Per esempio, lo stato di Liberazione ci permetterà di attraversare agilmente le vie di Shibuya, scoprendo elementi nascosti pronti per essere raccolti, tuttavia, questo comportamento non mancherà di suscitare l’interesse delle autorità. Le forze dell’ordine inizieranno a ricevere avvisi dai cittadini, come già detto precedentemente, e continueranno a farlo fino a quando non verrà dispiegato un team specializzato anti-magia per neutralizzarci. Questi scontri sono praticamente a senso unico, quindi è importante saper dosare questa meccanica.
Uno sguardo alla componente artistica
Sotto l’aspetto tecnico, Reynatis mostra purtroppo segni di obsolescenza. Le texture e i modelli 3D mancano di finezza, e i volti dei personaggi appaiono spesso immobili e dall’aspetto innaturale. Con piccoli aggiustamenti si sarebbe potuto notevolmente elevare la qualità visiva, in particolare mettendo in risalto i personaggi rispetto agli sfondi di gioco. Nonostante queste mancanze, il distretto di Shibuya è comunque un luogo che invita all’esplorazione, anche se manca di dettagli. La riproduzione della città è un fedele omaggio al famoso quartiere di Tokyo.
Per quanto riguarda l’audio, il doppiaggio giapponese mi ha lasciata pienamente soddisfatta, con voci che si adattano perfettamente ai personaggi. La colonna sonora merita una menzione d’onore, essendo opera della celebre Yoko Shimomura. Diverse tracce evocano le atmosfere di Final Fantasy XV e Kingdom Hearts, un tributo intenzionale, considerando che l’influenza di FuRyu dai vari titoli di Square Enix è piuttosto marcata.
La strada verso il Platino
La collezione di trofei di Reynatis comprende un totale di ben 47 coppe, ripartite in 33 di bronzo, 11 d’argento, sole 2 coppe d’oro e il prestigioso Platino. Riguardo l’ambita coppa blu, il tempo stimato per raggiungerla è di 30 ore circa, e non sarà per niente difficile farlo.
La lista trofei è lunga e piena di cose da fare, molte delle coppe però le otterrete finendo la trama con tutti e i 2 i personaggi. Le coppe rimanenti invece le otterrete finendo tutte le missioni secondarie, raccogliendo tutti i vari collezionabili (i wazart, i messaggi e i rapporti), facendo varie azioni di miscellanea e portando a 0 la Malice. Infine vi basterà portare a livello massimo tutti i maghi per la coppa rimanente. DING!