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Tekken Blood Vengeance – Speciale

Regia: Youichi Mori Produttore: Yoshinari Mizushima Scritto da: Dai Sato Studio: Digital Frontier
Distribuito da:
Bandai Namco Release Date: Autunno Lingua: Inglese, sottotitolato in Italiano

In occasione della release date in Nord America (il 26 luglio) e in Australia (il 27 luglio) di Tekken Blood Vengeance, Namco Bandai e Digital Frontier (lo studio che ha animato il film) hanno pensato bene di organizzare un evento presso il cinema Apollo a Milano – che sicuramente i residenti di quella zona che stanno leggendo conosceranno trovandosi all’incirca in Piazza Duomo – dove abbiamo potuto ammirare con deciso anticipo il suddetto film rispetto all’Europa, per la quale è prevista la distribuzione del DVD in ottobre, e allo stesso Giappone, per la cui data di uscita prevista nei cinema è il 3 settembre di quest’anno. Ecco dunque che, casomai vogliate leggerlo, vi troverete davanti a un articolo un po’ fuori dai canoni di PlayStation Bit: non si tratta di una recensione vera e propria, dal momento che non è lavoro nostro recensire film, anche se riguardanti il mondo videoludico. Più che altro questo è uno speciale, una chiaccherata a scopo informativo.

Indubbiamente, Tekken ha sempre il suo fascino, sin dal 1994, quando uscì il primo capitolo. Nel frattempo Heihachi sarà morto una decina di volte.

A scanso di equivoci, cominciamo subito col dirvi che Blood Vengeance non è, come potreste pensare, il film di cui probabilmente avrete visto qualche trailer in televisione o su internet, in uscita il 6 agosto in Italia. Essere sottoposti a quel film da parte di Namco Bandai ci avrebbe, molto probabilmente, spezzato il cuore, senza contare che avremmo cominciato a disprezzare una saga che per molti anni ha costituito, ai tempi della prima PlayStation, una di quelle cose che oggi viene comunemente detta killer application.
Andate a guardarvi il trailer, sempre che non l’abbiate ancora visto, altrimenti sarebbe masochismo puro. Fatto? Ecco, ora sarete sicuramente d’accordo con il sottoscritto.

Nel caso non ne abbiate il coraggio, di vedere tale abominio, innanzitutto vi beccate una bella pacca sulla spalla, poi vi direi che, giusto per fare due esempi, Anna e Nina Williams sono alleate (!), e Kazuya ha guadagnato una barba ma ha perso per strada una cicatrice. Mah. Se volete segnarvi sulla lista nera il regista, sappiate che è tale Dwight H. Little. Per quanto riguarda il Live Action, ossia l’utilizzo di attori in carne ed ossa, forse è meglio tacere, dal momento che spesso la somiglianza con la controparte digitale riguarda, se tutto va bene, il vestiario. Per Yoshimitsu nemmeno quello, dal momento che per la sua parte si mormora che si siano utilizzati alcuni pezzi di una lavatrice rotta, un action figure di Megatron e un pollo allo spiedo scaduto.

Riprendendo il discorso iniziale, comunque, quello che abbiamo visto noi, di film, è Blood Vengeance: lo ripetiamo al costo di essere noiosi. Un lungometraggio in Computer Grafica con supporto alle tre dimensioni, che adotta lo stile delle mini sequenze che fanno capolino nel gioco ogni qualvolta completiate la storia con un singolo personaggio. Cronologicamente le vicende si vanno a piazzare tra il Tekken 5 per PlayStation 2 e l’ultimo capitolo, Tekken 6 per PlayStation 3.
Gli eventi riguardano alcuni chiodi fissi della serie, come il conflitto generazionale tra figlio, padre e nonno della stessa stirpe, ossia Jin, Kazuya e Heihachi, la battaglia per il Gene Devil e l’incontro-scontro tra le due associazioni più grandi del pianeta, la Mishima Zaibatsu e la G Corporation.

Eccolo qui, Shin. Quali sono i suoi segreti, cosa nasconderà?

Se delle righe precedenti non ci avete capito una mazza, beh, in parte è normale, dal momento che la serie Tekken, a livello narrativo, si è sempre contraddistinta per personaggi che non muoiono mai, il che porta a numerosi accavallamenti temporali e colpi di scena sempre un po’ assurdi e fuori di testa. In ogni caso, forse dovreste cominciare a pensare di tenervi alla larga, perché nello stesso film è spiegato proprio poco per quanto riguarda il background dei vari personaggi, probabilmente perché, un po’ come per i canti omerici, Namco Bandai ha prodotto questo film in particolar modo per i fan, che la storia la masticano già da tempo: per tutti gli altri, invece, rimarranno buchi narrativi anche piuttosto pesanti.
L’unico personaggio veramente inedito è Shin Kamiya, un ragazzo riservato su cui saranno centrate le indagini delle due associazioni già citate, che ha un passato misterioso, oltre ad una brutta abitudine a “scivolare” giù dai tetti.

A livello di cast sarebbe stato improponibile introdurre tutte le decine di lottatori che sono comparsi in questi anni, e anche al fine di non rendere il tutto eccessivamente confusionario, sono stati effettuati dei “tagli”. Oltre al già citato Shin, al centro di tutto ci sarà un simpatico terzetto ad essere sballottato da forze superiori un po’ ovunque: stiamo parlando di Xiaoyu, accompagnata dall’inseparabile Panda, e Alisa, il cyborg comparso nel sesto capitolo ufficiale. Sullo scenario (ma mica tanto), a darsi battaglia ci sono tre gruppi: il primo formato da Heihachi e relativi scagnozzi inutili, il secondo da Jin e Nina, con al seguito altri scagnozzi di cui l’utilità e paragonabile ai precedenti, e il terzo da Kazuya e Anna, con chi altro, vi starete chiedendo. Già, sempre altri sicari pensati ad hoc per prendere una marea di botte. A tratti comparirà anche Lee, l’eccentrico maestro a cui sono relegati alcuni (anche riusciti, a dirla tutta) momenti di ilarità.

Nel suo complesso l’opera risulta godibile, eccezion fatta per i già citati problemi di lacunosità narrativa e qualche animazione un po’ troppo legnosa delle “comparse”. A dir la verità ci sarebbe anche un piccolo problema di inquadrature che, specie nella prima parte, insistono particolarmente sulle gambe e il sedere di Xiaoyu, ma visto il target prettamente maschile, siamo sicuri che nessuno se ne lamenterà, anzi, saranno in molti ad apprezzare.
In generale, però, la visione è largamente consigliata ai fan dell’Iron Fist Tournament, anche solo per le firme d’eccezione che hanno preso parte al lavoro, tra cui Youichi Mori (“Cowboy Bebop”) in qualità di regista, Dai Sato (“Cowboy Bebop” e “Ghost in the Shell: Stand Alone Complex”) in qualità di scrittore e Yoshinari Mizushima, già direttore artistico della serie videoludica, nel ruolo di producer.

"Ci avevo appena passato la cera qui dentro, idiota."

Concludiamo questo breve speciale tornando a parlare di videogiochi: a proposito di Tekken 7, tutto tace da parte di Namco Bandai, anche se pare che il nuovo capitolo sia già in lavorazione. Tekken Tag Tournament 2 intanto è già stato annunciato, e noi speriamo solo che non ci siano modifiche radicali come nel quarto capitolo, uno dei peggiori di sempre, se non il peggiore e basta, forse anche perché veniva dopo un capolavoro quale era stato il terzo. Confidiamo invece nel fatto che il prossimo Tekken sarà sull’onda della continuità, con le dovute migliorie del caso, a partire da un settore tecnico che nel sesto capitolo sembrava un po’ troppo traballante. Per finire in bellezza, vi lasciamo il trailer del film che dovete andare a vedere se siete dei fan del picchiaduro Namco Bandai, quello che uscirà in DVD questo autunno, mentre a meno che proprio non siate desiderosi di farlo, lasciate vedere a qualcun altro il film che è sul punto di uscire nelle sale nei prossimi giorni (vi basti sapere che lo stesso direttore del progetto, Katsuhiro Harada, ha chiesto ironicamente a tutti di dimenticarlo). Come ultima alternativa, se proprio vi obbligheranno, portatevi dietro un bel cappio, che un posto per agganciarlo uno lo trova sempre.

httpvh://www.youtube.com/watch?v=IPT_qqJ12s4

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Dario Caprai
Non capisce niente di videogiochi ma, dal momento che non lo sa, continua a parlarne, imperterrito. Tanto è vero che il tempo preferisce passarlo a scrivere, a leggere, a vedere un film, a seguire e praticare sport, a inveire per il fantacalcio, a tenersi informato su tecnologia e comunicazione piuttosto che con un DualShock in mano. In tutto questo è, però, uno degli admin di PlayStationBit da tempo ormai immemorabile.

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