Se siete dei nostalgici degli sparatutto a scorrimento, vi sentirete a casa con la recensione Speedrun di Wings of Bluestar. Il titolo di eastasiasoft e Shinu Real Arts riporta in un mondo in cui chi aveva più monetine in tasca era venerato e chi rimaneva a secco doveva lasciare la postazione. Salite a bordo di una navetta spaziale e iniziate a sparare con noi.

Wings of Bluestar è un tributo valido?
Per decretare se Wings of Bluestar sia o meno un titolo degno di nota, è necessario prendere in esame vari elementi. Gli sparatutto bidimensionali a scorrimento sono infatti tornati di moda, con prodotti come Vasara Collection e simili che hanno pescato a piene mani dal passato. Sono sempre più numerosi i rifacimenti in chiave moderna di vecchi cabinati, piccole gemme riproposte con qualche modifica per adattarli al palato esigente dei giocatori della nuova generazione.
In questo scenario si colloca Wings of Bluestar, un gioco che non è un remake ma che ha una forte aura nostalgica. I giocatori salgono a bordo di una navetta spaziale nei panni di uno dei due eroi disponibili e iniziano a sparare, seguendo le linee di una trama che cerca di essere interessante ma che condensa troppe informazioni in poco tempo. Un’intelligenza artificiale chiamata BRAIN ha schiavizzato la popolazione di Bluestar, un pianeta ultra tecnologico che a causa di una crisi energetica è ripartito dalla preistoria. Due coraggiosi piloti combattono però per la libertà, distruggendo ondate di mostri robotici.
Come è facile immaginare, si tratta di un pretesto per riversare fiumi di fuoco luminoso a schermo, senza contare che l’intera storia è presentata come una visual novel. La lettura dei rapidi scambi di battute diventa fin da subito pesante, tanto che si tenderà a saltare il tutto per tornare a sparare. A livello di combattimenti, infatti, Wings of Bluestar rende al meglio, seppur con qualche problema di fondo.

Il gameplay di Wings of Bluestar
Superati i dialoghi, ci si trova in ambientazioni spaziali a combattere ondate di robot volanti. Wings of Bluestar è un bullet hell incredibilmente classico. La nostra navetta che sparerà solo frontalmente e potrà utilizzare una mossa speciale e raccogliere potenziamenti. Una variante è data dalle torrette liberamente orientabili, per sparare anche alle nostre spalle o in verticale. Tutto bello sulla carta, peccato però che la velocità di rotazione (affidata ai grilletti dorsali o alla levetta destra) renderà tutto ingestibile.
Ottenere la giusta precisione è pressoché impossibile, senza contare che sparare con il tasto X, muoversi con la levetta sinistra e ruotare le torrette con la destra è umanamente impossibile (salvo essere un contorsionista). A poco serve la presenza di due modalità, Storia e Arcade, dato che queste sono sostanzialmente uguali, salvo fatto per la presenza o meno dei dialoghi. Oltre ai potenziamenti inoltre sono presenti delle Risk Stars, stelle che permettono di sbloccare modalità aggiuntive come la Boss Rush da un apposito menu bonus.
A livello di gameplay quindi, Wings of Bluestar è senza infamia e senza lode. Stessa sorte per un comparto tecnico che propone una colonna sonora relativamente monotona e una grafica che solo sporadicamente regala qualche barlume di emozione. Gli scenari sono tutti abbastanza anonimi, così come il design dei nemici e dei boss. Interessante la resa dei proiettili, ma niente che si discosti dai canoni del genere. Buona anche la longevità, per quanto si tratti pur sempre di un arcade dalla difficoltà relativamente bassa. Quest’ultima può comunque essere modulata, così come il numero di crediti, dallo scarno menu opzioni.
Il Platino di Wings of Bluestar
Esatto, nella sua mediocrità Wings of Bluestar brilla sicuramente a livello di trofei. Eastasiasoft ci ha abituati a regalarci in pochi minuti tante coppe blu e questo sparatutto arcade non fa eccezione. Per riuscire nell’impresa sarà sufficiente arrivare fino al terzo livello e assicurarsi di raccogliere quante più stelle e pezzi di foto possibili. Se poi dovesse mancarvi qualcosa, basterà ricominciare da zero, dato che tutti i trofei sono cumulativi. Un vero e proprio volo rilassato fino al Platino.