Primo PianoAkiba's Trip: Undead & Undressed - Recensione

Akiba’s Trip: Undead & Undressed – Recensione

Publisher: NIS America Developer: Acquire
Piattaforma:
 PS Vita (disponibile anche su PS3; in arrivo su PS4) Genere: Action/JRPG Giocatori: 1 PEGI: 16

Senza NIS America, si sa, moltissimi videogiocatori occidentali non avrebbero mai potuto giocare ad una quantità spropositata di titoli provenienti dalla Terra del Sol Levante. Il publisher, invece, praticamente ogni mese, dopo un lavoro di doppiaggio certosino (rigorosamente in inglese) permette a tantissimi di provare con mano i folli titoli nipponici in una lingua a loro bene o male comprensibile. Anche questo mese, NIS America non si è smentita e ha portato in Europa un titolo a lungo atteso da molti fan: stiamo parlando di Akiba’s Trip: Undead and Undressed, secondo capitolo di una saga di action/JRPG molto famosa in Giappone, ambientata nel celebre quartiere di Tokyo Akihabara, che chiede al giocatore di sconfiggere una serie di nemici… spogliandoli! Badate: premesse banali e trovate completamente fuori di testa come questa, però, nei titoli di stampo nipponico nascondono spesso trame ben più complesse ed oscure e questo titolo, come vedremo, non fa di certo eccezione. Sarà riuscito a conquistarci in ogni suo aspetto a tal punto da consigliarvi l’acquisto?

Akiba's Trip: Undead and Undressed

Sono un nerd e mi trovavo a passare così per caso…

La storia di Akiba’s Trip: Undead and Undressed non lascia spazio a lunghe introduzioni o noiosi preamboli. Nanashi, il protagonista del titolo, (anche se il nome, volendo, può essere modificato a nostro piacimento all’inizio del gioco) non impiegherà nemmeno un minuto per mettersi nei guai. Accettata una mail che prometteva oggetti rari per otaku (per chi non lo sapesse non sono altro che degli incalliti lettori di manga, un po’ come noi nerd con i videogiochi) in cambio di un “favore”, si precipita in una specie di prigione e dopo poco si ritrova legato ad un letto pronto per essere la prossima vittima di un certo Zenya Amo e i suoi scagnozzi, i cosiddetti Synthister, esseri dalle sembianze del tutto umane che terrorizzano il quartiere di Akihabara risucchiando, senza che nessuno se ne accorga, l’energia vitale di giovani otaku e nerd di ogni sorta, che popoleranno anche le strade del gioco. Proprio mentre il “fattaccio” sta per compiersi, Nanashi viene salvato da una enigmatica sconosciuta, una certa Shizuku.
I due riescono a salvare la pelle dopo una rocambolesca fuga dalla struttura, anche se Nanashi, ormai allo stremo delle forze, è costretto a fidarsi della sconosciuta e a bere il suo sangue che, come da lei affermato, è l’unica soluzione prima che sia “troppo tardi”, nonostante tutte le conseguenze, che di certo non staremo qui a spiegare al fine di evitarvi spoiler di ogni sorta. Ciò che sicuramente possiamo riferirvi, invece, sono ovviamente le conseguenze di tutto ciò dal punto di vista del gameplay: bevendo il sangue di Shizuku, Nanashi ha acquistato incredibili poteri e si sente in dovere, una volta a conoscenza dell’esistenza di questi esseri malvagi, di salvare la gente del quartiere, combattendo al fianco di Shizuku e amici fidati che insieme andranno a formare i cosiddetti “Akiba Freedom Fighters”, e alcuni tra loro saranno fondamentali sia in termini di gameplay che ai fini della trama stessa.
Grazie ai suoi poteri e ai suoi alleati, Nanashi può finalmente combattere i Synthister e, come anticipatovi nell’introduzione di questa recensione, per sconfiggerli dovrà svestirli! Si, avete letto bene: i Synthister sono sensibili alla luce del sole e quale miglior modo per esporli ad essa se non denudarli?

Le protagoniste sono a volte svestite, ma senza mai esagerare
Le protagoniste sono a volte svestite, ma senza mai esagerare

Strip tease…

Dal punto di vista del puro gameplay, la parte preponderante di questo aspetto del gioco la occupano senza dubbio le fasi di combattimento. Un tasto sarà assegnato al salto ed i restanti tre a determinate parti del corpo: testa, busto e gambe. Premendo questi tasti, si andrà a colpire il nemico nella corrispondente parte del corpo, fino ad indebolire a tal punto il copricapo, la maglietta e il pantalone/gonna da poterglielo letteralmente strappare via al fine di denudarli completamente e vederli bruciare al sole. So già a cosa state pensando: “e allora cosa si vede?”. Beh, praticamente nulla grazie ad un lampo di luce che andrà a coprire sia gli indumenti intimi che ciò che c’è sotto (if you know what I mean…).
Indebolendo abbastanza più nemici, potrete concatenare una serie di “strip” tramite un quick time event che vi garantiranno un grande vantaggio una volta tornati in combattimento e molti più punti esperienza grazie ad un moltiplicatore che si andrà ad attivare in queste occasioni. Durante i combattimenti non mancherà un loot-system, con la possibilità di raccogliere le armi e vestiti dei nemici sconfitti e migliorare, dunque, il proprio arsenale. Armi e vestiti che potranno, inoltre, essere anche fusi tra loro per migliorarli sempre più. Purtroppo, duole constatare che, seppur divertente e discretamente completo, il combat-system, composto, appunto, da tre attacchi, schivata, contrattacco ed anche un attacco speciale da compiere con il proprio partner della missione (selezionabile tra gli Akiba Freedom Fighters sopra citati) non risulta sempre preciso. Il targetting dei nemici è automatico ma a volte risulta davvero frustrante ed impreciso visto che spesso non si focalizzerà sul nemico più vicino ma su quello che stavamo attaccando in precedenza, anche se noi o quest’ultimo ci siamo ormai allontanati l’uno dall’altro.
La maggior parte delle arene dove si svolgeranno i combattimenti risultano piccole ed, in alcune situazioni, popolate da troppi nemici in proporzione proprio alla loro misera estensione, facendo diventare anche il solo spostarsi una vera impresa. Come se non bastasse, è proprio in queste situazioni concitate che il gioco soffre di inspiegabili rallentamenti e cali di frame-rate piuttosto vistosi. Dico inspiegabili perché, per usare un eufemismo, non è che le aree del gioco siano qualcosa di strabiliante in termini di dettagli, anzi.

Non lasciatevi distrarre... c'è da combattere!
Non lasciatevi distrarre… c’è da combattere!

…e non solo!

Per fortuna Akiba’s Trip: Undead and Undressed non si compone solo di fasi action. Ricordiamoci, infatti, che si tratta comunque di un JRPG ed in quanto tale non manca una progressione del personaggio e degli alleati accennata nel paragrafo precedente. Accanto alla storia principale potremmo alternare le classiche missioni secondarie che, se non risultano originalissime, quanto meno sono discretamente varie e non richiedono di affrontare solo la solita schiera di nemici ma ci condurranno a compiere diversi compiti qua e là per lo splendido quartiere di Akihabara, su cui ci soffermeremo ampiamente nel prossimo paragrafo della recensione.
Tornando alla storia principale, essa si compone, come detto, principalmente di fasi action, ognuna di queste intervallate da tanti e continui dialoghi (spesso molto lunghi, anche se mai noiosi). Molti di questi dialoghi ci metteranno di fronte a delle scelte da compiere e tra frasi da dire o non, opinioni da palesare e alleati da accusare o difendere ci ritroveremo senza nemmeno accorgercene a plasmare uno dei vari finali disponibili. Inoltre, durante il gioco queste scelte che compiremo ci permetteranno anche di intraprendere alcune love-story con diverse comprimarie, ma questo dipenderà dalla nostra abilità come seduttori e quanto essa farà colpo su di loro, il tutto a vantaggio, comunque, di una maggiore profondità narrativa (senza tutto ciò il sistema di scelte non avrebbe avuto senso di esistere) e di una maggiore varietà.

Si, scegliendo determinate opzioni si può far sembrare il nostro protagonista un perfetto cretino!
Si, scegliendo determinate opzioni si può far sembrare il nostro protagonista un perfetto cretino!

Libertà vigilata

Come comprensibile dal suo nome, il gioco è ambientato in uno dei quartieri più popolari di Tokyo, quell’Akihabara (per gli amici Akiba, appunto) destinazione obbligatoria per tutti gli appassionati di manga, anime e videogame in visita nella capitale nipponica. Il titolo permette di assaporare proprio l’atmosfera che troveremmo ora in un ipotetico viaggio in questo “paradiso dei nerd”. Tutto è stato ricreato a perfezione: dai negozi alle strade, passando per i palazzi più importanti del quartiere sono presenti, con tanto di pubblicità reali. Non è difficile perdersi ad ammirare il palazzo della SEGA, realmente presente ad Akiba, o fermarsi a guardare il trailer di altri titoli pubblicati da NIS America negli enormi schermi pubblicitari che permettono di lasciarsi immergere ancora di più nella vita del quartiere.
Perfino i cartelloni pubblicitari che si presenteranno a schermo durante i caricamenti sono veri! Girovagando per Akiba non sarà raro, inoltre, origliare i discorsi di altri ragazzi impegnati nel discutere sul loro cabinato preferito o sulla migliore “idol” in circolazione, organizzarsi per una maratona di 18 ore sull’ultimo anime uscito o per un raduno cosplay o chiedere su Pitter, un fittizio social network nel quale potremmo accedere nel gioco, quale sia il migliore pad per godersi i picchiaduro o le ultime offerte sulle action figure in circolazione. Tutte cose all’ordine del giorno per noi nerd che vengono analizzate, ricreate e spesso ironizzate a perfezione in Akiba’s Trip: Undead and Undressed!
Purtroppo anche in questo caso, come per il combat-system, un freno c’è. Akiba è stupenda da esplorare ma dopo un po’ stanca per un semplice motivo: i continui e noiosi caricamenti. Il gioco, infatti, non ci permette di esplorare liberamente il quartiere ma lo divide in minuscole aree, spesso costituite da una sola stradina, collegate tra loro da continui caricamenti, appunto, che alla lunga scocciano. Ciò porta il giocatore ad accettare le diverse missioni, verificare sulla mappa il luogo di “inizio missione” e selezionarlo per intraprendere un viaggio rapido se il luogo è già stato esplorato in precedenza, subendosi un unico lungo caricamento al posto di molti altri ma perdendosi la parte migliore del gioco, ossia proprio l'”aria” che il titolo permette di respirare lasciandosi andare all’esplorazione. Un vero peccato, visto quanto descritto poco sopra.

Il quartiere è stato ricreato davvero in maniera ineccepibile.
Il quartiere è stato ricreato davvero in maniera ineccepibile.

Qualche chicca

Dal punto di vista tecnico, come alla maggior parte dei titoli di questo tipo provenienti dalla Terra del Sol Levante, non ci si possono di certo attendere miracoli. I precedentemente citati rallentamenti, i continui caricamenti ed in generale un livello di dettagli appena sufficiente non sono di certo un bel colpo d’occhio ed un buon biglietto da visita per chi si approccia al titolo. Nonostante ciò, cercando bene qualcosa di buono in fondo c’è. Innanzitutto la longevità del gioco si attesta sulle 12-15 ore per completare solo la missione principale che gode di un’ampia rigiocabilità grazie alla storia discretamente interessante e ai finali multipli.
Il sonoro si attesta su buoni livelli, come da tradizione NIS, con musiche dignitose ed un doppiaggio inglese, invece, di gran lunga sopra la media. Attenzione, però: il livello di inglese richiesto è leggermente più alto di quello richiesto, ad esempio dai recensiti Disgaea 4: A Promise Revisited o Fairy Fencer F. Nulla di incomprensibile, comunque.
In conclusione non mancano di certo alcune chicche che, seppur non fondamentali, non potranno non far felice qualche fan. In primis, il doppiaggio giapponese selezionabile nelle opzioni seguito da wallpaper scaricabili per il proprio smartphone e finendo per le insolite card per la realtà virtuale presenti nella versione PlayStation Vita del gioco da noi provata. Ebbene si: la tecnologia della realtà virtuale (altra caratteristica della sfortunata console di casa Sony praticamente mai sfruttata a dovere) viene introdotta nel gioco per presentarci un profilo completo dei diversi protagonisti del gioco e vederli animarsi proprio davanti a noi. Nulla di trascendentale, è vero, ma pur sempre un’aggiunta diversa dal solito.

httpvh://youtu.be/T1fmXZJY9X4

Commento finale

Akiba’s Trip: Undead & Undressed è di quanto più classico ci si possa aspettare dai titoli importati in Europa da NIS America: trovate folli, tanto divertimento e molto fan-service, intervallati da difetti tecnici. Le fasi combattimento risultano limitate e, purtroppo, anche quella che doveva essere la parte migliore del gioco, l’esplorazione di Akihabara, risulta frustrante grazie ai continui caricamenti e solo i più pazienti riusciranno ad ammirarla. Nonostante ciò, però, anche i meno pazienti avranno tra le mani un buon titolo, capace di divertire e allo stesso tempo catturare il giocatore fino a scoprire uno dei diversi finali possibili. Per non parlare, poi, degli amanti del Giappone o di chi, fortunato, è riuscito a visitare realmente il quartiere in un viaggio a Tokyo e che con questo titolo potrà far riaffiorare alla mente tutti i ricordi di quei momenti grazie alla fedele riproduzione di Akiba stessa effettuata dai ragazzi di Acquire.
In conclusione, il titolo è consigliato a tutti coloro che hanno voglia di provare qualcosa di diverso dal solito, di divertirsi e di ironizzare sulla propria passione e assaporare in parte l’atmosfera di una cultura completamente diversa dalla nostra, una cultura che ai videogiochi, agli anime e ai manga dedica addirittura un intero quartiere mentre l’occidente continua solo ad incolparli dell’ultima strage o dell’ultimo omicidio. Ma continuiamo così, mi raccomando…!

7/10

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