Primo PianoBattlefield 3 - Recensione

Battlefield 3 – Recensione

Publisher: Electronic Arts Developer: DICE
Piattaforma: PS3 Genere: FPS Giocatori: 1 (Online: 2-32) PEGI: 16

Da oltre un anno aspettiamo la resa dei conti, lo scontro epocale, Davide che sfida Golia. Battlefield 3 è nei negozi e si è già affermato come il titolo che ha vendato di più al lancio nella storia di EA. Il questa recensione si vogliono mettere in evidenza i punti di forza e quelli che più si sono rivelati deludenti del titolo firmato DICE.

Medaglia di ferro

Negli ultimi anni, e soprattutto se andiamo ad analizzare tutta la branca degli sparatutto in prima persona ambientati in tempi moderni, gli FPS non hanno certamente brillato sul fronte trama. Prendiamo un soldato americano dal probabile passato misterioso, piazziamo una bella bomba nucleare da qualche parte negli Stati Uniti, introduciamo un malefico terrorista russo facente parte di una organizzazione illegale ed ecco che il minestrone è pronto. Con l’intento di essere chiaro sin dall’inizio, mando subito giù la pillola amara: la campagna single player di Battlefield 3 è deludente. Rapido ed indolore.

Giocando la modalità storia di Battlefield 3 ho avuto la stessa sensazione di quando vai al cinema per vedere un film che dal trailer sembrava un capolavoro unico, e invece si rivelava essere una normalissima pellicola. Confezionando quel bellissimo trailer di lancio, Electronic Arts ha fatto la stessa identica cosa: ha raccolto in circa 2 minuti i momenti più epici del gioco, accompagnati da una colonna sonora epicissima. Dopo aver finito la campagna single player, però, quello che rimane è il nulla.

Se lo screenshot vi sembra troppo bello...allora è la versione PC

Gli eventi narrati in Battlefield 3 girano attorno ad una minaccia terroristica che potrebbe colpire New York e Parigi: noi siamo un soldato americano cacciato dall’esercito (per un motivo che vi verrà spiegato verso la fine del gioco), che sta provando a convincere i piani alti del governo, dell’esistenza di tale pericolo. Attraverso una serie di missioni-flashback, quindi, saremo partecipi di tutti gli eventi che hanno portato alla situazione attuale, precisamente nel 2014, in cui due delle più importanti capitali mondiali sono a rischio terroristico. Sebbene il modo con cui la storia viene narrata sia abbastanza interessante, il fatto che quasi in ogni missione impersoniamo un personaggio diverso contribuisce a creare un po’ di confusione e disorientamento, ed in certi casi mi sono personalmente trovato a pensare “hey, ma che sta succedendo qui?”.

Il simpatico amico pelato non è facile da convincere

Il frazionamento, accompagnato dalla presenza di tanti (troppi) nomi di soldati e terroristi, non facilita l’apprezzabilità della storia che, comunque, riesce ad avere i suoi buoni momenti. Le diverse missioni sono discretamente varie, e ci portano in diverse ambientazioni, alcune delle quali anche suggestive. Gli eventi narrati, però, non sono molto coinvolgenti, e una volta arrivati ai titoli di coda si rimane un po’ con l’amaro in bocca, con la consapevolezza che Battlefield 3, per quanto riguarda il single player, non è riuscito ad abbattere il muro della concorrenza.

Quick Dumb Events

Ci ho pensato a lungo e ho deciso di scrivere un paragrafo a parte, tutto dedicato ai Quick Time Events. “Perchè?” vi starete chiedendo. La risposta è molto semplice: l’integrazione dei QTE in Battlefield 3 è ridicola. Andiamo in ordine: i Quick Time Events vengono in genere integrati in un videogame per rendere interattive anche cutscenes o sequenze di gioco in cui il giocatore perde il diretto controllo del personaggio. Nel corso degli anni abbiamo assistito anche ad un’evoluzione di tale tecnica, ed l’apice di tale strumento si è raggiunto in Heavy Rain, unico titolo che, proprio attravero i Quick Time Events, trasmette al giocatore lo stato d’animo dell’alter-ego virtuale e, quasi in modo totalmente mimetico, lo trascina all’interno dell’azione con massimo coinvolgimento. Si presuppone, però, che con il tempo le tecniche si evolvano e si migliorino, ma DICE sembra essere stata spinta da un’immensa voglia di tornare indietro di parecchi anni, quando i QTE erano inseriti giusto per dare uno stralcio di interazione al giocatore.

Storyboard relativa ad un Quick Time Event

Il risultato, in certi casi, fa storcere il naso, o lo spezza completamente: ad un ritmo ridicolmente lento, il giocatore dovrà premere un solo tasto per effettuare qualsiasi tipo di azione, complessa o elementare che sia. Premiamo una volta X per trascinare il nostro compagno in copertura. Premiamo X per staccare – in modo del tutto scriptato – uno dei due cavi della bomba. Premiamo X per dare un pugno, e poi Cerchio (grande variazione), per una bella testata. E se sbagliamo? Nella maggior parte dei casi ci ritroviamo a tutto schermo “Missione Fallita” e dobbiamo ricaricare dall’ultimo checkpoint.

Insomma, per quanto possa sembrare esagerato focalizzarsi su tale aspetto del gioco, la principale critica sta nella totale superficialità con cui DICE ha trattato i Quick Time Events, rendendoli in certi casi ridicoli ma, soprattutto, inutili ai fini del gioco. Un titolo del calibro di Battlefield, che fa della visuale in prima persona e dell’immersività il suo fiore all’occhiello, non può perdersi in cose del genere.

Congelamento

Per quanto riguarda l’aspetto tecnico del gioco, Battlefield 3 su  console non sfigura rispetto a tanti altri esponenti dello stesso genere. Ci troviamo a diverse spanne indietro rispetto alla controparte PC, ma il modore di gioco Frostbite 2 si rivela essere solido e performante. Il livello di dettaglio delle ambientazioni e dei modelli poligonali è alto, anche se diversi compromessi vengono trovati sul fronte texture.

Bellissimi tutti gli effetti particellari e di illuminazione che travolgono lo schermo nella visuale in prima persona: riflessi, luci abbaglianti, sporcizia, sangue. Tutto viene ricreato in modo quasi maniacale, garantendo un ottimo impatto dal punto di vista visivo. La palette cromatica è abbastanza varia, e un ottimo risultato si ottiene sui neri, assolutamente profondi e realistici.

La missione sul jet è davvero molto coinvolgente

Magistrale il lavoro svolto sul comparto audio: già apprezzatissimo in Battlefield: Bad Company 2, questo viene caratterizzato da una ricercatezza e fedeltà del suono davvero senza pari. Le esplosioni, il rumore degli spari, i proiettili che schizzano a pochi metri di distanza. Ci si sente costantemente nel mezzo di un campo di battaglia, sempre in pericolo, sempre ad un passo dalla morte.

Medaglia d’oro

Come era facile da aspettarsi, Battlefield 3 mostra il six-pack nel comparto online e, altrettanto rapidamente come fatto nel primo paragrafo, lo dico chiaro e forte: se amate gli FPS e giocate online, non potete non comprare Battlefield 3. Ciò che viene offerto dal gioco è abbastanza simile a quanto già visto in Bad Company 2, ma trascina di peso nella formula di gioco alcuni elementi provenienti dal secondo capitolo della serie.

Le modalità di gioco sono le già note Conquista, Corsa, Team Deathmatch, Deathmatch a Squadre e Corsa a Squadre. Le prime due sono sicuramente quelle che maggiormente caratterizzano la serie EA, una basata sul controllo di diversi punti sulla mappa, l’altro sulla distruzione o difesa di diversi obiettivi. Battlefield 3 offre 9 diverse mappe di gioco, tutte molto ampie e ben costruite: non c’è ombra di punti morti, e grazie anche alla (quasi) totale distruttibilità delle pareti, non c’è nemmeno il minimo spazio per chi campa di camping (terribile gioco di parole).

Bellissimi i giochi di luce

Al contrario della versione PC, Battlefield 3 su console permette ‘solamente’ a 32 giocatori di partecipare alle partite, ma quello che sembrava dover essere un limite si rivela quasi un punto di forza: 32 giocatori bastano e avanzano, tant’è che molti giocatori su PC preferiscono attualmente le partite da 32 piuttosto che quelle da 64, ritenute troppo dispersive.

Per quanto concerne i veicoli, sono stati introdotti i jet che, a primo impatto con l’online, risultano quasi superflui. All’inizio di ogni match sono tantissimi i giocatori a correre nella speranza di pilotarli, ma spesso questi stessi finiscono per schiantarsi da qualche parte, paracadutarsi immediatamente o in generale giocare senza una particolare tattica. Bisogna precisare però che ciò dipende anche dalla qualità del match e dal livello dei giocatori: i più ‘skillati’ sanno bene come sfruttare questi bolidi volanti, dando manforte alle forze di fanteria e difendendo dai cieli. Un’aggiunta, diciamo, che ogni tanto esalta, ogni tanto no.

Il team DICE ha optato per l’inserimento delle tre diverse posture, in piedi, abbassato e a terra. La possibilità di spalmarsi letteralmente sul pavimento aumenta notevolmente la profondità di gioco (soprattutto se volete fare i cecchini), e la possibilità di cambiare uniforme salendo di livello aiuta anche a dare un tasso di mimetizzazione ai giocatori.

Il ritmo di gioco è perfetto, l’adrenalina scorre veloce, ma è il cervello a dover operare: spesso la morte sarà causata da un’azione poco ragionata o quantomeno azzardata. Bisogna sempre calcolare ogni movimento e strategia, cooperando con i compagni di squadra e rimanendo vigili. La tattica “alla Rambo” funziona una volta su cento, se non in quelle mappe che includono alcuni spazi particolarmente ristretti.

Una notte di guerra: mai abbassare la guardia!

Da paura anche la quantità di armi e relativi gadget su cui ogni giocatore più fare affidamento: le oltre 50 armi (tra cui fucili d’assalto, fucili a pompa, fucili da cecchino, pistole, lancia razzi, mitragliatrici e carabine) possono essere accompagnate da diverse tipologie di ottiche, visori e puntatori, garantendo una differenziazione unica e completa. Ogni classe ha inoltre la propria attrezatura standard, il che permette una migliore differenziazione dei ruoli all’interno dei vari team.

Oltre alle diverse modalità di gioco competitive, Battlefield 3 offre una modalità Cooperativa caratterizzata da 6 diverse missioni che riprendono alcune sezioni della campagna single player. Un’aggiunta che in tantissimi apprezzeranno e che va a potenziare ulteriormente l’offerta online del titolo firmato DICE.

Commento finale

Per tirare le somme, l’esperienza online di Battlefield 3 è tanto completa quanto esaltante, e nessun amante degli sparatutto in prima persona online può farsela sfuggire. Allo stesso tempo, però, il gioco in single player è parecchio deludente e (anche se il titolo EA è da sempre stato volto verso il gioco in rete), mi aspettavo sicuramente qualcosina in più. In base ai vostri gusti e alla vostra possibilità di giocare in rete, meditate sull’acquisto.

8/10

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Alex Camilleri
Fondatore e admin. Nel lontano 2008 apre UPSBlogIt, un blog personale dedicato al mondo PlayStation. Il progetto cresce rapidamente ed evolve dopo tanti anni in PlayStationBit. Adesso sviluppa videogiochi.

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