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Blades Of Time – Anteprima Hands-On

Publisher: Konami Developer: Gaijin Entertainment
Piattaforma: PS3 Genere: Hack’n’Slash Release Date: Q1 2012

Il 20 febbraio 2009 uscì in Europa un titolo che qualcuno di voi forse ricorderà, X-Blades, sviluppato da Gaijin Entertainment. Si trattava (e si tratta tutt’ora, a dire il vero) di un hack’n’slash, letteralmente un “taglia e affetta” che vedeva come protagonista una bella ragazza dotata, a livello di armamentario, di due… ibridi, ehm, dei mix tra una spada e una pistola: sostanzialmente delle gun-blade. Konami e lo stesso studio di sviluppo hanno annunciato ufficialmente un seguito “spirituale”, denominato Blades Of Time, per cui è stato organizzato un evento a cui PlayStation Bit non poteva mancare.

Le spade del tempo

Cominciamo a fare prima un po’ di chiarezza: X-Blades e Blades Of Time hanno due trame completamente separate tra loro, malgrado la protagonista delle vicende, Ayumi, sia la stessa, per cui se non vi siete giocati il primo titolo non avrete problemi o difficoltà nell’affrontare il secondo. Una buona notizia, dunque, visto che X-Blades non eccelleva particolarmente in quanto a valore ludico.

Blades Of Time ci porta su un’isola deserta, dove la nostra biondina, in veste di cacciatrice di tesori, si ritrova bloccata. Senza rischiare di cadere in una miriade e mezza di spoiler, vi anticipiamo solo che Ayumi dovrà tentare di fuggire in tutti i modi dalla suddetta isola, pericolosa tanto quanto misteriosa. Governata da misteriose forze oscure, l’isola è anche ricolma di segreti e nemici da sconfiggere, per i quali sarà necessario utilizzare una delle peculiarità di maggior rilievo del gameplay: si tratta di un riavvolgimento temporale, per certi versi simile ma per altri differente a quanto visto nel leggendario Prince Of Persia. Le meccaniche di questo “Time Rewind” sono tanto semplici da capire quanto ostiche da spiegare a parole, ma farò il possibile per esprimerle nella maniera più chiara possibile. Di fatto, sarà possibile riavvolgere il tempo senza però permettere di salvarci da una rovinosa caduta in un lago di lava, per esempio, ma al fine di creare un clone di noi stessi, che ripeterà le ultime azioni compiute da Ayumi. Braid vi dice nulla?
Il potere in questione risulterà fondamentale ovviamente per risolvere gli enigmi che ci ostacoleranno il passaggio e anche, più inaspettatamente, per battere gli avversari più ostinati.
In un incontro che inizierà con uno svantaggio numerico (chiaramente a vostro sfavore), vi sarà possibile creare una manciata di cloni pronti a darvi man forte: il procedimento non è riproducibile all’infinito – e ci mancherebbe – altrimenti non ci sarebbe nemmeno gusto a giocare, ma comunque sufficientemente utilizzabile da creare una certa confusione su schermo (anche troppa, a tratti).
Ecco, se dovessimo sintetizzare al massimo la differenza tra il “Time Rewind” e il potere delle sabbie del tempo, si potrebbe dire che mentre il primo incide sull’ambiente esterno, le seconde influenzano il personaggio principale.

Per il resto, la mappatura dei tasti tocca i punti principali della maggior parte degli hack’n’slash, con due tasti adibiti all’attacco, uno allo scatto frontale, uno all’interazione con meccanismi vari e nemici in fin di vita e così via. Buona l’idea di inserire nell’equipaggiamento della protagonista una bussola dotata di poteri speciali, in grado di indicarci sempre “la retta via” da seguire, e pure qualche scrigno segreto (mica tanto, a questo punto) da scovare.

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Dario Caprai
Non capisce niente di videogiochi ma, dal momento che non lo sa, continua a parlarne, imperterrito. Tanto è vero che il tempo preferisce passarlo a scrivere, a leggere, a vedere un film, a seguire e praticare sport, a inveire per il fantacalcio, a tenersi informato su tecnologia e comunicazione piuttosto che con un DualShock in mano. In tutto questo è, però, uno degli admin di PlayStationBit da tempo ormai immemorabile.

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