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Chiuso il sadico progetto Blood Sport su Kickstarter

Da sempre il mondo dei videogiochi cerca nuovi modi per coinvolgere maggiormente i gamers, con progetti ed iniziative volti a svincolare dall’idea standard di controller. Tra PlayStation Move, Oculus Rift e tante altre idee, ne era spiccata una su Kickstarter, famoso sito di raccolta fondi, che ha dell’incredibile. Blood Sport: The Ultimate in Immersive Gaming si proponeva infatti di costruire un macchinario il cui scopo era quello di prelevare sangue dal nostro organismo una volta subiti dei danni all’interno del gioco, ottenendo quindi una ripercussione reale alle nostre azioni virtuali. Il progetto prevedeva, oltre alla costruzione del macchinario di raccolta, l’implementazione nei controller di un ago che, sfruttando la vibrazione dello stesso, si sarebbe occupato di raccogliere il sangue versato in un’apposita sacca. L’intento dichiarato dagli sviluppatori, oltre al voler creare un’esperienza di gioco veramente coinvolgente, era quello molto più nobile di spingere il pubblico canadese (perchè da lì è partito il progetto) a donare il sangue a chi ne ha bisogno.
Fortunatamente (o sfortunatamente, a seconda dei punti di vista) il progetto si è chiuso ieri, dopo aver raggiunto circa 3.400$, piccola somma rispetto ai 250.000$ richiesti per il completamento dello stesso, anche se per i curiosi la pagina di Kickstarter è ancora online e può essere consultata, con tanto di video illustrativo del progetto. Speriamo comunque che la tecnologia non vada in questa direzione, visto che già ci pensano i costi stellari dei giochi a dissanguarci, non vorremmo perdere anche tre litri di sangue vero per una partita a Call of Duty.

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Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.

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