Primo PianoDark Souls 2 - Crown of the Old Iron King - Recensione

Dark Souls 2 – Crown of the Old Iron King – Recensione

Publisher: Bandai Namco Developer: From Software
Piattaforma: PS3 Genere: RPG Giocatori: 1 (Online: 2-4) PEGI: 12 Prezzo: 9,99

Ci eravamo lasciati il mese scorso dopo la conquista della prima sudatissima Corona presente nei DLC di Dark Souls 2, ma senza nemmeno il tempo di rifocillarci a dovere ecco che giunge, puntuale come un orologio svizzero, la Crown of The Old Iron King, seconda espansione che ci porta in un nuovo ambiente, alla conquista di un altro cimelio per reperire il quale dovremo superare innumerevoli battaglie e temibili avversari.

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La corona del Vecchio Re di Ferro ci aspetta nei meandri della Torre Nebbiosa. Saremo in grado di recuperarla?

Nebbia in Val Padana

Dopo le roboanti peripezie nella piramide sotterranea, ci sentiamo pronti a tutto, e ci dirigiamo verso il retro dell’obelisco di Majula, pronti a scoprire la nostra nuova destinazione. Questa volta ci dobbiamo recare nel luogo dello scontro con il Vecchio Re di Ferro, dove vapori sulfurei e lava bollente si dipanano tutt’attorno. Nel luogo del falò primordiale ecco che attraverso un muro si intravede un calice attorniato da figure serpentine, molto simile a quello già visto dove una volta dimorava Il Putrido, e tutt’attorno lastre riportanti minacciosi messaggi. Noncuranti del pericolo, tocchiamo la struttura luminescente e ci addentriamo nella nuova ambientazione in cui mettere alla prova le nostre abilità, e qui il colpo d’occhio è impagabile.
Si passa dalla tetra grotta del precedente captiolo a un’ambientazione totalmente aperta. Attorno a noi il vuoto, mentre ci accorgiamo che per proseguire ci verrà richiesto di passare su un grosso catenaccio in metallo, che tiene unita la torre di nostra destinazione con la terraferma. A passi incerti avanziamo sul nostro ponte improvvisato e, superato questo baratro ci ritroviamo subito davanti a un falò, mentre veniamo informati di essere entrati nel luogo denominato Torre Nebbiosa. Attorno a noi strutture si ergono qua e là a perdita d’occhio, e mentre indugiamo su alcune di queste notiamo che una rampa di scale ci invita ad addentrarci nei piani inferiori della struttura. Scendiamo quindi i gradini, pronti a inoltrarci nella nebbia più densa, attesi da chissà quante e quali mortali minacce.

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Se soffrite di vertigini, passare su un catenaccio sospeso nel vuoto non permetterà certo di vincere le vostre paure

A che piano ferma?

L’ambientazione di gioco è quindi una torre, con vari piani intervallati da piccole zone pianeggianti e collegamenti aperti nel vuoto verso il burrone, la caduta nel quale significherebbe morte certa. Il level design, come già visto per il primo di questi tre DLC, è molto pulito e si lascia ammirare, quasi fosse un dipinto. Le sessioni nella torre risultano ovviamente meno impattanti a livello grafico rispetto a quando si è all’esterno, grazie anche a tante piccole finezze che aumentano la spettacolarità del tutto. Nelle zone esterne, coperte da quella che pare un misto di nebbia e cenere, centinaia di figure a mezzobusto, immaginiamo avventurieri meno fortunati di noi, si ergono con facce cariche di uno statico terrore, come bloccate nel momento della loro morte. Se le urteremo le vedremo dissolversi in una nube di polvere, lasciando al posto loro il vuoto, o chissà, qualche oggetto nascosto.
Le zone interne sono un susseguirsi di cambi di direzione e di zone circolari, dipanate più in altezza che in larghezza, che genereranno un senso di claustrofobia e apprensione, in quanto in questi spazi angusti i mostri potrebbero celarsi dietro ogni angolo e al di là di ogni porticina metallica che ci sbarra la strada. Ma le sorprese della Torre Nebbiosa non finiscono qui. Quando infatti pensiamo di aver già visto quanto di megli ha da offrirci, ecco che un evento da noi innescato, che non vi riveliamo perchè sarebbe un crimine non farvelo godere appieno, fa mettere in moto meccanismi bloccati da secoli che smuovono un complesso sistema di aragani e ascensori, rendendo ancora più “verticale” la nostra avventura. Questo richiamo alle leve e alle piattaforme si era già visto anche nella Crown of The Sunken King, e ritorna anche in questo secondo DLC, permettendo al giocatore di scoprire passaggi segreti, ascensori, botole e chi più ne ha più ne metta.
In conclusione alla nostra avventura, dopo la nostra discesa all’inferno troveremo sulla nostra strada il terribile boss finale, non prima di aver però fronteggiato un’orda di avversari pronti a far di noi un sol boccone.

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Capiterà spesso di dovervi calare da determinate sporgenze, anche se non è detto che la cosa abbia sempre un esito positivo

Santi in Paradiso

Proprio i nemici, al contrario della precedente espansione, sono un altro punto forte di questo contenuto intitolato Crown of the Old Iron King. Sia gli avversari standard che i boss sono egregiamente caratterizzati, frutto forse anche di qualche critica mossa a From Software. Passeremo da guerrieri scheletrici in armatura con la fastidiosa abitudine di nascondersi sotto i cumuli di nebbia per attaccarci all’improvviso, a dei colossi armati di ascia o mazza, con una testa sul lato pronta a sputarci addosso della lava bollente, senza contare dei fastidiosi chierici in grado di sparare vari tipi di magie, di curare se stessi e gli avversari e, tanto per gradire, di rallentare i nostri movimenti e i nostri attacchi. Oltre a questi, nel gioco ci saranno altri tre o quattro tipi di mob che vi lasceremo scoprire, per non facilitarvi troppo le cose. Menzione speciale solo per il design di un particolare mostro, armato di una spada infuocata e un arco, una specie di fantasma vestito di stracci che ho apprezzato personalmente molto.
Detto della varietà dei nemici, dobbiamo anche specificare che From Software ha voluto strafare inserendo una novità molto gradita. Appena entrati nell’area saremo in grado di reperire sei cunei, oggetti simili ai paletti per vampiri, dall’utilizzo sconosciuto, almeno fino a quando non incontreremo il primo di dieci altari di fuoco, immobili e dalle fattezze di demoni stilizzati. Ognuno di questi totem avrà una sua caratteristica unica: alcuni saranno in grado di richiamare orde di nemici, altri ci malediranno, altri ancora renderanno immortali i nostri avversari. Starà a noi scovarli nei luoghi più disparati, visto che molto spesso saranno ben nasconsi in qualche stanza, e distruggerli con i cunei per rendere la nostra vita più facile (e più lunga).
Una piccola parentesi invece per i tre Boss, uno principale e due secondari, che risultano egregiamente tratteggiati, oltre che assolutamente ostici da sconfiggere. Non dubitiamo che vi daranno del filo da torcere, soprattutto una “vecchia conoscenza” che è tornato per concederci la rivincita. Vi assicuriamo che le imprecazioni fioccheranno innumerevoli, soprattutto per colpa (o grazie) a un sistema di checkpoint poco amichevole, per così dire. Il boss finale invece sarà accessibile solo dopo aver soddisfatto una determinata condizione, ma pur essendo uno scontro veramente all’ultimo sangue, avrete a disposizione un focolare a pochi passi dalla nebbia che vi separa dal vostro avversario, il che renderà l’impatto meno traumatico.

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Questo è uno di quei mostri che vi faranno consumare i grani del rosario. Il design però questa volta è veramente azzeccato.

Sbagliando s’impara

Insomma, From Software pare essere riuscita a correggere tutti i difetti, seppur marginali, dellla prima espansione da lei pubblicata. E’ impossibile non notare come questa torre sembri molto più ispirata, con degli avversari che offrono una sfida impegnativa ma non troppo e comunque non così anonimi da far pensare a una mancanza di cura, anzi. L’unica critica che ci sentiamo di muovere riguarda la differenza di difficoltà tra nemici normali e Boss. Seppur vero che i grossi cattivi devono rappresentare una sfida per il giocatore, generare dei combattimenti troppo squilibrati porta solo alla frutrazione del giocatore, che è deleteria per la sua esperienza di gioco. Quello che si è notato è un netto divario tra un combattimento normale e la boss fight, dove spesso un singolo errore significa la morte del povero avventuriero con conseguente furia omicida del videogiocatore. Doveroso precisare che questo DLC è stato testato in NG+++, e che quindi gli avversari risultano più ostici, ma è comunque sembrato che ci sia stata la tendenza a strafare per riuscire a riportare il gioco a un livello di sfida ben sopra la media.
Se comunque troverete qualcuno disposto ad aiutarvi, anche gli NPC la cui IA è stata notevolmente migliorata con le ultime corpose patch, siamo certi che riuscirete ad avere la meglio anche sugli avversari più complicati.
Ultima nota per quanto riguarda lo spiacevole disguido legato ai possessori di un Season Pass. Sebbene infatti il gioco sia stato reso disponibile dal 27 di Agosto, nei primi giorni anche a chi era già dotato del Pass per tutti e tre i DLC veniva richiesto il pagamento dello stesso. Il problema si è poi risolto il 29, ma è comunque un disguido che ha dato fastidio, soprattutto perchè occorso a quei videogiocatori che hanno dato fiducia alla casa produttrice acquistando a scatola chiusa tutto il blocco di espansione. Ma, come detto, sbagliando si impara, e siamo certi che con la prossima corona non ci saranno problemi.

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Riposatevi finchè potete, tra un mese esatto la trilogia delle corone si concluderà con la Ivory King!

Commento finale

Anche questa volta ci troviamo di fronte a un prodotto di qualità che migliora quanto aveva fatto storcere il naso nel suo predecessore. L’ambientazione ottimamente realizzata vi porterà a esplorare incuriositi ogni anfratto della mappa e dei nemici degni di questo nome renderanno per tutti la sfida interessante, anche grazie a quanche nuova trovata. Insomma, se amate Dark Souls 2 si tratta sicuramente di un acquisto azzeccato, anche considerato la 4-5 ore di longevità di questo secondo DLC.

8/10

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Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.