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Dragon Ball Z: Battle of Z – Recensione

Publisher: Namco Bandai Developer: Artdink
Piattaforma: PS Vita (disponibile anche su PS3) Genere: Picchiaduro Giocatori: 1 (Online: 2-8) PEGI: 12

Anno dopo anno, Goku e i suoi amici sono tornati nel mondo dei videogiochi per provare a far rivivere le storiche emozioni che Dragon Ball ha saputo dare a più di una generazione di ragazzi. Se i cari vecchi titoli per PS2 sono passati alla storia, però, non si può certo dire lo stesso per quelli sbarcati su PS3. Attenzione, si parla dell’opinione dei fan, poiché, oggettivamente, di buone idee ce ne sono state eccome. Anche quest’anno la Terra è in pericolo, e gli sviluppatori di Artdink hanno richiesto l’energia di tutti noi giocatori (letteralmente!) per affrontare un mercato sempre più esigente. Dragon Ball Z: Battle of Z. Vale la pena?

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Team-up!

La prima cosa che è saltata all’occhio di tutti, all’annuncio di Battle of Z, fu proprio il tipo di combattimenti: se eravamo stati abituati a combattere uno contro uno, con questo nuovo titolo saremmo stati in grado di vedere ben otto combattenti darsele di santa ragione contemporaneamente.
Ma facciamo un piccolo passo indietro. Battle of Z offre una modalità storia e diverse modalità online. Nel single player, come al solito, si ripercorrono le vicende di Dragon Ball Z in un albero di missioni che ci vedranno ora impersonare i buoni, ora i cattivi, e successivamente chiunque desideriamo. Per far fronte all’ampio numero di personaggi che ogni battaglia può ospitare, gli sviluppatori hanno pensato bene di mettere in secondo piano la storia, che in fondo tutti conosciamo più che bene, per permettere scontri più spettacolari. Se la modalità principale ha una buona longevità, però, scarseggia a rigiocabilità, a causa della poca varietà. Boss giganti a parte, parliamo di missioni troppo uguali, in cui le poche variabili saranno, ovviamente, i personaggi e le arene.
Le modalità online, coop e battaglia, non cambiano la sostanza, in un gioco che, a conti fatti, offre ben poco una volta completato. Interessante, comunque, la possibilità di rigiocare i capitoli della storia con compagni reali e, soprattutto, quella di sfidarsi quattro contro quattro in interminabili partite in rete o addirittura in un tutti contro tutti.

Come potete vedere, la trama non è proprio fedele all'anime. Ma chissenefrega, si combatte quattro contro quattro!
Come potete vedere, la trama non è proprio fedele all’anime. Ma chissenefrega, si combatte quattro contro quattro!

Botte, tante botte

Fondamentalmente, il gameplay di Battle of Z è piuttosto scialbo. La presenza di un’unica combo corpo a corpo per personaggio, e ce ne sono una settantina, trasformazioni incluse, ne è la prima causa. A seguire, un sistema di parata da rivedere e la scomparsa di tutte le buone cose sperimentate in passato, come i colpi caricati, i colpi dirompenti, gli inseguimenti e molto altro ancora. Con un tasto dedicato ai pugni e i calci, uno alle onde di energia e gli altri due a salire/scendere/scattare in volo, gli sviluppatori hanno pensato di implementare l’uso del touch screen della PS Vita per eseguire alcune delle azioni (le quali possono comunque essere messe in pratica anche con diverse combinazioni di tasti). Con i dorsali dedicati all’agganciamento del bersaglio e alla parata, risulterà piacevole, oltre che utile, poter toccare lo schermo della nostra Playstation in una delle quattro aree specifiche per mettere a segno uno dei due attacchi speciali del personaggio, o per prendere di mira un compagno da curare.
Ecco dunque un’altra interessante novità: la possibilità di donare energia ai compagni di squadra o di rianimarli qualora finissero al tappeto. Se non rianimato, un combattente respawna consumando un “Riprova”, che se terminati porteranno al game over. Nella storia, lo stesso non vale per i nemici, che dovranno morire una sola volta per sparire, il che porta troppo spesso a dover affrontare avversari ridicolmente potenziati per tenere testa ai nostri molteplici tentativi di sconfiggerli.

Chi rinuncerebbe a usare la versione Super Saiyan di un guerriero, una volta sbloccata?
Chi rinuncerebbe a usare la versione Super Saiyan di un guerriero, una volta sbloccata?

Oltre alle due mosse di cui si è già parlato, che variano a seconda del tipo di personaggio, ogni combattente avrà una tecnica finale, spesso distruttiva. Come già accennato, i personaggi si dividono in diversi tipi; mischia, colpo d’aura, supporto e interferenza. Ciò rappresenta un altro punto forte del gioco, o meglio lo farebbe, e anche drasticamente, se non fosse per il netto sbilanciamento dei personaggi, che ci porterà alla fine a prediligere sempre gli stessi, una volta sbloccati.

Genki!

L’ennesima buona idea finita male sta nella barra Genki presente in ogni scontro, che si riempirà grazie alle azioni di tutta la squadra, ma soprattutto grazie alle combo in sincronia eseguite sullo stesso nemico o alle catene di colpi (che consistono tutto sommato in un quick-time event). Se piena, la barra Genki può dare vita a un attacco supremo, purtroppo presente solo per un numero ristretto dei personaggi, altro aspetto che non aiuta a bilanciare il roster. Se nella modalità storia può anche andar bene il divario, per esempio, tra un Gohan bambino e un Goku Super Saiyan 3, lo stesso non si può dire del multiplayer, in cui ogni personaggio dovrebbe almeno essere utile, a maggior ragione in un titolo in cui i personaggi meno portati all’infliggere danni hanno in compenso abilità curative o d’interferenza.
Ogni personaggio, inoltre, può essere equipaggiato con speciali carte che ne aumentano le statistiche o che gli conferiscono bonus speciali. Anche questo è interessante e un uso ragionato delle carte può decisamente ribaltare le sorti di una partita. Ciò non toglie, purtroppo, che un personaggio potente equipaggiato al meglio sarà sempre migliore di un personaggio debole equipaggiato anche meglio. Comunque, anche il sistema delle carte contribuisce al piacevole senso complessivo di “strategia” pre-combattimento, obiettivo che si sarebbe potuto raggiungere completamente con un migliore bilanciamento e con un battle-system meno monotono.

Ecco le carte del nostro Goku!
Ecco le carte del nostro Goku!

C’è poco altro da dire: le musiche e il doppiaggio sono piacevoli, gli effetti sonori appena degni di nota. La resa grafica, almeno su PS Vita, è invece molto godibile, e rappresenta forse uno degli aspetti migliori del titolo, sia per i personaggi (ricordiamo che sono presenti anche Bills, Whis e il Super Saiyan God!) che per gli immensi campi di battaglia. Purtroppo, il roster conta un numero di personaggi di gran lunga inferiore al passato e l’avvento dei tipi e delle carte non basta a giustificare ciò. Tutte le buone idee, fino all’utilizzo della Genki per dare energia agli altri giocatori o per riceverne, passano in secondo piano di fronte alla mancanza non di innovazione, bensì di completezza, in un gioco che ha un potenziale magnifico ma che, ormai, crediamo difficilmente riuscirà a mostrare. Forse, agli sviluppatori di Artdink può far comodo un allenamento intensivo su Namek?

httpvh://www.youtube.com/watch?v=qbO2oL_64uE

Commento finale

Dragon Ball Z: Battle of Z è un titolo pieno di buoni propositi e di interessanti caratteristiche che purtroppo calano in secondo piano quando viene a galla un combat system tutto da rivedere, o la noia a cui può portare l’unica modalità giocabile in singolo. Il multiplayer offrirebbe un buon divertimento se i personaggi non fossero troppo sbilanciati e se, di nuovo, il combattimento stesso fosse un po’ più complesso e gratificante. I boss giganti, le carte e persino gli otto personaggi su schermo non possono fare niente per un titolo che si consiglia solo a chi vuole godere di un’esperienza occasionale e visivamente piacevole. Per chi desiderasse un ritorno alla grandezza dei vecchi Budokai e Tenkaichi, c’è ancora da attendere.

6/10

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4 Commenti

  1. Belle recensione, aspettavo proprio il tuo parere 😀 Non lo comprerò neanche a 5 euro allora XD

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