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Dragon Ball Z Ultimate Tenkaichi – Recensione

Publisher: Namco-Bandai Developer: Spike
Piattaforma: PS3 Genere: Picchiaduro Giocatori: 1-2 (Online: 1-8) PEGI: 12

Atteso con impazienza da tutti i fan di Goku, Dragon Ball Z Ultimate Tenkaichi è già da un po’ sugli scaffali dei maggiori rivenditori di videogames. Il nuovo picchiaduro pubblicato da Namco-Bandai offre molto, ma fatica a divertire.

Le sette sfere

In questa recensione non voglio soffermarmi a parlare della trama di Dragon Ball Z. Escludendo diversi casi disperati, qualsi ogni persona vissuta a cavallo tra gli anni 80 ed il primo decennio del ventunesimo secolo sa con ogni probabilità tutti i dettagli della storia di Goku, di come si diventi super sayan facendosi la permanente bionda e di come il bene riesca sempre, in un modo o nell’altro, ad avere la meglio sul male. Dragon Ball ha appassionato per anni ed anni tantissimi lettori e videogiocatori ed è sin dalla fine degli anni 80 che la saga ideata da Toriyama prova a fare breccia nel mondo dei videogames. Dopo (pochi) alti e (troppi) bassi, si arriva al 2011, anno in cui è ancora il team di sviluppo Spike a lavorare su un nuovo picchiaduro, nel tentativo di allietare tutti i fan della saga, dai più ‘hardcore’ a quelli casual.

Anno dopo anno, Goku e Vegeta continuano a darsele di santa ragione!

La modalità Storia riprende sostanzialmente la trama di Dragon Ball Z, facendo a mio parere un affidamento eccessivo a contenuti testuali: tra un combattimento e l’altro il giocatore è spesso invitato a leggere lunghi testi che spiegano nel dettaglio le vicende, quando invece tutto si sarebbe potuto ricreare tramite cutscenes se non per via totalmente interattiva.

All’appello dei personaggi non manca praticamente nessuno, e bisogna faticare per trovare gli assenti: tutti i Sayan sono lì, pronti per essere giocati, così come tutti i cattivi della saga, da Freezer a Cell, da C17 a Majin Bu. Il gioco prevede spostamenti in stile ‘free-roaming’ per andare da un evento all’altro, una scelta sinceramente di dubbia utilità che non apporta nulla di particolarmente rilevante ai fini del gameplay.

Sistema di non controllo

Molto probabilmente il team Spike si è subito posto un fondamentale interrogativo prima di iniziare lo sviluppo di Ultimate Tenkaichi: “come facciamo a realizzare un picchiaduro dalla velocità disumana, permettendo al giocatore di concatenare combo spaventosamente lunghe e arricchendo tutto con tre quintali di esplosioni su schermo, rendendo il tutto accessibile ad ogni tipo di videogiocatore?” La risposta l’hanno trovata nel togliere il controllo al giocatore. Mi spiego subito.

Gli ambienti sono spogli, ma distruttibili

L’”Attack Clash” è la principale meccanica di combattimento su cui si affida il gioco: dopo aver effettuato una combo da tre colpi, su schermo appaiono due pulsanti, in stile Quick Time Event: possiamo sceglierne solo uno dei due, avendo una probabilità del 50% che il nostro attacco vada a buon fine. Se l’avversario (umano o IA che sia) preme lo stesso pulsante, riuscirà a bloccare la combo o, in caso contrario, verrà travolto da un’incredibile quantità di pugni e calci che nemmeno Ken Shiro. Per spezzare questa improbabile combo bisogna letteralmente violentare il Dual Shock 3, premento ad una velocità improponibile i quattro tasti principali marchio di fabbrica PlayStation nel tentativo di sfuggire ai colpi dell’avversario.

Se da un lato prettamente visivo questa scelta di rendere il sistema di combattimento piuttosto elementare apra le porte a cambi repentini e dinamici di inquadratura, dall’altro taglia di netto ogni profondità di gioco. Ci si limita quindi a spaccare le dita sul controller senza una sostanziale logica, sperando che la fortuna sia dalla nostra parte e che tutto vada a buon fine. Ci si sente quindi fin troppo marginali, quasi esclusi dal gioco stesso. A questo si aggiunge il fatto che, personalmente, non mi piace sapere che sia il gioco stesso a decidere se i miei attacchi vadano a buon fine o meno: nei combattimenti contro l’IA, infatti, si ha l’impressione che sia il software stesso a fare da burattinaio durante gli scontri.

Bei colori, ma si poteva lavorare un po' di più sui dettagli

Non mancano anche le fasi a lunga distanza, con attacchi speciali, onde energetiche, colpi del sole, kaioken e chi più ne ha più ne metta. Sicuramene da questo punto di vista i fan di Dragon Ball non possono chiedere di meglio: il mondo di Toriyama è stato ricreato con cura maniacale sin nei minimi dettagli, inserendo praticamente ogni personaggio della saga e dotandolo di ogni attacco caratteristico.

Al servizio dei fan

Se c’è una cosa che proprio non si può criticare a Dragon Ball Z Ultimate Tenkaichi, questa è sicuramente la mole di contenuti che il team Spike ha messo a disposizione degli utenti. Ho già citato la modalità Storia che, sebbene abbia diversi problemi, riesce ad offrire diverse ore di gioco, ma maggiore rilievo lo va ad assumere la più interessante Hero Mode in cui, a grandissima richiesta dei fan, è finalmente possibile creare il proprio Super Sayan.

Non vi ricorda qualcuno?

L’editor è realizzato discretamente bene, anche se si ha sempre l’impressione di creare ‘versioni tarocche’ dei già esistenti personaggi (vuoi anche per lo stile di Akira Toriyama, sempre simile per tutti i suoi lavori), e la trama correlata a tale modalità sarà totalmente inedita. Seppure non sia particolarmente originale e non minimamente paragonabile alla storia ufficiale del manga, la modalità Eroe contribuisce ad aggiungere ore e ore di gioco a Ultimate Tenkaichi che, se ha una qualità principale, questa è la longevità.

Se chiudi gli occhi vedi il drago

Dal punto di vista prettamente tecnico, Dragon Ball Z Ultimate Tenkaichi non fa miracoli, nè per quanto concerne la grafica, nè per quanto riguada il comparto audio. I modelli poligonali sono discretamente dettagliati, ma è piuttosto evidente un senso di sporcizia che – giusto per fare un paragone – non è minimamente presente in Naruto Shippuden Ultimate Ninja Storm 2. Gli ambienti sono sicuramente fedeli a quelli originali, ma anche in questo caso manca quella marcia in più, quel dettaglio che fa la differenza.

Dal punto di vista dell’audio dispiace dire che bisogna quasi mettersi i tappi alle orecchie: i brani che accompagnano i combattimenti sono terribili, e fanno venire la voglia di mettere a zero il volume della TV. Il doppiaggio, per i veri amanti, va chiaramente impostato su Giapponese, poichè quello inglese risulta quantomeno sottotono.

Commento finale

Ultimate Tenkaichi è un gioco realizzato esclusivamente nell’intento di soddisfare i fan di Dragon Ball Z, ma si affida su meccaniche che non divertono. Nonostante riesca ad offrire tanti contenuti, tra cui una buona modalità di gioco online, la formula di gioco si riduce all’osso ponendo le proprie fondamenta sul button mashing e sull’utilizzo di quick time events, in un mix che difficilmente riesce a divertire per davvero. Se siete amanti della saga, e impazzite per i numerini a fine recensione, sentitevi liberi di aggiungere un punticino bonus.

5/10

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Alex Camilleri
Fondatore e admin. Nel lontano 2008 apre UPSBlogIt, un blog personale dedicato al mondo PlayStation. Il progetto cresce rapidamente ed evolve dopo tanti anni in PlayStationBit. Adesso sviluppa videogiochi.

3 Commenti

  1. Io l’ho provato alla Gamesweek, ed il sistema di impatto è una roba simile a sasso forbice e carta, fa pena. La grafica poi sembra avere fatto un passo indietro… We Want Burst Limit 2. Please!

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