Primo PianoHitman Absolution - Recensione

Hitman Absolution – Recensione

Publisher: Square Enix Developer: IO Interactive
Piattaforma: PS3 Genere: Action/Stealth Giocatori: 1 PEGI: 18

Abbiamo rigiocato i capitoli precedenti, rivisto più volte il film a lui dedicato, alimentato le nostre aspettative con numerosi trailer intriganti ma finalmente dopo sei lunghi anni di attesa l’Agente 47 è tornato pronto più che mai a macchiarsi le mani di sangue. Sarà un massacro silenzioso commesso nascosti nell’ombra o un’ecatombe ad armi spianate? Ai giocatori l’ardua decisione.

Smoking e cravatta, lo stile è tutto in questo mestiere.

Pelatone is back!

L’ultima volta che avevamo potuto vestire i panni del nostro assassino prediletto era stato al suo funerale. Dopo un folgorante ritorno al regno dei vivi grazie all’aiuto di Diana e un degno finale con massacro incluso, la nostro fame di uccisioni silenziose non era ancora stata appagata e consapevoli di questo i danesi di IO Interactive hanno lavorato a lungo per riportare 47 sui nostri schermi, questa volta con un nuovo compito, quello di assassinare la stessa Diana, su ordine dell’agenzia. Ammettiamolo chiaramente, quello che ci spingeva a completare i capitoli della serie Hitman, soprattutto per quanto riguarda il capitolo Blood money, non era di certo la trama, che per quanto sicuramente interessante non rappresentava il perno centrale intorno a cui ruotavano le nostre azioni, motivate più che altro da contratti di assassinio ben retribuiti, vera fonte del nostro divertimento. In Absolution la situazione è cambiata, la trama incide molto di più che in passato e anche se non eccessivamente originale o rivoluzionaria agisce da filo conduttore tra le 20 diverse missioni di cui si costituisce l’avventura e regala quel quid in più che ci porterà a non posare il joystick fin quando non vedremo apparire a schermo i crediti finali. A conferma di quanto la narrazione rivesta un ruolo importante in quest’ultimo capitolo gli sviluppatori hanno deciso di dare un taglio cinematografico ai filmati di gioco dove riveste grande importanza il doppiaggio (che nella nostra lingua a parte sporadici problemi di lip-sync raggiunge ottimi risultati) e alla verosimiglianza dei comprimari, mossi per l’occasione dalla stessa tecnologia di performance capture utilizzata in kolossal del calibro di Avatar, la quale si avvale di veri attori così da rendere il tutto più realistico e coinvolgente.

Il morso della SilverBaller.

Fucile di precisione o corda di pianoforte? Questo è il dilemma..

Per i fan dell’agente 47, come il sottoscritto, rivestire i suoi panni sarà come un ritorno a casa: il gameplay di base resta invariato rispetto ai predenti capitoli, anche se sono state inserite nuove meccaniche che rendono il tutto un po’ più semplice che in passato e probabilmente i puristi storceranno un po’ il naso di fronte a diverse aggiunte. Sto parlando ad esempio dell’Istinto, una sorta di Occhio dell’Aquila ripreso da Assassin’s Creed (tra assassini ci si intende) che permette tramite la pressione del tasto L1 di “vedere” tutti gli elementi utili per la missione tramite la visione istintiva del protagonista. Avendo acquisito esperienza dopo anni di pratica l’Agente 47 è ora capace di intravedere le persone attraverso i muri, prevedere i percorsi effettuati dalle guardie e passare inosservato di fronte ai nemici anche a brevissima distanza, a patto di essere travestiti come loro. Un’altra meccanica anch’essa scopiazzata (o forse è più corretto dire copiata in tronco) da un altro gioco, in questo caso Splinter Cell Conviction, è la possibilità di fermare il tempo e selezionare una serie di bersagli a vista tramite l’apposito puntatore così che al rilascio dell’apposito tasto 47 provvederà autonomamente ad uccidere tramite precisi ed implacabili colpi di pistola, il tutto evidenziato da spettacolari killcams. Troppo facile direte voi, non troppo in realtà, poiché quest’ultima capacità non sarà ovviamente sempre disponibile ma sarà regolata da una barra che si scaricherà molto in fretta e che verrà ricaricata tramite uccisioni silenziose e azioni constestualizzate. Molto apprezzate inoltre l’introduzione delle coperture in perfetto stile Uncharted, ormai immancabili in qualsiasi third person shooter. Ve lo dico sinceramente, io stesso nei primi livelli ero un po’ titubante all’introduzione di queste nuove possibilità essendo abituato a non avere alcun aiuto in passato nei miei assassinii, ma dopo diverse ore di gioco ho potuto apprezzare che pur con questi nuovi “poteri” il gioco mantiene un elevato livello di difficoltà e si mantiene sempre molto competitivo, così da non tradire l’anima hardcore di questa serie. In ogni caso se proprio vi sentite troppo esperti tali da non avere bisogno di aiuti non preoccupatevi, per i fedelissimi è stata messa a disposizione la difficoltà Purista: niente aiuti, nessun checkpoint, guardie raddoppiate e molto più attente e ovviamente vita del protagonista molto più corta, in poche parole se vi scoprono siete morti. Ho provato qualche missione in tale modalità e posso confermare che è assolutamente folle e come scritto nell’apposita didascalia in-game: “Dovete conoscere a memoria il livello e anche così morirete diverse volte”. Amen.

Batman non è il solo a "vigilare"di notte...

Ancora una volta il gioco stupisce per il game design. Per ogni obiettivo ci saranno moltissimi modi di portare a compimento l’assassinio e alla prima passata sarà assolutamente impossibile individuarli tutti, cosa che porterà via moltissime ore e che aumenterà alle stelle il fattore rigiocabilità, considerando che la longevità si attesta mediamente sulle 10-12 ore, anche se dipende tutto dall’approccio che si deciderà di adottare. Dato che come detto la trama fa da collante tra le varie missioni, non tutte si configureranno come un omicidio: alcune infatti vedranno il protagonista scappare dalla polizia o seminare gli inseguitori, perciò diversamente che in passato saranno presenti livelli decisamente lineari ma non per questo poco divertenti o spiacevoli. Come se non bastasse l’avventura principale, gli sviluppatori hanno deciso di inserire una modalità online chiamata “Contratti”. Essa si basa proprio sul principio della libera scelta della esecuzione dei delitti: il giocatore dovrà scegliere un livello tra quelli giocati dell’avventura, selezionare fino a tre diversi bersagli e scegliere determinati handicap o restrizioni nella loro eliminazione, ad esempio usare un determinata arma o travestimento. Viene creato così un contratto che potrà essere condiviso su internet e giocato dai players di tutto il globo, così che i contratti di maggior successo scaleranno le classifiche e regaleranno grande soddisfazione a chi li porterà a termine. Il sistema funziona e sta avendo molto successo a pochi giorni dell’uscita ufficiale, e va anche detto che va fatto un plauso agli sviluppatori che pur volendo inserire una modalità competitiva online in un gioco nato esclusivamente per il single player sono riusciti a realizzare una buona idea senza compiere forzature commesse in altri serie videoludiche (qualcuno ha detto Dead Space?)

httpvh://www.youtube.com/watch?v=mTP0Fu8gHXg

Hitman e HD, binomio perfetto

Dal punto di vista tecnico il lavoro svolto dagli sviluppatori è più che eccellente. In un mondo come quello dei videogiochi monopolizzato dall’ormai abusato Unreal Engine i ragazzi della IO Interactive hanno sviluppato e migliorato il loro motore proprietario Glacier 2 e i risultati sono ottimi. Le ambientazioni sono vaste e molto distinte fra loro: che siano città notturne o monasteri o paesi aridi e desertici alla “Non è un paese per vecchi” i nostri occhi saranno sempre in visibilio grazie alla ricchezza di particolari e vastità della linea di orizzonte, oltre che ai magnifici giochi di luce davvero impressionanti in alcuni frangenti. Ma il vero capolavoro è rappresentato dalla cura riposta nella fisica ed animazioni dei personaggi: personalmente ho amato il primo Hitman anche per il fatto che fosse stato uno dei primi giochi ad aver usato la ora popolare fisica ragdoll; mi divertivo come un pazzo a crivellare di proiettili i cadaveri dei malcapitati falcidiati dalle mie armi (Dio, pensa te con chi ho a che fare… NdD) e ancora adesso nel 2012 mi emoziono a notare con quanta precisione siano gestiti i movimenti dei nemici caduti sotto le nostre bocche da fuoco. Le animazioni durante le fasi shooter infatti non saranno mai scriptate ma al contrario il loro estremo realismo ci porterà fin troppo spesso a imboccare i ferri pesanti per massacrare decine di avversari solo per il gusto di farlo, andando contro lo spirito del gioco che punisce con leggere penalità ogni decesso non necessario ai fini dell’obiettivo. Menzione d’onore finale va fatto alla gestione della folla: quasi tutti gli ambienti di gioco sono caratterizzati da un altissimo numero di civili a schermo i quali seguiranno meccaniche molto verosimili, così da creare oltre che un impatto visivo davvero impressionante la sensazione di trovarsi in un mondo di gioco vivo e pulsante in cui ogni azione ha delle conseguenze precise su chi ci sta intorno, non più semplici manichini senza vita, ma individui vivi e consapevoli.

Se vedi lo scintillio della sua pelata, scappa, e non voltarti indietro!

Commento finale

Ci sono voluti sei anni ma non ci possiamo affatto lamentare del risultato raggiunto. Il gioco come dovrebbe fare qualsiasi sequel non tradisce lo spirito dei capitoli precedenti e ci farà rivivere le stesse sensazioni provate in passato con relativo brivido dietro la schiena ogni volta che porteremo a compimento un obiettivo nel modo più silenzioso possibile. Le nuove meccaniche, peraltro opzionali, non snaturano l’essenza della serie ma anzi rappresentano una piacevole aggiunta per chi per la prima volta si avvicina a questo brand e non è disposto a vivere un’esperienza estremamente hardcore, mentre per i pochi eletti la modalità purista è pronta ad accontentarli. Chi conosce da tempo l’agente 47 commetterebbe un delitto a lasciarsi scappare questo ultimo capitolo mentre per chi non ha mai avuto la fortuna di vestire i panni del pelatone (ma magari quelli di Ezio Auditore o Sam Fisher) dovrebbe dare un’occasione al titolo in questione, che difficilmente li deluderà.

9/10

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