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Il videogiocatore medio non capisce i titoli di EA

Uno dei temi di discussione più interessanti del panorama videoludico è senza dubbio l’esagerata semplificazione dei giochi, passati da capolavori di tattica come Final Fantasy VII o titoli extra punitivi come Duke Nukem o il ben più recente Dark Souls a giochi ridotti molto spesso ad una serie di Quick Time Event e di una linearità quasi imbarazzante.
Ebbene, c’è qualcuno, EA nella fattispecie, che non ritiene i giochi più semplici, anzi, lamenta che i titoli in commercio al momento siano troppo complicati per il bacino d’utenza al quale gli stessi andrebbero indirizzati. Questo disappunto è stato espresso tramite le parole di Richard Hilleman, chief creative officer di Electronic Arts, che ha appunto dichiarato che: “I nostri titoli al momento sono ancora troppo difficili da capire. Il giocatore medio probabilmente spende due ore per imparare a giocare a un titolo base e chiedere due ore del tempo di qualcuno non è una domanda da poco.”
Insomma, nonostante tutte le semplificazioni apportate ai titoli, l’uniformazione dei comandi (soprattutto per quanto riguarda il ramo degli sparatutto) e la rimozione di ogni tipo di ostacolo fisico o mentale non sembrano ancora sufficienti, ma, ci chiediamo, cosa può ancora essere fatto per ridurre il gap che separa il “giocatore medio” dal potersi godere un titolo in santa pace?
Ovviamente giriamo la domanda anche a voi, chiedendovi cosa ne pensate di questa affermazione e soprattutto se ritenete che effettivamente i titoli odierni siano da reputarsi di complesso apprendimento oppure se, forse forse, questa volta Electronic Arts avrebbe tranquillamente potuto stare in silenzio stampa. Fateci sapere la vostra!

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Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.

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