Primo PianoLollipop Chainsaw - Recensione

Lollipop Chainsaw – Recensione

Publisher: Warner Bros Interactive Entertainment (EU), Kadokawa Games (JP) Developer: Grasshopper Manufacture
Piattaforma: PS3 Genere: Action/Adventure Giocatori: 1 PEGI: 18+

(Gran bel pezzo di) cheerleader, bionda e occhi azzurri. Testa del fidanzato attaccata al fondoschiena. Zombie fanatici di musica come boss. Motosega. Sangue rosa. Famiglia schizzata. Cuoricini. Diverse dimensioni e pianeti. Vendetta di uno sfigato. Suda51. Sensei in stile Pat Morita, ma pervertito. Doppi sensi a go go.
Sono un po’ queste le prime cose che vengono in mente una volta che si ripensa a Lollipop Chainsaw, dopo averlo terminato. E tanto dovrebbe bastarvi a capire di che razza di gioco stiamo parlando.

Lollipop, lollipop, oh lolli lolli lolli!

E’ impossibile che non conosciate il concept che sta dietro a questo gioco, vista sia la particolarità, sia quanto ne abbiamo parlato attraverso i numerosi trailer rilasciati, ma giusto per completezza d’informazione, vedremo di riassumerlo in breve. La protagonista di questa avventura è Juliet Starling, una bellissima cheerleader, che a tempo perso fa la cacciatrice di zombie, un impiego che tra l’altro è assai diffuso in famiglia. Infatti la sola persona ad esserne esente è la mamma di Juliet, mentre le due sorelle, Cordelia e Rosalind, daranno un contributo fondamentale così come quel figaccione del papà sul suo intramontabile sidecar. Papà che proprio non sopporta gli elogi della figlia per la mobilità della lingua del fidanzato, tra l’altro… Ehm, non per niente è un titolo PEGI 18!
Un brutto giorno Swan, lo sfigato di classe, decide di combinare un disastro senza precedenti alla San Romero High School, per vendicarsi dei torti subiti. Ed è qui che comincia la missione della nostra bella, che dovrà affrontare il suddetto sfigato e i suoi messaggeri, tutti zombie, ovviamente, e patiti dei più diversi generi musicali (si passa senza esito dal più squallido e stupido discotecaro di turno al metallaro con i capelli più oleosi al mondo, attraversando il mondo del punk e del rock).
A dare man forte, ci sarà anche Nick, il suo ragazzo, o meglio quel che ne rimane. Juliet infatti ha dovuto decapitare Nick per fermare il virus che si stava impossessando di lui, e da quel momento la sua testa è perennemente fissata alla gonnellina di Juliet: una posizione invidiabile, ne converrete, malgrado il dazio pagato.
Premesso questo, che consiste più o meno nelle strepitosamente folli premesse narrative del titolo, possiamo passare ad analizzare il gioco. Siamo di fronte ad un titolo dalla forte impronta action, con una spolverata di adventure. Con cerchio si salta, con quadrato si stordiscono i nemici tramite i pon-pon (e più in là nell’avventura con una sonora sederata), con triangolo si effettua un colpo di motosega alto, mentre con X uno basso, casomai qualche zombie diviso in due sia ancora vivo.
Con lo scorrere del tempo, Juliet verrà in possesso di particolari abilità, come la motosega laser, gentile omaggio della sorella-cecchino Cordelia, che le permetterà di sparare, malgrado un sistema di puntamento che in modalità automatica, non manuale, è un po’ macchinoso; oppure di mosse eseguibili con la collaborazione della testa di Nick, il quale sarà opportunamente sparato o calciato in giro per stordire quanti più nemici possibili; o ancora, con R2 sarà attivabile una breve fase che farà della nostra Juliet una belva da guerra, capace di uccidere in un sol colpo anche i nemici più ostici.

"Tesoro, tutto bene?" "Mai stato meglio."

Ci sono infine combo da acquistare con le medaglie ricevute uccidendo zombie, che permettono una buona varietà e danno un ottimo senso di progressione. Il negozio di riferimento per i vostri acquisti sarà un sito online di shopping, consultabile in specifici punti dei livelli, dal nome Chop2shop.zom, un negozio che oltre alle suddette combo vi permetterà di acquistare potenziamenti per migliorare le statistiche di Juliet, artwork, brani per personalizzare la colonna sonora, di cui parleremo nel prossimo paragrafo, e soprattutto inediti costumi speciali. Vi dico subito però, allupati che non siete altro, che il bikini costa un’infinità di soldi e mezzo (è la prima cosa che ho controllato): cominciate da subito a risparmiare!
Sintetizzando, Lollipop Chainsaw offre un sistema di combattimento che non si discosta più di tanto dagli altri titoli presenti sul mercato, offrendo un gameplay dignitoso, ma che non porta grandi idee all’attuale panorama videoludico: inoltre, qualche problema di troppo con la telecamera non aiuta.

Suda51, I presume

Se il supporto all’opera dato da Goichi Suda, che in questa occasione copre il ruolo di Creative Director, non vi fosse ancora bastato, sappiate che l’orma dello psichedelico sviluppatore si estende ben oltre il concept di gioco. Chi di voi, lettori, ha giocato almeno un altro gioco su cui Suda abbia lavorato (Shadows of the Damned, No More Heroes) sa bene che un ruolo di primo piano ce l’ha la colonna sonora, e Lollipop Chainsaw non fa eccezione: tra l’altro, qui in giro dovreste trovare un paio di brani a fare da esempio di quello che vi aspetta!

httpvh://www.youtube.com/watch?v=WB9IGWmdyL0

httpvh://www.youtube.com/watch?v=ErxwcLi8VcA

Parzialmente aiutato per ciò che concerne la varietà dai boss, con diversi gusti musicali, il comparto audio mantiene la promessa di soddisfare un po’ tutti gli utenti che metteranno mano al titolo in questione. Tecno, rock, metal, punk. C’è di tutto. In base alle vostre preferenze, apprezzerete ciò che solitamente ascoltate, ma anche ciò che solitamente NON ascoltate, uccidendo e sterminando quei poveri zombie che apprezzano ciò che voi, proprio, non ce la fate a sopportare.
Inoltre, i diversi brani sono stati inseriti nel testo in una maniera tale che definire azzeccata da morire sarebbe riduttivo: vi diciamo solo che salire un palazzo, in un modo tutto particolare che non vi svelerò per non rovinarvi la sorpresa, con “Empire State Human” di “The Human League” è un’esperienza impagabile (e che affronterete più e più volte se ambite al trofeo di platino…). Nessuna critica al doppiaggio, in inglese sottotitolato in italiano, che si attesta su ottimi livelli.
Fuori dai più comuni canoni è anche lo stile grafico, che mette in campo un cel-shading ben fatto e senza nessun problema di framerate: se poi vogliamo spostare il discorso su una questione di puro design ed ispirazione, potete stare tranquilli. Un parcheggio, una scuola ed altre locations, tutte ricostruite sapientemente e con quel non-so-che di atmosfera trash che pervade tutto il gioco, danno la giusta variazione all’avventura. E’ faticoso doversi trattenere dal dire quello che vi capiterà di incrociare, ma fidatevi e vogliateci bene: scoprirlo da soli sarà tutta un’altra cosa!
L’avventura principale è un po’ troppo corta, si aggira intorno alle 6-8 ore, e come prevedibile, il gioco non offre nessuna componente online. Meglio niente che una modalità multiplayer posticcia e insipida, comunque. Rimane però il fatto che Lollipop Chainsaw non brilla per longevità: la cosa positiva è che l’avventura è altamente rigiocabile, nel senso che una modalità a punti e le consuete leaderboard online mettono il giusto pepe per chi volesse fare un secondo giro sulla giostra a base di lecca lecca e motoseghe. Come se ciò non bastasse, non sarà sufficiente portare a termine il gioco una sola volta per sbloccare tutto, per cui questo potrebbe essere un altro motivo per tornare sui propri passi. E rimane infine il fatto che Juliet è uno schianto e il gioco, last but not least (anzi!) è dannatamente divertente!

httpvh://www.youtube.com/watch?v=szoGVgXZUEw

Commento finale

Lollipop Chainsaw è un sorriso ebete in un mondo in cui tutti si prendono troppo sul serio. Lo splendore prima di Juliet e poi del gioco tutto viene leggermente reso più opaco da qualche magagna, come la telecamera ballerina, un sistema di puntamento imperfetto e un’avventura principale non lunghissima (ma rigiocabile!). Ottimo sonoro, grafica piacevole e gameplay che funziona, tutto sommato: quello che più conta però è che dei problemi tecnici qua e là non potranno mai fermare una cacciatrice di zombie vestita da cheerleader, parliamoci chiaro.
Al di là del voto e di qualche limite, siamo di fronte ad un gioco che sarà sicuramente ricordato negli anni a venire tra i più fuori di testa di tutta una generazione di console!

7/10

Articoli correlati

Dario Caprai
Non capisce niente di videogiochi ma, dal momento che non lo sa, continua a parlarne, imperterrito. Tanto è vero che il tempo preferisce passarlo a scrivere, a leggere, a vedere un film, a seguire e praticare sport, a inveire per il fantacalcio, a tenersi informato su tecnologia e comunicazione piuttosto che con un DualShock in mano. In tutto questo è, però, uno degli admin di PlayStationBit da tempo ormai immemorabile.