Primo PianoMagic: The Gathering: Duels Of The Planeswalkers 2013 - Recensione

Magic: The Gathering: Duels Of The Planeswalkers 2013 – Recensione

Publisher: Wizards of the Coast Developer: Wizards of the Coast
Piattaforma: PSN Genere: Strategico Giocatori: 1 (Online: 2-4) PEGI: 7 Prezzo: 8.99€

Anche quest’anno, con l’uscita della nuova espansione Set Base 2013, Wizards of the Coast ci propone una nuova versione di Magic: The Gathering: Duels Of The Planeswalkers, scaricabile dal Playstation Store, e sviluppata con lo scopo di far conoscere il gioco di carte ai curiosi, ed essere un passatempo per i più appassionati, che potranno mettere alla prova le loro abilità grazie alle diverse modalità di gioco presenti. Analizziamo quindi i cambiamenti che Wizards ha saputo attuare rispetto alla versione 2012.

Magic the Gathering, questo sconosciuto…

Come anticipato nell’introduzione, il titolo è stato sviluppato come un vero e proprio tutorial, utile per chi vuole imparare il gioco di carte, e per chi invece vuole solo approfondire la sua conoscenza di regole e abilità.
All’inizio riceviamo un’infarinatura generale. Il mondo di Magic è diviso in piani, ed ogni piano è dominato da un mago, chiamato Planeswalker, che, come si può intuire dal nome, ha l’abilità di viaggiare tra i diversi piani. A causa di ciò, i vari maghi hanno incominciato a rivendicare il possesso di piani altrui, e la guerra fu inevitabile.
Una volta dentro al gioco, troviamo il single player, suddiviso in quattro sezioni. Nella prima, la campagna, viaggeremo da luogo in luogo, tra sfide e combattimenti, e con il nostro esercito di mostri e magie cercheremo di liberare il piano dai nostri rivali. Dopo aver finito la storia principale, possiamo risfidare i planeswalker nella modalità Vendetta, dove saranno ancora più forti, oppure batterci in un tutti contro tutti, dove solo uno su quattro avrà la meglio. Infine il gioco ci metterà alla prova con delle sfide; partendo da un certo punto della partita, dobbiamo sconfiggere il nostro avversario in un numero di “mosse” prestabilite, e per ogni sfida esiste una sola e complicata soluzione, che ci spingerà a mettere in atto tutto quello che abbiamo imparato nella campagna.

Ehm, ciao. Sarei venuto fin qua per distruggerti, ma se sei occupato passo un'altro giorno.

Una volta sbloccati tutti mazzi e una buona dose di carte, siamo pronti per farci valere anche nella modalità online. Qua le possibilità di gioco sono 3:  il Free-For-All, un tutti contro tutti, il Planechase, dove la partita è condizionata da una mazzo di carte più grandi poste al centro del tavolo, tutte con effetti diversi e attivabili con il lancio di un apposito dado, e il Two-Headed Giant, uno scontro a squadre.
Globalmente, se non si è molto interessati all’ online, la longevità si aggirà intorno alle 15 ore, considerando che le sfide proposte faranno impazzire anche i veterani del gioco di carte.

Più chiaro di così…

Rispetto alla versione 2012, Wizards of the Coast riesce a migliorare e semplificare la modalità di gioco. Il gameplay risulta limpido e fluido, abbellito dalle animazioni delle carte che giochiamo. La segnalazione di punti vita, numero di carte rimanenti, forza e costituzione delle creature e delle abilità speciali è chiara ed efficace, cosi come la lettura delle carte, resa più intuitiva grazie a una comoda opzione di zoom, che ci permette di comprendere meglio le carte che non conosciamo, senza dover ogni volta alzarci dal divano per avvicinarsi allo schermo. Il tutto contornato, oltre che da un’ottima colonna sonora, da un grafica spettacolare, degna degli artwork con la quale ogni anno i disegnatori di Magic riescono a stupirci.
I difetti più grandi che si possono riscontrare nel titolo, oltre a quelli analizzati nel paragrafo successivo, sono relativi non tanto al gameplay, quanto ad alcune modalità di gioco. Il Planechase, uno dei set che ha visto la luce da poco, è molto confusionario; a ogni tiro di dado è possibile attivare l’abilità della carta posta al centro del tavolo, o cambiarla se esce un particolare simbolo, il che comporta ogni volta la lettura dell’intero testo. Considerando che ogni 1-2 turni la carte in tavola girano, il Planechase, se non avete pazienza, diventa ingiocabile, così anche come nella realtà, tanto che questo formato è riuscito a riscuotere poco successo. Si poteva rendere più chiaro, ma Wizards ha deciso di partire subito in quarta.

L'impostazione del gioco è semplice e chiara. Ben fatte anche le animazioni delle carte.

Per quanto riguarda il multiplayer, non essendo un gioco “pesante” molto raramente si presentano ritardi di connessione, e nel complesso è ben strutturato. Abbiamo la possibilità di giocare contro un massimo di 3 avversari, e a parte giocatori che spendono fin troppo tempo per decidere come portare avanti il proprio turno, bug casuali e il sistema di matchmaking che ci informa di errori di natura ignota, il gioco procede abbastanza fluido.
Se la struttura del gameplay è ottima, non altrettanto si può dire riguardo alla caratteristica fondamentale di un qualsivoglia gioco di carte: la personalizzazione del deck.
Durante tutto il gioco possiamo usufruire di 10 mazzi, di cui 9 monocolore e 1 bicolore, costituiti da 60 carte l’uno. Dopo ogni scontro portato a termine, sblocchiamo una carta relativa al mazzo che abbiamo usato, per un totale di 30 sbloccabili per deck. Come se non bastasse, il sistema di “messa a punto” è lacunoso; oltre a non poter modificare il numero di terre, che varia in automatico a seconda del numero di carte che utilizziamo, risulta impossibile montare il grimorio da zero, perchè anche in fase di creazione non possiamo scendere sotto le 60 carte. Questo ci porta a dover metter su un mazzo da 80 carte, per poi togliere in un secondo momento tutte quelle che riteniamo inutili. Inoltre la visuale ristretta e l’organizzazione delle deck su una singola fila costringe a passare ogni volta di carta di carta, per cercare quella da escludere, perdendo così un sacco di tempo.

La scelta di comprimere tutto in uno spazio ristretto rende più complessa l'organizzazione del grimorio.

Il fatto di non avere libertà di modifica/creazione del mazzo è vero che dà a tutti le stesse possibilità di vittoria, ma è vero anche che essendoci pochi mazzi, in poco tempo si imparano a memoria punti di forza e punti deboli, tanto che giocare in multiplayer diventa più una prova di fortuna nell’aver scelto il mazzo giusto per contrastare l’avversario, che una prova di abilità nello scegliere strategie personalizzate per ogni deck.

Commento Finale

Duels Of The Planeswalkers 2013 è senza dubbio un’ottima occasione per provare e apprendere la storia e le dinamiche di Magic: The Gathering, spiegate molto chiaramente all’interno del gioco. Purtroppo il titolo, nonostante il gameplay molto convincente, a causa della pochissima libertà che ci viene concessa non può offrirci che qualcosa in più di un tutorial per chi vuole vuole imparare a giocare: per fortuna il gioco online è ben fatto, e con la giusta compagnia al seguito avrete trovato un ottimo modo per riempire il tempo libero.

7/10

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