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Metro: Last Light – Recensione

Publisher: Deep Silver Developer: 4A Games
Piattaforma: PS3 Genere: FPS Giocatori: 1 PEGI: 18

Lo sviluppo di Metro Last Light è stato uno dei più discontinui e problematici, per via del recente disgregamento di THQ e altri problemi legati al basso budget di 4A Games. Ma il gioco non è stato abbandonato e alla fine eccolo sui nostri schermi: il secondo capitolo di Metro, che ci riserverà tante sorprese. Belle e brutte.

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Da soli nella metro

La storia è il diretto seguito di quella di Metro 2033, anche se questa volta l’ispirazione sembra essere di meno e la trama rischia di passare in secondo luogo, specialmente se si gioca la campagna senza troppa continuità. Ma bando alle ciance; veniamo inviati in superficie dopo tanto tempo per rintracciare un piccolo di quegli alieni che credevamo di aver sterminato in 2033. Non tutto va secondo i piani (anzi, a dire il vero proprio niente va secondo i piani) e ci ritroviamo imprigionati con altri uomini da alcuni guerrafondai. La storia si evolve facendoci vagare da un luogo all’altro, alternando sezioni nella metro (e nelle varie “città”, tra tante file di virgolette) a sezioni in superficie.
Passiamo perciò alla sostanza; mentre sarete impegnati a cercare di capire chi è buono e chi è cattivo all’interno della storia, il gioco vi pone in un susseguirsi di sezioni sparatutto che offrono un approccio stealth ben definito, ma che possono, ovviamente, essere anche affrontate correndo e sparando. Da sottolineare è infatti che spesso l’intelligenza artificiale dei nemici lascerà a desiderare e renderà fin troppo facile il proseguimento nella trama.
Ma stiamo sempre parlando di umani (e gli umani sono stupidi, no? …No?). Quando ci troveremo di fronte alle terribili creature, perlopiù nelle sezioni in superficie, sarà tutt’altra storia, in quanto l’intelligenza artificiale non andrà ad influire sullo scontro: i mostri saranno completamente aggressivi, dal primo all’ultimo.

Meglio non farsi sentire...
Meglio non farsi sentire…

Tornando a parlare dell’approccio stealth, avremo sempre a disposizione un orologio che ci segnalerà quando saremo in bella vista e quando invece saremo completamente avvolti dall’ombra; quasi ogni luce all’interno dello scenario potrà essere spenta o distrutta, inoltre avremo a disposizione mosse alle spalle per uccidere o semplicemente stordire i nemici. Ovviamente sarà anche fondamentale avere il silenziatore sulle proprie armi.
Quando invece parliamo di scontri a fuoco veri e propri, ecco che tornano i problemi legati all’IA: fin troppo spesso i nemici umani tenderanno a sparare da posizioni ferme e scarsamente riparate e raramente cercheranno di fuggire da atteggiamenti aggressivi o da pericoli sin troppo ovvi (granate?). Ad ogni modo, alle difficoltà più alte gli scontri a fuoco riescono sempre a mettere il giocatore in difficoltà e in vari casi è richiesto un minimo di strategia per riuscire a proseguire.
Parlando di un gioco che ha molto di survival horror, inutile dire che dovremo stare attenti alle munizioni, che potremo sgraffignare dai cadaveri dei nemici o trovare in piccoli contenitori nascosti nelle mappe, insieme a filtri di ricambio per la maschera (necessaria nei livelli in superficie), granate, coltelli da lancio o kit di pronto soccorso.

In superficie non si respira una bella aria... ma almeno c'è una bella grafica, no?
In superficie non si respira una bella aria… ma almeno c’è una bella grafica, no?

Sempre a proposito delle munizioni da tenere sotto controllo, torna, come in 2033, il sistema dei proiettili militari, ovvero colpi potenziati che possono essere usati contro i nemici o i boss oppure come valuta nelle zone “di riposo”. Qui potremo usare questi proiettili per acquistare nuove armi, modificarle con diversi accessori, tra cui mirini, silenziatori e modifiche a calcio/canna, o per procurarci equipaggiamento medico/offensivo. Ci sono poi svariati altri modi per terminare i propri proiettili speciali, quali usarli per godersi la danza di una donna con ben poco indosso (a proposito, il PEGI 18+ è più che fondato) o per ubriacarsi al bar.

Ambientazione da brividi

Il punto di forza di Metro Last Light risiede sicuramente nell’aspetto audio-visivo, non tanto per la soundtrack, comunque di buona qualità, quanto per gli effetti stessi delle armi e i versi dei mostri e, ovviamente, per lo stupefacente comparto grafico e le ambientazioni a dir poco fantastiche. Nella metro spesso ci ritroveremo in magazzini, cunicoli o tane di ragni giganti, ma il meglio arriva quando siamo in superficie. Tutte le zone “al di sopra” sono contaminate da radiazioni, ed è per questo che saremo costretti ad indossare una maschera antigas; la grafica fa il suo ottimo gioco anche qui, proponendo svariati modi per sporcare la maschera, che potremo ripulire con la pressione dell’apposito tasto. Quando indossiamo la maschera dobbiamo anche stare attenti a non terminare i filtri, senza i quali essa non sarà più utile a nulla.
Ma, tornando alle ambientazioni, la superficie ha un’enorme varietà di locations da offrire, che spaziano dai classici edifici a più piani fino a paludi radioattive, catacombe, praterie, la sezioni di città (Mosca) in rovina e altro ancora. Le ambientazioni, inoltre, offrono, spesso e volentieri, anche alcuni easter egg che potrebbero farvi sorridere.

Un posto molto tranquillo, insomma.
Un posto molto tranquillo, insomma.

In quanto a realizzazione grafica, anche quelle dei personaggi e delle armi sono di altissimo livello: giocando su uno schermo sufficientemente grande e con un buon paio di cuffie sembrerà davvero di trovarsi al posto del nostro alter-ego Artyom.
Uscendo dall’ottica in-game del titolo, bisogna dire che è soltanto presente la modalità storia, che di per sé si attesta attorno alle 12 ore. Le difficoltà presenti sono facile, normale, difficile e ranger; personalmente consiglio a chiunque di iniziare subito a difficile, poiché riesce a rendere abbastanza la natura survival del titolo, nonostante sia necessario giocare a ranger per goderselo sul serio (ma attenzione, perchè a ranger è davvero tosto). La rigiocabilità dipende molto da che tipo di giocatore siete; se non volete spendere soldi per un titolo troppo “privo di contenuto extra”, comunque, forse fareste bene a tenerveli.

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Commento finale

Metro Last Light è sicuramente un ottimo FPS che riesce a mischiare ambientazioni e mostri tipici dei survival horror con dinamiche più classiche degli sparatutto e sessioni interamente stealth. Nonostante ci siano pecche nell’IA e non ci sia niente di più della campagna giocatore singolo, il titolo merita e non poco. Quel che fa, lo fa egregiamente: la grafica è da urlo, il design di armi e personaggi stupendo, nelle ambientazioni si respira un’aria completamente caratterizzata (e non solo dalle radiazioni). La campagna è varia e la trama, anche se meno ispirata di quella di Metro 2033, è comunque un buon contorno per il tutto. Consigliato ai fan degli sparatutto in soggettiva, del survival horror o, ancora meglio, di entrambe le cose. Se invece cercate un titolo che possa intrattenervi più a lungo, con modalità multiplayer e magari tanti begli extra, Metro Last Light non fa per voi.

8/10

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