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NBA 2K12 – Recensione

Publisher: 2K Sports Developer: Visual Concepts
Piattaforma: PS3 Genere: Sportivo Giocatori: 1-7 (2-10 Online) PEGI: 3 Altro: PlayStation Move

Siamo italiani, e il naturale pensiero ogni qualvolta vediamo un pallone per terra è quello di prenderlo a calci, per buttarlo in rete oppure farlo passare tra due biciclette mezze spaccate, buttate lì, giù per terra, a fare da pali, come nemmeno al Juventus Stadium (o a San Siro, al Santiago Bernabeu, all’Old Trafford, fate un po’ credete). Di tanto in tanto ci concediamo qualche momento di diletto con i motori, che siano trainati da due o quattro ruote poco importa, anche se è certo che mai vorremmo assistere a quanto accaduto recentemente al povero Marco Simoncelli : che la sua anima possa trovare riposo. Al resto dedichiamo davvero poca attenzione, salvo episodi epocali, relegando il solito estremo sostenitore di sport come tennis o rugby ad una vita da eremita.
Questa è la premessa a questa recensione, dedicata a un titolo che ci ricorda l’esistenza di una disciplina (che in questo momento appare decisamente più elegante del calcio, per via dei vari scandali, ultimo in linea cronologica quello delle scommesse) in cui la palla bisogna prenderla con le mani, specie se è tutta arancione e tagliata in spicchi da una linea più scura della notte, e buttarla nel cesto, possibilmente da fuori area, per una bella tripla.

 They’re playing Basketball…

 NBA 2K12 è l’ultimo esponente della serie sportiva realizzata da 2K, da lungo tempo al vertice per quanto riguarda le simulazioni sportive riguardanti basket, hockey, baseball e tennis. Trattandosi di un titolo a cadenza annuale, le novità, come logico, non possono essere poi molte, e difficilmente riusciranno a conquistare nuovi sostenitori, volete anche per i motivi illustrati nell’introduzione. Chi è da anni fedele al credo 2K troverà immediatamente intuitivo tutto, a partire dalla schermata iniziale. Al contrario, coloro che dovessero approcciare la serie per la prima volta, dovranno prendere le misure ancor prima di mettersi gli scarpini virtuali: i menù di NBA 2K12 sono lontani anni luce da quanto visto in una simulazione calcistica a caso, per intenderci.
Una volta assistito all’ intro (meravigliosamente curata e accompagnata dalle note di “Basketball” di Kurtis Blow, che prima di piacere o non piacere, va detto, è estremamente azzeccata) e premuto il tasto Start, ci si ritrova davanti un menù strabordante di stile, che sa molto di locandina dedicata ai programmi della serata, e solo muovendo la levetta analogica destra avremo a che fare con un menù a comparsa propriamente detto, dove potremo selezionare opzioni, online, modalità di gioco e quant’altro. Problemi di ambientamento che in un paio di sessioni saranno risolti, e che vi faranno apprezzare meglio quanto tutto sappia di canale sportivo interattivo.

Ma davanti ad un'immagine del genere, cosa possiamo dire?

Le modalità principali rimangono le solite, “Associazione”, in cui controllerete una squadra in molteplici stagioni, e “Il Mio Giocatore”, quest’ultima decisamente migliorata rispetto al passato a tal punto da essere “suggerita” spesso dallo stesso gioco, sia nella lista trofei, sia nella locandina di cui si è detto sopra. 2K ha curato nei dettagli ogni particolare, inclusi i colloqui di lavoro e lo spettacolo della sessione di “Draft”, senza dimenticare le mail che riceveremo dalla dirigenza o le conferenze stampa del dopo partita. Qualche perplessità lascia invece l’editor con cui creare il proprio alter ego, meno potente di quanto ci si potrebbe aspettare oggigiorno.
Praticamente ovunque traspare il senso di connessione tra realtà e mondo virtuale, sia nell’interfaccia, come detto, che assomiglia molto a uno Sportitalia all’ennesima potenza,  sia negli aggiornamenti dovuti alla rete che il gioco continua a ricevere e che 2K sembra volere continuare a dare con costanza nei mesi a venire, sia per il senso di fisicità che il gioco riesce a trasmettere, Dualshock 3 alla mano, sia ancora nelle licenze ufficiali e negli intermezzi dell’intervallo concessi da HP o dai replay forniti dalla “Sprite Cam”.

Al di là però delle piacevoli conferme, è cosa buona e giusta parlare di quanto introdotto dagli sviluppatori: una delle modalità più interessanti è facilmente intuibile dalla copertina, con protagonista il Michael Jordan dei tempi migliori, pronto a schiacciare a canestro. “Grandi campioni NBA” presenta una serie di sfide che vedono protagonisti giocatori storici in match epici, il tutto filtrato con uno stile grafico che sa di passato, come giusto che sia, grazie a colori un po’ sbiaditi e spenti. Le suddette sfide, detto tra noi, permetteranno di sbloccare anche i team che hanno fatto la storia, e di sollazzarci con Jordan da una parte e Bryant dall’altra.
Una feature che ci ha stupito in positivo è stata “NBA on the Move”, tutta dedicata al controller di movimento di casa Sony. Le meccaniche previste sono simili, anche se con qualche differenza, a quanto visto su Wii per Pro Evolution Soccer, ossia, si mira al giocatore al quale si vuole passare il pallone per giungere al tiro, senza avere nessun controllo sulle movenze dei cinque uomini in campo. L’intelligenza artificiale però si comporta bene, e siamo sicuri che i neofiti troveranno un buon punto di partenza in tutto questo. Per i duri e puri che volessero cominciare a giocare seriamente da subito c’è una ulteriore introduzione, il “Training Camp”, in cui Jordan in persona ci insegnerà tutti i trucchetti del mestiere, forse fin troppi, a dire il vero, ma questo più che un difetto è una conferma del grande lavoro dietro a questo titolo, difficile da padroneggiare, ma capace di elargire enormi soddisfazioni.

Se tutto questo non vi fa fumare il cervello, sappiate che NBA 2K12 lo amerete. La vostra vita sociale un po' meno. Dettagli.

…We love that Basketball!

 I brani presenti, come nel caso della già citata Basketball, sono tutti azzeccati e si incastrano alla perfezione con l’atmosfera che si respira nel gioco. La soundtrack è composta prevalentemente da brani di genere rap, vari remix e canzoni ereditate dagli scorsi capitoli della serie 2K. Oltre alla colonna sonora, anche altri elementi pronti a deliziarci l’orecchio dimostrano di essere stati trattati con cura certosina, a partire dalla telecronaca (in americano, come era lecito aspettarsi visto il numero di vendite mai eccezionali che il gioco raggiunge nello stivale italico), fluida e interrotta a volte dal collegamento dal campo, e dai rumori propri degli stadi contenenti i palquet più famosi del mondo, come lo strisciare degli scarpini sul legno, il battito flessuoso del pallone o gli intermezzi melodici che scattano nel bel mezzo della partita.

Un discorso analogo si può affrontare a livello di grafica: è davvero difficile trovare in altri giochi la sensazione che tutto quello intorno al campo di gioco, oltre che dentro, sia così vivace. E’ un piacere vedere ballare la mascotte in danze semi-prive di senso mentre a pochi metri si scontrato dei titani a suon di schiacciate e terzi tempi, oppure le reazioni dei tifosi così vicini al campo, senza scordarsi degli intermezzi tra un tempo e l’altro in cui ragazze pon-pon si esibiscono (ragazze, che, questo va detto, potevano essere decisamente più dettagliate: il contrasto tra loro e i giocatori -o la suddetta mascotte- sembra quasi uno scontro anacronistico tra due diverse generazioni di console).
Tutto comunque scorre senza intoppi legati al frame rate, e questo è un bene visto quello che si muove su schermo. Da applausi anche la fisica del pallone e le animazioni dei giocatori, senza le quali sarebbe stato impossibile trasmettere la fisicità degli scontri corpo a corpo propria del titolo 2K, sottolineata anche da una elettrizzante vibrazione del Dualshock 3 nei momenti più intensi.

IO posso.

NBA 2K12 scorre piuttosto bene anche online, salvo per qualche rallentamento, che però si fa sentire in maniera pesante quando avviene: pochi ma buoni, in pratica. Capiterà infatti di assistere a movioloni veri e propri in tempo reale, che se fossero stati volontari, sarebbero stati anche graditi, ma dato che così non è, dobbiamo giocoforza segnalare. L’ideale sarebbe stato avere partite prive di lag, senza dubbio, ma se proprio avessimo dovuto scegliere, avremmo certamente preferito un paio di maxi rallentamenti a partita piuttosto che dei piccoli ma continui problemi di sincronizzazione con l’avversario, che avrebbero minato l’intera giocabilità in rete, dato il tempismo che serve in un gioco di basket nei passaggi o in una stoppata a canestro.

Commento finale

NBA 2K12 è probabilmente il gioco di basket più completo di sempre, in grado di fare felice qualunque sostenitore della disciplina sportiva qui trattata. Promosso con il pieno dei voti, dunque? Purtroppo no, perché il gioco perfetto non è pensabile, e per quanto riguarda il gioco online qualche problema sussiste. Rimane poi il fatto che, per quanto questo 2K12 sia migliorato di netto rispetto a 2K11, non rappresenta comunque una rivoluzione, e molti potenziali acquirenti potrebbero decidere di accontentarsi del vecchio episodio. In ogni caso, se conoscete qualcuno che non vive solo di prati verdi lunghi un centinaio di metri circa e di “cornuto” agli arbitri, regalandogli l’ultima fatica made in 2K, lo farete felice, poco (insomma…) ma sicuro.

8/10

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Dario Caprai
Non capisce niente di videogiochi ma, dal momento che non lo sa, continua a parlarne, imperterrito. Tanto è vero che il tempo preferisce passarlo a scrivere, a leggere, a vedere un film, a seguire e praticare sport, a inveire per il fantacalcio, a tenersi informato su tecnologia e comunicazione piuttosto che con un DualShock in mano. In tutto questo è, però, uno degli admin di PlayStationBit da tempo ormai immemorabile.

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