PS3Portal 2 - Recensione

Portal 2 – Recensione

Publisher: Electronic Arts Developer: Valve
Piattaforma: PS3 Genere: Puzzle Giocatori: 1-2 (Online: 2) PEGI: 12

Sono passati oltre tre anni dall’uscita di uno dei giochi più brillanti di sempre, Portal, e finalmente il team Valve, in collaborazione con Electronic Arts, ha sfornato il tanto atteso sequel. Chell torna ad aprire portali nell’intento di uscire viva dalle strutture iper-tecnologiche di Aperture Science: un ritorno da leoni?

 

Ancora viva

Nel primo Portal, la ragazza da noi interpretata, di nome Chell, ha dovuto attraversare tantissime stanze ad enigmi per distruggere GLaDOS, l’intelligenza artificiale che abitava nei laboratori di Aperture Science e che si divertiva a sottoporre mortali test a chi osava esplorarli. Dopo essere riuscita nell’intento, Chell si risveglia all’interno di quella che sembra essere una stanza di un motel, ma che presto si rivela essere un semplice container in cui è stata portata, svenuta, da Wheatley, simpatico robot a forma di occhio che è disposto a fare di tutto per aiutarci nella fuga. Comincia qui la nostra nuova avventura, ed il nostro primo obiettivo è quello di recuperare la nostra pistola apri-portali, gioiellino tecnologico che fa di Portal un titolo dal gameplay unico. Per i pochi pazzi che non hanno giocato il primo capitolo, la struttura di gioco di Portal si fonda sulla risoluzione di enigmi tramite l’utilizzo di quest’arma capace di aprile due portali – uno di ingresso ed uno d’uscita – sulle pareti bianche che contraddistinguono l’ambiente asettico di Aperture Science. Portal è quindi un puzzle game e non, come potrebbe apparire, uno sparatutto in prima persona, per cui dimenticate di dover sparare ad alieni venuti dallo spazio o a robot iper-tecnologici: l’unica cosa che vi serve per portare a termine l’avventura è il vostro cervello.

GLaDOS tornerà in tutta la sua robotica bellezza

Il primo Portal – uscito anche su PS3 all’interno dell’Orange Box ma, inutile dirlo, soggetto ad una conversione pietosa – era più che altro un piccolo esperimento, tant’è che la sua longevità si attestava intorno alle 3 ore totali. Con Portal 2 il team Valve ha deciso di fare le cose in grande, offrendo un titolo vasto che, solo nella sua componente single-player, vi terrà impegnati per circa 8 ore, a cui andranno a sommarsi le ore di gioco scaturite dalla modalità coop. Sapendo di poter incappare in un problema di ripetitività complessiva del gameplay, il team di sviluppo ha orchestrato una trama più complessa e ha introdotto diverse variabili all’interno delle meccaniche di gioco. Dimenticate di passare il vostro tempo solo ed esclusivamente nei laboratori Aperture Science: senza volervi rovinare nulla, il gioco vi poterà in zone inaspettate grazie alle quali riuscirete ad apprezzare maggiormente il background del mondo di Portal, conoscendone retroscena ed origini. Una storia avvincente a cui non mancheranno colpi di scena e momenti indimenticabili.

Carisma artificiale

Troppo spesso ci troviamo ad analizzare l’intelligenza artificiale dei nemici ed il modo in cui essa riesce a plasmare diverse sfaccettature di un determinato gioco. Questa volta però bisogna parlare di altro, bisogna porre enfasi su ciò che maggiormente caratterizza Portal: il carisma. Già nel primo Portal avevamo imparato ad apprezzare GLaDOS, maligna IA capace di addolcire qualsiasi discorso fondato su pura perfidia e cattiveria: una caratterizzazione magistrale capace di far invidia all’intera schiera dei personaggi appartenenti all’intero mondo dei videogames. Con Portal 2 ogni record viene battuto, affiancando a GLaDOS l’androide Wheatley, vero personaggio fulcro del gioco. Il simpatico robot sferico è al contempo brillante e stupido, simpatico e permaloso, in un mix di caratteri che riesce ad intimidire GLaDOS stessa. Costretto a vagare su binari attaccati ai soffitti, a Wheatley è sempre stato detto che effettuando manovre non consentite dall’Aperture Science sarebbe esploso all’istante: trovatosi costretto ad andare contro questa fondamentale regola, il piccolo robot scopre il significato della libertà, ed affronta così un’evoluzione caratteriale talmente rilevante da risultare difficile nella descrizione.

Che ci crediate o no, Wheatley sarà un personaggio indimenticabile

Complice della sua personalità è anche uno splendido accento ‘british’ ed un’espressività facciale che ricorda da vicino il Wall-E della Disney. Valve ha davvero fatto un lavoro encomiabile regalando al mondo dei videogames un personaggio che difficilmente potrà finire nel dimenticatoio. Tutti coloro che non riescono a masticare l’inglese potranno affidarsi ai sottotitoli in italiano, ma a causa della rapida parlantina e della rilevante mole di dialoghi, si potrebbe incappare in qualche difficoltà nel seguire i discorsi dei due robot, soprattutto nella fase finale e più movimentata del gioco. In Portal – al contrario di fin troppi videogames – non c’è spazio per dialoghi scontati e banali: ogni intervento sarà intelligente e messo lì per un determinato motivo, regalando un’esperienza ricca di umorismo e inverosimilmente stimolante.

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Evoluzione tecnologica

Come già sottolineato, il rischio che correva Portal 2 era quello di risultare ripetitivo nella sua struttura, ma per fortuna il team di sviluppo ha centrato in pieno l’obiettivo di migliorare il primo capitolo aggiungendo nuovi elementi e migliorandone altri. La principale innovazione che è stata apportata a questo sequel è l’inserimento di alcuni fluidi in grado di alterare le nostre capacità di movimento all’interno degli ambienti. Portal 2, al contrario del suo predecessore, conta maggiormente su ambienti vasti, ed è proprio in questi che i tre fluidi disponibili tornano utili al fine di raggiungere la porta verso la zona successiva. Quello blu aumenta la nostra capacità di salto, quello rosso annulla l’attrito sulle superfici, e quello bianco ci permette di aprire portali in zone precedentemente non interattive. Questi fluidi usciranno da enormi tubi, e sfruttando proprio i portali dovremo spargerli in determinate zone delle stanze per oltrepassare ostacoli ed andare avanti nella storia.

Sono tante le novità apportate a questo secondo episodio

Si aggiungono anche nuovi elementi come i cubi deflettenti, che permettono di modificare l’angolazione di alcuni laser provenienti dalle pareti, i fasci di luce, che operano da barriere contro possibili minacce, e i flussi magnetici, che ci permettono di spostarci da una parte all’altra della mappa sempre tramite l’interazione con tasti e portali. Se tutto ciò potrebbe confondervi, non preoccupatevi: tutti gli enigmi hanno come obiettivo principale quello di far lavorare il vostro cervello nella disperata ricerca di una soluzione. Ad onor di causa, va detto che il primo Portal era forse un po’ più impegnativo, ma grazie a tutti i nuovi elementi di gioco è possibile contare su un gameplay più vario ed interessante.

Amici per la pelle

Per riuscire ad offrire un gioco quanto più completo possibile, Valve ha optato per la realizzazione di una modalità Co-op sia online che offline (split-screen) in cui due amici devono collaborare per superare le varie stanze di test. Oltre che costituire un’ulteriore sfida per il giocatore – saranno sensibilmente più complesse di quelle presenti nella modalità single-player – queste stanze fanno da catalizzatore per un ulteriore aumento della longevità complessiva, che andrà a collocarsi sulle 15 ore circa. Le meccaniche di Portal non potevano non essere conciliabili con la cooperazione tra i giocatori, ed il risultato è chiaramente più che positivo.

Nella modalità coop impersonerete questi due simpatici robot

Interessante anche la possibilità di riaffrontare il gioco con i commenti degli sviluppatori riproducibili in diretta: nelle varie aree di gioco saranno infatti presenti diverse icone a forma di fumetto che, se attivate, avvieranno alcune tracce audio in cui i diversi membri del team di sviluppo parleranno delle diverse sezioni presenti nel gioco. Un contenuto extra di apprezzabile fattura che farà sicuramente piacere a chi da sempre ama i making of e vuole scoprire tutti i retroscena della realizzazione di un videogioco.

Commento finale

Portal 2 dimostra come un puzzle-game possa imporsi come pietra miliare nell’industria, a discapito degli inflazionatissimi sparatutto in prima persona che, qualche eccezione a parte, sono rimasti fermi dinnanzi ad uno stazionamento di determinate meccaniche di gioco, trovando grandi difficoltà nell’evolversi verso nuovi concept. La versione PlayStation 3 di Portal 2, inoltre, conta sull’integrazione con il servizio Steam che apre le porte ad un’interessante collaborazione tra Sony e Valve, in quello che potrebbe diventare un punto di forza dell’ammiraglia Sony. Portal 2 è un’esperienza imperdibile per tutti gli amanti dei videogames, che stimolerà costantemente la vostra materia grigia e culminerà con un finale indimenticabile, emozionante e ricco di adrenalina.

9/10

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Alex Camilleri
Fondatore e admin. Nel lontano 2008 apre UPSBlogIt, un blog personale dedicato al mondo PlayStation. Il progetto cresce rapidamente ed evolve dopo tanti anni in PlayStationBit. Adesso sviluppa videogiochi.