Piattaforma: PS4 (disponibile anche per PS3 e PS Vita) Genere: RPG Giocatori: 1 PEGI: 12 Prezzo: 14,99 €
Dopo i buoni risultati ottenuti dalla versione PlayStation 3 prima e da quella PlayStation Vita poi, gli sviluppatori indipendenti di SideQuest Studios sono pronti a riproporre Rainbow Moon anche su PlayStation 4. Stiamo parlando di un gioco di ruolo che più classico non si può, capace di offrire decine di ore di intrattenimento tra missioni primarie e secondarie, ma che comunque è uscito ben 4 anni fa: riuscirà a convincerci anche sull’hardware di nuova generazione? Scopriamolo insieme.
Alla scoperta della Rainbow Moon
Il filmato introduttivo ci introduce velocemente all’azione: impersoneremo Baldren, guerriero impegnato a combattere il suo acerrimo nemico Namoris. Il malvagio stregone ha però preparato una trappola per Baldren, che trasporterà il nostro eroe in un altra epoca ma soprattutto in un altro pianeta, Rainbow Moon appunto. Nonostante ci siano decine di personaggi primari e secondari, niente e nessuno riesce a supportare ed esaltare la narrazione. La scarsa attrattiva della trama infatti, è senza dubbio il difetto più grande riconosciuto alla produzione dei SideQuest Studios: poca caratterizzazione, poca fantasia e probabilmente poca attenzione rivolta al comparto narrativo dagli sviluppatori penalizza non poco un tipo di gioco in cui, di solito, la trama è uno degli elementi principali. Anche le missioni secondarie non spiccano per originalità e non offrono sottotrame all’altezza, così come i dialoghi, mai particolarmente brillanti e spesso prolissi. Non è un giudizio totalmente negativo, ma neanche tanto positivo: Rainbow Moon, almeno sotto questo aspetto non introduce nulla di nuovo o che valga la pena di provare, facendo della trama quasi un pretesto per portare avanti l’avventura.
Un gameplay sempreverde
Come già anticipato nell’introduzione, Rainbow Moon si presenta come un gioco di ruolo molto tradizionale. Ci troviamo di fronte ad uno strategico a turni alla “Disgaea” o “Final Fantasy Tactics”, in cui dovremo muovere il nostro team (composto da un massimo di tre combattenti) su uno scacchiere per sconfiggere orde di creature e altri guerrieri. Il sistema di base è semplice e intuitivo, arricchito da diverse nuove opzioni sbloccabili proseguendo con l’avventura. Ogni personaggio ha il suo attacco peculiare, le proprie abilità e diverse statistiche, ovviamente potenziabili.
Una delle caratteristiche principali di Rainbow Moon è senza dubbio il grinding, termine che indica quella sorta di “routine” che ci porterà a uccidere decine di mostri per salire di livello, accumulare denaro e ottenere oggetti e materiali necessari al crafting. Questo aspetto potrebbe essere considerato da molti un difetto, da altri (magari più avvezzi al genere) la normalità in un gioco di ruolo di questo tipo: sta di fatto che per proseguire nel viaggio dovrete necessariamente potenziare a dovere i vostri personaggi, vista la difficoltà non troppo clemente nei confronti dei giocatori.
Grinding smodato
Soprattutto all’inizio, il processo di grinding può risultare frustrante, ma con il passare del tempo grazie all’acquisizione di nuove abilità e al miglioramento nel padroneggiare tutte le dinamiche di gioco, apprezzerete senz’altro ciò che Rainbow Moon ha da offrire. Un altra caratteristica positiva di questo titolo, è senza dubbio la buona varietà di cose da fare e da scoprire. Non parliamo di qualcosa di rivoluzionario in campo GDR, ma le tante attività ci porteranno a completare il gioco in una cinquantina d’ore, senza contare le tantissime ore extra da dedicare a decine di missioni secondarie, crafting e sviluppo dei personaggi. Rainbow Moon è capace di offrire tante soddisfazioni, a patto che gli si dedichi il giusto quantitativo di ore.
Gli acciacchi dell’età
Se il gameplay ci ha soddisfatto, non possiamo dire altrettanto del comparto tecnico. Parliamo di un titolo uscito quattro anni fa su PlayStation 3, prodotto da una software house indipendente è vero, ma comunque non ci si può accontentare considerando l’hardware di PlayStation 4. La grafica colorata sopperisce a qualche mancanza, ma il design generale non ispiratissimo, non esalta quanto di buono offerto dal gioco. Sia le ambientazioni che il character design, non brillano per originalità, con buoni contenutio ma che il più delle volte sanno di “già visto”. La varietà è comunque ottima, con decine di mostri diversi, dungeon e isole sempre differenti tra di loro. Anche la colonna sonora non ci ha esaltato particolarmente, con temi buoni ma che dimenticherete subito dopo aver finito il gioco. Manca la localizzazione in italiano, ma non è un problema poi così grande vista l’intuitività del gameplay e il ruolo marginale della narrazione.
Trofeisticamente parlando… avrete bisogno di parecchio tempo libero!
Rainbow Moon offre 53 trofei, Platino compreso. Il vero problema, come più o meno per tutti i titoli di questo genere, sta nel tempo necessario al completamento degli obbiettivi più che alla loro difficoltà. Raggiungere 100 ore di gioco, accumulare 500,000 Rainbow Coins, completare missioni secondarie, potenziare armi un determinato numero di volte e raggiungere i livelli più alti con i personaggi, sono le sfide che vi troverete davanti nella “scalata al Platino”. Per ulteriori informazioni, come sempre, vi rimandiamo al nostro aggiornatissimo forum.