Primo PianoRisen 2: Dark Waters - Recensione

Risen 2: Dark Waters – Recensione

Publisher: Deep Silver Developer: Piranha Bytes
Piattaforma: PS3 Genere: RolePlay Game Giocatori: 1 PEGI: 16 Installazione: No

Quando ad un videogiocatore degno di tal nome si manifesta il termine “pirata”, il pensiero non potrà che rivolgersi a Monkey Island, avventura punta e clicca di molti anni fa, tra l’altro recentemente oggetto di un restyling grafico mica male. La perla sviluppata da Lucas Arts però non è la sola ad avere come protagonisti uomini con gambe di legno e una benda sull’occhio, con una predilezione per le battute sconce ed il celebre grog. Anzi, una solida schiera di titoli ha seguito la linea tracciata, basti pensare anche solo al primo Uncharted.
Risen 2 Dark Waters, recensito qui sotto, non può che dare man forte alla suddetta schiera!

In cul… ehm, in sedere alla balena!

Una premessa: Risen 2 era già approdato su PC, qualche mese fa. Risen 2 Dark Waters, invece, è la versione appositamente pensata per console, sequel di quel Risen, sviluppato sempre da Piranha Bytes (Gothic), uscito nel 2009. Versione per console che può vantare un contenuto aggiuntivo sotto forma di codice e che dunque penlizza chi compra il gioco usato, “Il tempio dell’Aria”, il quale garantisce diverse ore di gioco aggiuntive.
Detto questo, Dark Waters riprende in maniera fedele la trama del primo Risen, a partire dal protagonista, il medesimo della precedente avventura, mentre la location è interamente cambiata: sono infatti lontane le sfumature medievali, mentre si è passati ad un’atmosfera più tropicale e, per così dire, piratesca.
Alla fine del primo episodio, il nostro affrontò in un duro scontro uno dei cinque Titani, quello del Fuoco, che gli costò l’occhio destro. Il Titano del Fuoco, come detto, non è l’unico Titano che minaccia le sorti dell’umanità, e così l’Inquisizione, un’organizzazione militare che ha proprio l’obiettivo di proteggere gli esseri umani dalle minacce marine, ha continuato la propria battaglia personale: tra le sue fila, il nostro eroe ha fatto la sua parte, dandosi più all’alcool, veramente, che alla battaglia, da buon pirata quale è.
Dark Waters comincia proprio così, mostrando il protagonista in una situazione deprimente ed alienante, costretto, però, con il trascorrere degli eventi, a chiedere ai pirati di collaborare e a sconfiggere i rimanenti quattro Titani e Mara, la strega dei mari, metà donna metà polipo, desiderosa di distruzione e potere.
Una sceneggiatura brillante ed intrigante, sarete d’accordo, che infatti costituisce uno dei fiori all’occhiello del titolo: è quasi superfluo dire che una trama così arzigogolata non poteva che fare da sfondo al genere che più si presta ad avere un’impalcatura narrativa, quello dei Giochi di Ruolo.
Anche se inizialmente il gameplay di Risen 2 Dark Waters assomiglia ad un action game, tra l’altro banale e che necessita una riveduta, almeno nelle basi, con il procedere dell’avventura il giocatore si accorgerà sempre più dell’importanza che assume un corretto sviluppo del personaggio (grazie alla Gloria guadagnata) attraverso l’apprendimento dei diversi Talenti – Astuzia, Vudù, Lame, Armi da Fuoco e Resistenza – ed Abilità – calci, borseggio, contrattacchi, mosse scorrette e quant’altro -, così come il possedere l’equipaggiamento migliore e più equilibrato.

L'importante, nella vita, è essere ospitali: guardate come scodinzolano questi mostri!

Il sistema di sviluppo nel personaggio, anche se molto vario e diversificato, risulta un po’ troppo “lento”, cosicché qualcuno potrebbe non avere la pazienza necessaria per apprezzarne le peculiarità. Permette infatti di apprendere vere scorrettezze (alla Monkey Island, verrebbe da dire, per stravaganza) come noci di cocco in testa, sabbia negli occhi et similia, che però potrebbero scoraggiare qualche videogiocatore che non brilla per dedizione, vista la macchinosità prima segnalata.
Va poi sottolineato come a proposito di pazienza, soprattutto nelle prime fasi, sia altamente sconsigliato di procedere optando per la forza bruta, dal momento che in questo caso morirete più e più volte, anche quando ve la vedrete con i mostri più insignificanti. Anche più in là nell’avventura, non pensate di vedervela facilmente con un branco di deboli mostriciattoli, perché in Risen 2 la superiorità numerica conta più che in molti altri giochi.
Ed è qui che si incontra uno dei primi spartiacque, che dividerà il popolo videogiocante in chi, Risen 2, lo amerà e chi lo odierà: il tasso di difficoltà, davvero molto alto inizialmente, e poi reso mano a mano più graduato. Se fate parte della vecchia scuola, e qualche game over di troppo non vi spaventa, troverete continui stimoli per migliorare e affrontare il nemico di turno, apprezzando lo spirito di sopravvivenza, mentre se non siete in possesso di una sufficiente dose di masochismo, potreste abbandonare la vostra avventura dopo un paio d’ore, scoraggiati e frustrati: siete avvertiti. Va detto, per completezza d’informazione, che il sistema di salvataggio eccellente vi permette di salvare in qualsiasi luogo, in ogni momento, cosa che vi farà sicuramente risparmiare un bel po’ di tempo e vi tutelerà in caso di scelte avventate.

La tecnica è nulla senza emozione: vero, però anche il contrario…

Tutto ciò che riguarda voi e il mondo di gioco è comunque raccolto nel menù richiamabile premendo il tasto cerchio, menù che nei GdR, come ben sapete, riveste un ruolo fondamentale.

Odore di acqua salata, vento tra i capelli e una splendida sfumatura pastello nel cielo: essere pirati, è anche pura poesia

Quest’ultimo risulta davvero esaustivo, anche se richiede un po’ di tempo per avere il giusto feeling: statistiche, equipaggiamento, mappe sono tutti racchiusi in poche intelligenti schermate. Davvero utile risulta il Diario di Bordo, che si aggiornerà automaticamente e permetterà al giocatore di tenere sotto controllo quali missioni secondarie ci sono da completare, quali azioni sono richieste per procedere nel filone di peripezie principali e quali oggetti leggendari, di cui si è avuta informazione, restano da scoprire. In poche ore, non ne potrete più fare a meno.
Il limite più grande di Risen 2 Dark Waters consiste nei problemi tecnici parzialmente ridimensionati da una patch già disponibile online: pop up, texture slavate, un impatto visivo basso, a cominciare dalle movenze facciali quasi inesistenti e dalle animazioni grossolane, qualche sporadico freeze e un continuo calo di frame-rate nei momenti in cui scatta l’autosalvataggio, infastidiranno non poco coloro che oltre all’emozione, pretendono anche la tecnica. Parliamoci chiaro: tutti questi problemi non sono così frequenti e fastidiosi da rendere ingiocabile Risen 2, ma è inevitabile che in sede di recensione se ne debba parlare. E fortunatamente, certe località sono così ispirate, a livello di design, da dimenticarsi di tutto quanto di problematico sia presente nel gioco, come nell’immagine riportata sopra.
In totale contrasto invece si pone (per fortuna) la colonna sonora, maestosa e azzeccata, capace di dare qualcosa in più ad un’atmosfera che, come già detto, decisamente non manca di personalità. Peccato per un doppiaggio disponibile solo in lingua inglese, anche se ben fatto.
Concludiamo con il parlare della longevità, che è molto buona, considerando la durata media delle odierne produzioni videoludiche: la campagna principale, un po’ troppo lineare, dura intorno alle 25-30 ore, mentre con le sidequest aggiuntive si sfiorano tranquillamente le 40.
Da non dimenticare è la lista di trofei, che visto il tenore del sito, proprio non possiamo fare a meno di menzionare. Questa risulta essere molto piacevole da completare, anche se piuttosto lunga, grazie ad un sapiente mix di trofei legati alla storia principale, ad un numero determinato di nemici da sconfiggere o tesori da trovare.

httpvh://www.youtube.com/watch?v=S6RDBwPjo-Y

Commento finale

Risen 2 Dark Waters non conosce mezzi termini, lo odierete o lo amerete. Se siete tipi da partita occasionale e magari avete un debole per la grafica spaccamascella, beh, rientrate nel primo caso. Se amate i pirati, le storie infinite e la tecnica riveste per voi un ruolo secondario, invece, siete da secondo caso.
Qui più che mai, il numerino posto a fine recensione passa veramente in secondo piano, perché a contare veramente è il testo che avete appena finito di leggere: comparto tecnico zoppicante, buona colonna sonora, longevità più che dignitosa, atmosfera superba e un sistema di combattimento e livellaggio che richiede dedizione ma capace di dare enormi soddisfazioni: ci sono elementi che qualcuno tiene più in considerazione, altri meno. Decidete voi se il gioco vale la candela. Io, dico di sì.

7/10

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Dario Caprai
Non capisce niente di videogiochi ma, dal momento che non lo sa, continua a parlarne, imperterrito. Tanto è vero che il tempo preferisce passarlo a scrivere, a leggere, a vedere un film, a seguire e praticare sport, a inveire per il fantacalcio, a tenersi informato su tecnologia e comunicazione piuttosto che con un DualShock in mano. In tutto questo è, però, uno degli admin di PlayStationBit da tempo ormai immemorabile.

4 Commenti

  1. Ottima recensione. Io lo presi per pc, e se devo dire la mia, è un titolo stupendo. Poi, non so per PS3, ma su pc non ho nemmeno notato tutti questi problemi tecnici.

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