Lo studio siciliano di sviluppo Drakkar Dev sforna la sua ultima opera e cerca di bissare l’ottimo successo ottenuto con War Tech Fighters rimanendo sempre in tema “robottoni”. Infatti anche in Blackwind il protagonista sarà un mech ipertecnologico che nelle nostre mani diventerà un’arma temibile. Quest’ultimo gioco sarà all’altezza delle aspettative?
I robot non sono solo macchine senza anima
La storia di Blackwind è semplice, ma comunque adatta a intrattenere e tocca dei temi non così scontati. Durante il trasporto di alcuni robot da battaglia il loro ideatore e costruttore Dott. Hawkins sta chiacchierando con il figlio e, mentre sta illustrando le caratteristiche della sua nuova creazione, vengono attaccati da un misterioso nemico. Per salvaguardare l’incolumità del giovane James il padre lo fa salire sul nuovo Battle Frame che sarà in grado di proteggerlo ed è dotato di un’intelligenza artificiale sofisticatissima.
Infatti questo robot farà atterrare il ragazzo sano e salvo sul pianeta Medusa-42. Una volta a terra i due inizieranno a collaborare per ritrovare la nave abbattuta sperando così di potere riabbracciare il padre. Presto però capiranno che il pianeta, che doveva ospitare una semplice colonia mineraria, nasconde altro e che i nemici che dovranno affrontare sono davvero letali.
I robot sono fatti per combattere, e allora combattiamo
Quello che ci troviamo a fare nella maggior parte del gioco è combattere con diversi nemici mentre comandiamo il nostro super robot. Per farlo potremo usare attacchi corpo a corpo oppure sparare proiettili energetici dalla distanza, avremo a disposizione anche un attacco speciale che scatenerà una raffica di missili devastanti.
Il nuovo battle frame e la sua IA sono macchine all’avanguardia e sono in grado d’imparare mentre sono in battaglia. Questo ci permetterà di evolvere e migliorare le varie abilità disponibili per adattarci al tipo di gioco che più ci aggrada. Potremo aumentare la potenza degli attacchi di mischia per il combattimento corpo a corpo oppure prediligere quelli a distanza.
Divertente è anche la possibilità di liberare un drone che ci permetterà di raggiungere angusti spazi non accessibili al grosso robot. Questo drone potrà essere controllato anche da un altro giocatore dandoci la possibilità di giocare assieme a un nostro amico.
Non tutti i robot escono col buco
Se il gameplay di Blackwind è divertente, con un’alternanza di fasi di combattimento e fasi platform, purtroppo il lato tecnico del gioco presenta notevoli lacune. La telecamera alcune volte non sembra essere “a volo di uccello” ma a “cavolo di cane” e scriviamo cavolo perché essere volgari non è bello… Anche le fasi platform richiedono un’accuratezza notevole e alcune volte potrebbero risultare frustranti.
Ma la cosa peggiore di tutte sono i bug che intrappolano il nostro personaggio all’interno di muri invisibili o porte che non si aprono e bloccano il percorso. La maggior parte delle volte è bastato ricaricare il checkpoint e rifare un breve tratto di strada per risolvere il problema ma una volta ci è stato precluso il continuo del gioco da una porta che non voleva saperne di riaprirsi. Ricominciare da capo l’intero gioco è stata l’unica soluzione dato che non sono presenti dei salvataggi manuali, ma solo quelli automatici.
Trofeisticamente parlando: una lunga ma semplice passeggiata
I trofei minori da racimolare per riscattare quello di Platino sono parecchi, ben sessantatre, ma non disperate: sono veramente facili da ottenere. In pratica basterà riuscire ad arrivare al termine della storia e probabilmente avrete riscattato tutti i trofei necessari, se così non fosse leggete il nostro elenco e capirete quale vi manca. Ma la vera impresa sarà quella di giungere alla fine dell’avventura senza incappare in bug che potrebbero costringervi a iniziare da capo tutto il gioco. Buona fortuna!