Caves and Castles: Underworld – Recensione

Sviluppatore: Alawar, Amegami Publisher: ChiliDog Interactive Piattaforma: PS4 Genere: Avventura Giocatori: 1 PEGI: 3 Prezzo: 6,99€ Italiano:

Sviluppato e pubblicato grazie a una collaborazione tra ChiliDog Interactive, Alawar e Amegami, Caves and Castles: Underworld unisce una storia di ricostruzione di una cittadella alla risoluzione di puzzle, come molti videogiochi mobile. Certo è che il gioco su console prevede meccaniche un po’ diverse rispetto al tap di un touch screen. Come sarà andata? Ecco la nostra recensione di Caves and Castles: Underworld.

Caves and Castles Underworld

Ho ricevuto un invito…

Guideremo una viaggiatrice misteriosa dotata di poteri magici invitata da Greg, custode del castello. La missione sarà aiutarlo a ricostruire quello che è poco più che un cumulo di macerie. Entrare nella fortezza sarà la prima sfida che fungerà anche da tutorial. Dovremo passare attraverso un’apertura che si rivelerà essere l’ingresso di uno dei numerosissimi dungeon che dovremo affrontare durante il prosieguo della storia. Il punto cruciale di ogni labirinto è semplicemente superare i blocchi di pietra, le porte, le cascate e quant’altro si pari sulla nostra strada. Ogni ostruzione dovrà essere abbattuta a colpi di abbinamento di gemme colorate sulla scacchiera tipica dei giochi del genere, tipo Candy Crush o Pet Rescue.

Affronteremo i livelli che diverranno sempre più ricchi di puzzle e alcuni disporranno di tempo davvero ridotto, necessitando ottima vista e riflessi. Sarà possibile utilizzare quattro abilità, che andranno caricate mediante cristalli, per facilitare la vita durante la risoluzione degli schemi. Non sempre sarà possibile ottenere buoni risultati grazie a questi potenziamenti, ma si potrà comunque tirarsi fuori da alcune situazioni spinose. In alternativa, esiste anche un trucco attivabile mediante una sequenza di tasti che permette di saltare un enigma intero.

Caves and Castles Underworld

Vivo la mia vita annoiandomi tre abbinamenti alla volta

Le meccaniche di base di Caves and Castles sono due. Una è quella della ricostruzione del castello, basata sull’utilizzo del denaro guadagnato nei dungeon; la seconda è quella della risoluzione degli enigmi proposti nei labirinti. Le missioni vengono date all’interno del castello, ad esempio costruire case o inviare navi o sfamare animali e sono pretesti per raccontare la storia. Nel mentre saremo obbligati ad affrontare almeno una trentina di dungeon per poter avere sufficiente denaro da investire nei potenziamenti.

Non esistono nemici, non esistono combattimenti, non esiste nulla di avversario se non i puzzle stessi e il tempo. Va da sé che la noia sopraggiunge dopo il terzo enigma risolto, soprattutto a causa del fatto che un prodotto del genere su smartphone è molto più fruibile mentre, pad alla mano, risulta abbastanza scomodo, lento e stancante. Nonostante tutto va apprezzata la variabilità di situazioni che mano a mano vengono proposte.

Caves and Castles Underworld

Ripetitivo e bruttino

Le ambientazioni sono scarse e realizzate da un team che punta a un prodotto di scarsa qualità, anche visto il prezzo proposto. Nelle sezioni all’aperto la qualità dei dettagli varia dallo scarso al ridicolo, oltre a una quasi totale mancanza di animazioni. Inoltre c’è un eccessivo uso della parola “quest”… anche solo per dare acqua a dei fiori. Davvero.

Lo schema comandi è semplice – fin troppo – ma riesce a lasciare comunque un po’ perplessi. Con i tasti su e giù selezioneremo se commerciare o andare nei dungeon, mentre i tasti destra e sinistra serviranno a scegliere le quest da completare. Curiosamente, per iniziare una missione servirà pagare una “tassa”. All’interno dei dungeon avremo movimenti su binari e potremo solamente scegliere la direzione in punti predefiniti, anche con il rischio di saltare in toto il dungeon (nel quale si scende per guadagnare) nel caso si trovasse subito l’uscita. Piuttosto scomodo, e ridicolo.

Caves and Castles Underworld

Potrebbe andare peggio, potrebbe piovere

Il comparto sonoro, con cui concludiamo la recensione di Caves and Castles: Underworld, è promosso con riserva per una accettabile qualità delle – poche, troppo poche – tracce audio. Queste tendono a ripetersi e a diventare abbastanza fastidiose dopo breve tempo. Gli effetti sonori sono promossi, non sono fuori luogo e siamo abituati ad abbinarli a contesti specifici dopo certe azioni. Poteva andare meglio.

Trofeisticamente parlando: ah, ma è fatto solo per il Platino allora…

Caves and Castles: Underworld ha una lista trofei tutto sommato breve, composta da sole ventitré coppe, che strizza l’occhio ai cacciatori di trofei come lo farebbe un neon a caratteri cubitali rosa shocking in mezzo a un parcheggio buio, anche e soprattutto grazie a un codice inseribile per saltare l’immane e noiosa quantità di enigmi, velocizzandone il completamento. Finire la storia richiederà circa due ore e ottenere tutte le coppe (grazie alla nostra dettagliata guida ai trofei) poco di più, dato che sarà chiesto di passare due ore all’interno dei dungeon, oltre ad aprire quaranta forzieri e poco altro.

VERDETTO

Caves and Castles: Underworld è un videogioco scarso frutto di un porting da smartphone, che non porta nulla di nuovo al mercato ma potrebbe far felice qualche amante di Candy Crush. Purtroppo il titolo pubblicato da ChiliDog Interactive non merita la sufficienza. Ma se siete cacciatori di trofei e cercate un Platino da due ore, forse allora potrebbe valere la pena... forse.

Guida ai Voti

Andrea Pasqualin
Classe '90, nato e cresciuto tra benzina e gasolio, è il classico "petrolhead". Si è umilmente autoproclamato "Re dell'Universo Racing presso PlayStationBit". Platinatore incallito, attualmente è il redattore della rubrica "Racconti di Caccia", si dedica inoltre a ricerche su Platini facili e/o ultra rari, per bullarsi con gli amici. Appassionato di tutto quello che corre e vola, sta vivendo il suo sogno scrivendo di videogiochi e pensandoci dalla mattina alla sera. Nei momenti liberi guida la sua moto supersportiva e si diverte a spaventare le vecchiette ai semafori.