Una delle storie più avvincenti degli ultimi anni sta quasi per volgere al termine. Gli eventi narrati e anticipati in The Ancient Gods Parte 1 hanno definito un finale epico e drammatico, ma non tutto è ancora deciso. id Software racconta un epilogo maestoso, con uno sviluppo di altissimo livello e degno di una saga come DOOM. Segnato dalle mille battaglie, lo Slayer sta per intraprendere il viaggio finale contro il più potente dei nemici mai affrontati fino ad ora.
The Ancient Gods Parte 2, il secondo DLC del Season Pass Anno 1 di DOOM Eternal, promette una conclusione senza esclusione di colpi, piena di combattimenti e un’ultima battaglia martellante fino allo svenimento. Tutti i sostenitori della saga rimarranno impressionati da una storia appassionante, con però qualche momento sottotono rispetto a ciò a cui si era abituati.

Scontro finale
La storia ricomincia lì dove l’avevamo lasciata alla fine di The Ancient Gods Parte 1. Il Doom Slayer ha risvegliato il Signore Oscuro, consegnando agli adepti del Padre la sfera vitale trovata nel Sanctum di Ingmore, per poterlo distruggere una volta per tutte e con lui tutti i suoi seguaci. La reincarnazione è, a tutti gli effetti, la copia esatta del Doomguy in versione infernale. Lui è il comandante delle armate infernali, il più feroce guerriero in grado di governare i demoni.
La battaglia finale per decretare il vincitore tra uomini e demoni ha un luogo preciso: Immora, la capitale dell’Inferno. Sarà qui che Doom Marine e il Signore oscuro si affronteranno per rivendicare le sorti dell’umanità. Se lo Slayer trionferà, tutti i demoni al di fuori dell’Inferno verranno disintegrati e non avranno più la facoltà di oltrepassare i confini degli inferi. Se, invece, il Signore Oscuro dovesse prevalere, le armate demoniache regneranno su tutto il creato, ponendo fine certa agli esseri umani.
Il Doomguy è pronto per intraprendere l’ultimo viaggio e per fronteggiare lo scontro più importante della sua vita. La fine di qualsiasi cosa conosciuta dagli uomini è ormai vicina.

Dritto all’obiettivo
Il gameplay di DOOM è, da sempre, riconosciuto come uno dei più frenetici e violenti del suo genere e dell’interno panorama videoludico. The Ancient Gods Parte 2 continua questa filosofia, portando distruzione in ogni angolo di gioco. Parlando dei fatti, cambia leggermente la mentalità per le fasi di esplorazione e, anche nei momenti più indiavolati, sarà possibile lasciar perdere temporaneamente la lotta per avanzare il più rapidamente possibile nella mappa.

Sarà l’ambientazione inizialmente tarata sul fantasy, come presa in prestito da un libro di Tolkien, sarà la possibilità di evitare i nemici e correre alla prossima arena senza ripensamenti o difficoltà, ma questo capitolo sembra una passeggiata in un parco in confronto alla precedente espansione. Le minime novità non rendono giustizia ai passi avanti portati a questa serie: tre nemici esclusivi, non troppo diversi da quelli che già conosciuti fino ad ora; il potentissimo martello usato come arma secondaria, disponibile a partire da metà del primo livello; un pratico gancio da macellaio per aggrapparsi a perni e accedere a zone altrimenti irraggiungibili. Tutto sommato, nulla di realmente memorabile.
L’unica nota interessante è la battaglia finale contro il Signore Oscuro. Un’impresa titanica che, a confronto, una fatica di Ercole sembra una barzelletta. Una lotta estrema dalla durata di diversi minuti, dovuta alla difficoltà nel comprendere il sistema di combattimento. Quest’ultimo è decisamente complesso, non spiegato volutamente ai danni dei giocatori. In ogni caso, la conclusione dello scontro tra bene e male è anch’essa tutt’altro che indimenticabile. Un discorso finale non sentito, schietto e grezzo, proprio come il Doom Slayer.
Umani contro demoni
La parte grafica di DOOM Eternal è sublime in tutti i capitoli e non ci si può davvero lamentare. La scenografia è davvero mozzafiato, anche se totalmente differente dalla pressione del precedente DLC e dalla storia principale. Spinge molto l’acceleratore nell’ultimo livello, entrando in Immora, proiettando battaglie sullo sfondo esteticamente spettacolari. I 60 fps rendono fluido e velocissimo un gameplay in continuo movimento, senza un attimo di pausa. Poche altre sono le novità del reparto grafico, senza troppi spunti per migliorare il lavoro dei precedenti capitoli che rasentano la perfezione sotto ogni aspetto.

Cala, ancora una volta, e talvolta viene addirittura a mancare l’atmosfera heavy e metal rock che contraddistingue da sempre questa serie. Nei primi livelli è completamente anonima, quasi impercettibile. La mancanza alla regia sonora di Mick Gordon si fa sentire è diventa un fardello grande da poter sostenere. Un grosso colpo per un’esperienza che un appassionato si aspetta da DOOM. Mentre, se può interessare, il doppiaggio in italiano è superbo, con dialoghi ben caratterizzati ed emozionanti.

Trofeisticamente parlando: resa dei conti
Pochi, ma buoni. Questo è il messaggio che è trapelato dalle menti di id Software riguardo i trofei, sia per la Parte 1, sia per The Ancient Gods Parte 2. Sono sette le coppe nella lista di questo secondo DLC canonico, divise in cinque bronzi, un argento e un oro. La metà degli obiettivi riguarda il completamento dei livelli e la conclusione della trama principale. I restanti sono dedicati a collezionabili, che richiedono l’ottenimento di tutte le pagine del Codex sparse nelle mappe di gioco e, per i veterani che cercano una sfida di altissimo livello, completare la storia a difficoltà massima. Infatti, come di consueto, il trofeo più difficile è relativo al completamento della storia in modalità Vite con cinque vite extra. È molto difficile ottenere il 100% da questo DLC, ma si tratta di una gradevolissima soddisfazione. Ulteriori dettagli nel nostro elenco trofei ufficiale.