DreadOut 2 – Recensione

Sviluppatore: Digital Happiness Publisher: Digerati Piattaforma: PS4 (disponibile anche per PS5) Genere: Horror Giocatori: 1 PEGI: 16 Prezzo: 19,99 € Italiano:

C’era una volta Digital Happiness, studio di sviluppo indonesiano che aveva particolarmente a cuore l’idea di portare al pubblico un horror basato sul folklore dei suoi natali. Nacque così, dalle loro menti, DreadOut. Il titolo si rifarà molto al ben più noto Project Zero, ma diventerà anch’esso una piccola perla apprezzata dai giocatori da PC. Dopo il successo del primo capitolo nascerà DreadOut 2, che grazie alla notorietà raggiunta dal primo verrà anche pubblicato su console. Ed è proprio qui che entriamo in gioco noi. Ci siamo lanciati nel folklore indonesiano insieme alla giovane Linda, per scoprire i misteri che aleggiano attorno all’isola di Java. Mettetevi comodi, dunque, e armatevi di fotocamera, gli spiriti che volteggiano attorno a voi non saranno tutti ben intenzionati.

Storie di fantasmi

DreadOut 2 ci metterà nei panni della giovanissima Linda Meilinda, una studentessa alle prese con i tipici problemi della sua età: bullismo, brutti voti a scuola e insegnanti terribili. A tutto ciò aggiungiamo che la ragazza avrà la possibilità di vedere, interagire e, nel caso, esorcizzare gli spiriti che abiteranno i luoghi della sua città. Il gioco inizierà con la ragazza rinchiusa in un armadietto, con alcuni compagni che la scherniranno e che le daranno dell’assassina, per un incidente avvenuto tempo addietro che ha portato alla morte di alcuni sui amici e della sua insegnante Mrs. Siska. Superato il terrore di questa notte rinchiusa nella sua scuola inizierà a venirci il mal di testa. Letteralmente. La trama inizierà a diventare confusa, faremo cose per un fine superiore non particolarmente chiaro e ci ritroveremo a rimbalzare a destra e a manca semplicemente perché ce lo dice il gioco.

Questo senso di spaesamento è amplificato dal fatto che DreadOut 2 è il diretto sequel del primo capitolo, uscito originariamente solo su PC in due atti separati. Non servirà a nulla guardare il filmato riassuntivo della precedente avventura, la trama del gioco resterà comunque molto sconclusionata ma ora con la consapevolezza che Linda, alla fine del primo capitolo, diventerà la Portatrice dell’Oscurità. Cosa significa tutto ciò? Probabilmente non lo sapremo mai.

Siamo l’esercito del selfie

Come già detto all’inizio, DreadOut 2 si rifà, in modo non assolutamente velato, a Project Zero, titolo survival horror giapponese che ha fatto storia e scuola del genere. Anche il più noto titolo nipponico alla base aveva tantissimo folklore e storie basate su fatti realmente accaduti, con la protagonista, che armata di macchina fotografica, riusciva a combattere contro gli spiriti locali. Linda, dalla sua, avrà invece un comodissimo smartphone, dalla memoria interna illimitata, a quanto pare.

Il cellulare, armato di flash, ci segnalerà quando nei dintorni ci saranno spiriti maligni e prontamente potremmo esorcizzarli con qualche fotografia ben piazzata. Ma non è finita qui; il gioco, proprio come in chiave Silent Hill, trasporterà la protagonista in una dimensione parallela in cui gli spiriti saranno resi tangibili. In questa dimensione, il flash del cellulare ci servirà per stordire i demoni e tramite l’utilizzo di armi melee potremo abbatterli con delle sane botte da orbi. Quando un fantasma con gli artigli incontra una studentessa con un’ascia il fantasma con gli artigli è un fantasma morto. Circa.

Ad aggiungere pepe all’avventura, ci saranno anche boss fight alla fine di ogni atto e sezioni pseudo-stealth in cui evitare pericolosissimi nemici. Tutte le varie sezioni di gioco saranno condite con piccoli enigmi ambientali che non daranno effettivo filo da torcere ai giocatori. Ma purtroppo, non potevano non essere presenti vari problemi di natura tecnica…

Spiriti potenti, vi invochiamo

Se su carta il progetto DreadOut 2 potrebbe sembrare oro colato e una vera manna dal cielo per gli amanti del folklore, su schermo e pad alla mano l’esperienza potrebbe essere altresì differente. Purtroppo una volta avviato il gioco ci ritroveremo davanti effettivamente ad un prodotto low budget. Certo, la cura nelle leggende urbane, in qualche dettaglio e nel modo in cui vengono presentati nella “Ghostpedia” gli spettri, sono un enorme punto a favore del gioco e una vera dimostrazione d’amore del team per il progetto. Ma quello che rende di un gioco un gioco, appunto, è la parte pratica, quella giocata.

Il titolo purtroppo presenterà uno schema di comandi particolarmente vecchio e scomodo, una reazione dei comandi rispetto agli spettri più veloci quasi pari allo zero ed enormi problemi di natura tecnica. Su PlayStation 4 sperate di non incappare mai in un caricamento. Ci ritroveremo anche davanti a glitch grafici che faranno cadere la povera Linda nel vuoto, ambienti lenti a caricare e possibili bug che vi inimicheranno la partita. Nella maggior parte dei casi risolvibili ricaricando il checkpoint, però.

La città in cui è ambientato il gioco e i vari personaggi secondari saranno abbastanza bruttini alla vista, anche se trasmettono fedelmente quel senso di degrado di città indonesiane lasciate all’incuria. I protagonisti, invece, risulteranno abbastanza curati, quel tanto da distinguerli da un npc, insomma. Nota a margine per Linda, che a quanto pare sembra essere riuscita a conquistarsi il cuore di molti videogiocatori. Altra nota a favore la colonna sonora, molto apprezzata specialmente nelle situazioni al limite del cardiopalma.

Trofeisticamente parlando: Il fantasma Platinino

Eccoci arrivati alla sezione più amata dai nostri lettori. DreadOut 2 presenterà un Platino per nulla complesso da sbloccare, anche grazie alla breve durata del titolo, intorno alle cinque ore. Oltre ai trofei relativi alla storia né troveremo due relativi ai combattimenti e i restanti relativi alla Ghostpedia da completare, le Leggende Urbane da trovare e i luoghi da visitare. Le missioni secondarie saranno due e facilmente completabili. Seguendo i nostri accorgimenti della guida ai trofei, però, riuscirete sicuramente a sbloccare al meglio l’agognato trofeo. DING! Nuovo Platino da sfoggiare in bacheca.

VERDETTO

DreadOut 2 è un titolo che si rifà molto al ben più noto Project Zero. Pur avendo alcuni problemi di natura tecnica, il lavoro svolto da Digital Happiness nell'inserire folklore indonesiano con così tanto amore in un'opera, lo rende una piccola perla che gli appassionati di horror sicuramente non possono lasciarsi sfuggire.

Guida ai Voti

Raffaele Verde
Anche se i videogiochi sono la sua passione, fin dalla tenera età, continua, ancora oggi a cercare di capirci qualcosa, ovviamente senza riuscirci.