Era ormai da qualche tempo che guardavamo con attenzione a Edengate: The Edge of Life, titolo sviluppato da Hook Games e capace di stupirci in occasione dell’evento organizzato qualche mese fa da 505 Games. Edengate ci è subito sembrato uno di quei videogiochi in grado di intrattenere grazie a una trama profonda, originale, emozionale e fuori dagli schemi. Alla prova dei fatti, non tutto è andato però come ci aspettavamo. Curiosi di saperne di più?
Una città fantasma
Ci risvegliamo in un ospedale deserto, ricordando a stento la nostra identità. Mia Lorenson, stando al tesserino trovato di fianco al letto. Parte così l’esplorazione, in un ospedale prima e in una città poi. Tutto è desolato ed è difficile capirne i motivi, ma un bambino ci indica la via. Sembra più un fantasma che un vero essere umano, ma voglia di scoprire di più è troppa per lasciarsi spaventare.
Ricostruiamo la vita di Mia, e quella del mondo circostante, attraverso ricordi e oggetti sparsi per l’ambientazione: da effetti personali della protagonista a oggetti trovati per strada, appartenuti a chissà chi. Per tutta la sua durata, per quanto breve, Edengate: The Edge of Life coinvolge completamente il giocatore. Vogliamo davvero saperne di più, le premesse sono interessanti, e quel tocco di atmosfera sci-fi horror non fa che alimentare le nostre speranze. Il climax tanto atteso, però, non arriva mai. Nel giro di un paio d’ore, dopo aver esplorato ogni angolo del gioco, tutto è finito e, complice una fase finale a dir poco frettolosa, di Edengate non ci è rimasto granché.
Poca avventura, troppe domande
Il comparto narrativo di questo titolo vive di luci e ombre, come avrete capito. Una bella storia, non troppo supportata dal gameplay però: ci troviamo di fronte al più classico dei walking simulator, in questo caso in terza persona. Dovremo quindi limitarci ad esplorare ambientazioni all’apparenza profonde, ma in realtà piuttosto circoscritte, con un’interattività ridotta all’osso. Ci sarebbe sicuramente piaciuto qualche enigma in più: trovare password e combinazioni nascoste è stato semplice, ma comunque appagante.
Tecnicamente Edengate: The Edge of Life è molto debole. Una grafica anche piuttosto piatta, priva di personalità oltre che di potenza. L’esperienza è stata comunque piacevole, priva di bug o rallentamenti. Discreta la qualità del doppiaggio e promossa la colonna sonora, realizzata dalla compositrice Laryssa Okada. Menzione, infine, per la presenza di sottotitoli in lingua italiana.
Trofeisticamente parlando: niente Eden dei trofei
Se siete cacciatori, potreste rimanere delusi dall’elenco trofei di Edengate: The Edge of Life. La lista conta dieci trofei, tutti semplicissimi da raccogliere, anche recuperabili attraverso la selezione dei capitoli. Il problema è, purtroppo, l’assenza del tanto agognato Platino.