Evil Below è il nuovo titolo di Fire Raven Studios e pubblicato da Gammera Nest che ci trasporta in un mondo ricco di orrori e misteri da svelare. Prima di partire con una disamina più approfondita di quello che è il gioco in sé, non possiamo non menzionare il fatto che esso stesso abbia suscitato una discreta curiosità negli amanti del genere per le premesse, ma sarà riuscito a mantenerle? Scopritelo nella nostra recensione.

Viaggio all’aldilà
Evil Below, come spesso accade per i giochi di questo genere, non ha una trama che risulta essere ben spiegata. Uno dei compiti del giocatore, infatti, è quello di cercare di unire i punti per poter venire a capo di quello che i ragazzi di Fire Raven Studios hanno voluto raccontarci. Nulla di così difficile, se non per il fatto che il mondo di gioco non permette di avere delle indicazioni chiare al riguardo.
In linea di massima, possiamo anticiparvi che vi troverete nei panni di una donna che, dopo un incidente automobilistico, si risveglia in quella che sembra essere una catacomba. Nulla è più lo stesso. Tutto ciò di cui la protagonista è a conoscenza verrà ben presto spazzato via e si farà strada una nuova realtà. Il nostro scopo, quindi, è quello di far luce su questo mistero e cercare una via d’uscita da questa sorta di aldilà.

Orrori, enigmi e stealth
Il gameplay di Evil Below prende in prestito elementi da generi differenti: abbiamo fasi horror, di esplorazione, di risoluzione enigmi e, addirittura, stealth. Gli stessi sviluppatori, infatti, lo hanno definito come “un’avventura horror”, anche se la parte horror del titolo è davvero ridotta all’osso. Sin dalle primissime fasi di gioco, infatti, ci renderemo subito conto come sia l’esplorazione il vero fulcro del gioco. Il mondo di gioco è costituito da una mappa senza continuità che può essere esplorata a nostro piacimento, senza un percorso prestabilito da seguire. Un aspetto sicuramente interessante, ma che a lungo andare può creare una sorta di smarrimento nel giocatore. L’assenza di una mappa, poi, non fa altro che ampliare questa sensazione. Dunque, il più del tempo saremo impegnati a capire dove andare e cosa fare per proseguire nel gioco.
Una scelta di gameplay interessante è senza ombra di dubbio quella di inserire il comando vocale per la risoluzione di alcuni enigmi. Infatti, per poter proseguire nella vostra avventura, sarete chiamati ad usare anche la vostra voce per aprire, ad esempio, delle porte. Ma non temete: per chi non gradisce questo tipo di meccanica, essa può essere disattivata dal menù impostazioni.
Citiamo, inoltre, anche il fatto che in alcune sezioni saremo chiamati ad usare un approccio stealth, mentre in altre un approccio più action. Il bilanciamento delle due fasi non eccelle sotto nessun punto di vista e, anche prese da sole, entrambe hanno dei problemi di fondo. Le sezioni stealth non sono poi così stealth come dovrebbero ed è molto semplice essere individuati, mentre le sezioni action sono molto legnose e di certo poco al passo con le meccaniche di gioco recenti.
In conclusione, il gameplay di Evil Below non fa urlare di certo al miracolo. Sono diversi gli aspetti che ci hanno fatto storcere il naso e che si sono rivelati essere delle scelte un po’ troppo ambiziose per quella che poi è la struttura di gioco. Stessa cosa potremmo dire anche per il comparto tecnico che, purtroppo, non risulta essere dei migliori.

Orrori sì, ma non tecnici
Le premesse di Evil Below erano quelle di metterci di fronte ad un titolo con tanti orrori, ma sicuramente non pensavamo a lato tecnico. Purtroppo, esso non può essere considerato sufficiente sotto alcun aspetto. Le ambientazioni sono, forse, l’unica cosa che si salva dell’intero titolo perché comunque riescono a creare atmosfera, ma il resto non supera l’esame.
I modelli dei personaggi sono davvero abbozzati e essi stessi sono caratterizzati da un’aria “di finto” che ricorda i giochi delle vecchie generazioni, con personaggi statici e poco espressivi. Anche dal punto di vista sonoro, non ci ricordiamo di momenti elevati, anzi, capita che l’audio non sia in sincronizzazione con il resto. Infine, non possiamo non citare come la localizzazione italiana (che riguarda solo i testi, lo sottolineiamo) è davvero pessima: spesso le traduzioni non sono esatte e si vedono a schermo frasi senza alcun senso.

Trofeisticamente parlando: un Platino nella media
Il Platino di Evil Below, guardando la lista trofei, non è di certo complesso, ma nemmeno immediato. Ci sono alcuni trofei legati alla storia ed altri che vi richiederanno un po’ di attenzione, come ad esempio quello di trovare tutte le armi. Altri ancora che, invece, vi richiederanno delle abilità in quanto dovrete finire il gioco senza mai morire. La durata del titolo può variare molto in base a quanto sarete bravi nell’esplorare e come continuare nell’avventura. Una stima precisa è quindi impossibile da fare, ma sicuramente non ci troviamo davanti ad un titolo molto lungo.
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