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Ghost of Tsushima, altro che Giappone: avrebbe dovuto essere un gioco sui pirati o sui tre moschettieri

Dopo aver festeggiato il lancio di Ghost of Tsushima, i ragazzi di Sucker Punch hanno descritto un curioso retroscena riguardante le prime fasi creative sull’esclusiva PlayStation 4. Il co-fondatore Brian Fleming ha pubblicato un approfondimento sul PlayStation Blog in cui parla delle prime difficoltà riscontrate nell’ideare una proprietà intellettuale inedita. Si viene così a scoprire che il concept avrebbe dovuto essere ben diverso da quello sul Giappone feudale e sulla visione dei samurai.

“Volevamo costruire una grande esperienza open world con intensi combattimenti corpo a corpo, ma inizialmente eravamo un po’ incerti” afferma Fleming nell’articolo. “Dovevamo ambientarlo in un mondo di pirati? Oppure dovevamo rifarci alle vicende di Rob Roy o dei tre moschettieri? Abbiamo considerato tutti questi scenari, ma continuavamo a tornare al setting del Giappone feudale e all’idea di dover raccontare la storia di un guerriero samurai. Poi un fatidico pomeriggio d’autunno siamo incappati in un resoconto storico sull’invasione Mongola di Tsushima nel 1274, e lì qualcosa è scattato e ha permesso al team di dare forma all’intera visione”.

Proseguendo, Fleming ammette di aver avuto parecchi problemi creativi nel progettare una storia originale fra un samurai e un potente avversario principale, una trama che fosse allo stesso tempo inserita in un contesto storico realmente avvenuto. Ricordiamo che, se siete in missione per liberare l’isola nipponica, potete consultare la nostra guida ai trofei di Ghost of Tsushima.

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Maria Enrica
Grata dal 1994 ai videogiochi per sopperire a pigrizia e mancanza di fantasia, è stata svezzata da mamma Nintendo, allevata da Sony fin dalla prima PlayStation, cresciuta con un pad in mano e il Game Boy Advance nell'altra. Laureanda in Lettere classiche, avversa ai videogiochi in digitale, sogna per questo una casa dove custodire una collezione degna di tale nome.