Dopo aver condiviso con voi le nostre opinioni sull’ultimo titolo targato Hideo Kojima, volevamo tornare a parlare di Death Stranding in una chiave molto particolare. Vi sarete infatti accorti anche voi che sia nel gioco che nella campagna promozionale antecedente all’uscita veniva fatto molto uso di “A Hideo Kojima Game”. Qualche settimana fa quindi il boss di Kojima Productions ha voluto spiegare con una lettera il motivo di questa scelta.
Trentatré anni fa, nell’industria videoludica i team di sviluppo erano composti da solo cinque o sei persone, [che dovevano] creare concept, scrivere la storia, fissare le specifiche, disegnare mappe su carta millimetrata, fissare i punti salienti del gameplay, programmare il software, gestire un linguaggio semplificato su base logica, compilare immagini in codice binario, condurre i test e persino scrivere il manuale.
Oggi lo sviluppatore si deve occupare anche della gestione aziendale, deve produrre e promuovere i miei progetti. Anche quando i team di sviluppo sono diventati più grandi e i compiti sono stati suddivisi, il mio modo di creare videogiochi non è mai cambiato, ho un approccio e uno stile tipicamente indie. Voglio essere coinvolto nella creazione dei miei videogiochi dall’inizio alla fine. Da qui nasce la questione della dicitura “A Hideo Kojima Game”.