Il tema sull’effettiva utilità dei videogiochi è sempre caldo, specialmente in Italia. Questa volta si unisce al coro che associa i videogiochi all’analfabetismo anche Carlo Calenda, ex-ministro dello sviluppo economico che, con post su Twitter, condivide il proprio punto di vista.
Senza mezzi termini, l’ex-ministro ha espresso il suo dissenso nei riguardi dei videogiochi, puntualizzando su quanto, secondo gli occhi di un genitore, i software possano influenzare la passività e le reazioni di chi li utilizza, reputandoli come la causa dell’incapacità di leggere, giocare e sviluppare il ragionamento in Italia.
Fondamentale prendersi cura di ogni ragazzo: avvio alla lettura, lingue, sport, gioco. Salvarli dai giochi elettronici e dalla solitudine culturale e esistenziale. Così si rifondano le democrazie. https://t.co/2FwuG4jyUZ
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) November 3, 2018
Sarà forte ma io considero i giochi elettronici una delle cause dell’incapacità di leggere, giocare e sviluppare il ragionamento. In casa mia non entrano. https://t.co/ZC74SNSFCq
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) November 3, 2018
Il problema è la passività rispetto alla lettura e al gioco. Reagisci non agisci. Inoltre abituano la mente a una velocità che rende ogni altra attività lenta e noiosa. https://t.co/56Z0DxSBJb
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) November 3, 2018
Calma. Non ho detto che chi usa i giochi elettronici è un imbecille. Ho parlato di una mia scelta di genitore spiegandone le ragioni. https://t.co/lmBH2aspt9
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) November 3, 2018