Macrotis: A Mother’s Journey – Recensione

Sviluppatore: Proud Dinosaurs Publisher: eastasiasoft Piattaforma: PS4 Genere: Platform Giocatori: 1 PEGI: 3 Prezzo: 11,99 € Italiano:

Il team di Proud Dinosaurs ed eastasiasoft portano su PlayStation 4 un platform classico con un pizzico d’inventiva. Iniziamo un viaggio commovente con Macrotis: A Mother’s Journey, titolo che abbiamo sviscerato in una ricca recensione.

Destini collegati

Se siete giocatori con qualche anno sulle spalle o se avete figli e figlie da tenere a bada, avrete sicuramente visto e rivisto i classici cartoni animati della Disney. Macrotis: A Mother’s Journey si ispira in parte a queste opere e propone una storia in cui la quiete di una famiglia è turbata da un evento imprevisto. La famiglia in questione è composta da conigli dalla coda bianca, chiamati Bilby, che verrà separata da un improvviso nubifragio. I giocatori vestono i panni della madre, portata via dalla corrente e desiderosa di ricongiungersi ai suoi figli.

Gli ostacoli da affrontare per sono però tanti, in un viaggio disperato nel sottosuolo con l’unico obiettivo di riguadagnare la superficie. La situazione si complica poi, quando la piccola creatura fa cadere inavvertitamente un cristallo, fonte del potere di un mago. La voce narrante del gioco si rivela infatti uno stregone che sta tentando di bloccare una tempesta sovrannaturale. Sfortunatamente la goffaggine del bilby ne causa la morte e così il potente incantatore decide di passare i suoi poteri alla creatura per collaborare.

La trama si dipana rapidamente e tramite una serie di cutscene con immagini statiche, adatte anche a un pubblico di giocatori giovani. Nonostante lo stile da cartone animato, però, Macrotis si rivelerà presto un platform decisamente cervellotico.

Massi, leve e meditazione

All’atto pratico, Macrotis: A Mother’s Journey è un semplice platform bidimensionale in cui si dovranno risolvere enigmi ambientali ed eseguire salti precisi per proseguire. Inizialmente la creatura protagonista del gioco potrà sfruttare solo le sue abilità per farlo. Tra queste annoveriamo la possibilità di saltare, quella di spingere e tirare massi e quella di rosicchiare le radici. Bilby potrà inoltre camminare in punta di piedi sulle superfici franabili per evitare di distruggerle.

Tutte queste abilità si riveleranno sufficienti per superare i primi, semplici enigmi, salvo poi rimanere bloccati nel sottosuolo. Entrano quindi in gioco i poteri che il mago ci fornirà con la sua dipartita. Superate le prime prove che faranno da tutorial, potremo infatti sfruttare la meditazione per inviare la nostra anima in giro per i livelli e attivare determinati meccanismi. Questa possibilità comporterà un grado di sfida più alto nei puzzle, in cui spesso sarà necessario pianificare varie mosse.

Generalmente, comunque, sono sufficienti quattro o cinque tentativi per capire le dinamiche che permettono di superare un’area, il che rende Macrotis un gioco perfetto per chi cerca una sfida impegnativa ma non esagerata.

Fino al centro della Terra

Il titolo di Proud Dinosaurs, per quanto ambientato interamente nel sottosuolo, offre quattro capitoli con una buona alternanza di ambienti. Inizialmente ci si ritroverà in un semplice ambiente sotterraneo, con lumache e funghi a circondarci. Man mano che scenderemo però, troveremo anche formazioni rocciose, enormi cristalli e altre strutture, per approdare infine in un’area civilizzata che cambierà radicalmente le carte in tavola.

Gli amanti dell’azione a ogni costo, comunque, potrebbero rimanere delusi da Macrotis, dato che di fatto non sarà presente alcun tipo di combattimento o di minaccia, se non quelle ambientali. La morte della protagonista, cadendo magari in pozze d’acqua o schiacciata da massi, causerà semplicemente il reset del puzzle in corso. Nessuna penalità in un’avventura in cui sarà spesso necessario riavviare volontariamente le sezioni per rimediare a errori non reversibili. Nonostante questo, la campagna scorre piacevole per tutte le due o tre ore della sua durata. Longevità forse risicata ma mitigata dalla presenza di collezionabili da scoprire.

Peli nel sottosuolo

A livello tecnico Macrotis: A Mother’s Journey non brilla mai per eccessiva qualità ma riesce comunque a regalare qualche emozione ai giocatori. L’elemento più apprezzabile è che, a differenza di molti altri titoli dello stesso genere, non è stata scelta una grafica in pixel art. Questo valorizza il buon lavoro fatto da Proud Dinosaurs nel realizzare personaggi e ambienti 3D, nonostante alcuni scenari risultino troppo cupi.

Interessante anche la colonna sonora, che sceglie tonalità molto rilassate per aiutare la concentrazione del giocatore. Buono il doppiaggio che però è solo in inglese, così come i dialoghi. Da segnalare, purtroppo, la scarsa fluidità del gioco nei momenti più concitati. Questo non rovina l’esperienza ma infastidisce, soprattutto quando obbliga ripetere enigmi lunghi e complessi. Fortunatamente le aree afflitte da questo problema si contano sulla punta delle dita.

Trofeisticamente parlando: fatti mandare dalla mamma

Ottenere il trofeo di Platino di Macrotis: A Mother’s Journey sarà tutt’altro che complicato. Per sbloccare la massima ricompensa sarà infatti sufficiente portare a termine l’avventura senza nemmeno badare ai collezionabili. Una vera manna per tutti i cacciatori di trofei.

VERDETTO

Se state cercando un platform ricco di enigmi e con una storia interessante al punto giusto, Macrotis: A Mother's Journey fa decisamente al caso vostro. Il titolo di Proud Dinosaurs riesce a intrattenere senza mai annoiare, complice anche una longevità non esagerata. Proprio la durata del gioco, commisurata al suo prezzo, è una delle note dolenti dell'avventura di questi conigli dalla coda bianca. Acquistato in offerta, si tratta comunque di un prodotto molto valido, perfetto per chi non ha tempo per i più blasonati tripla A da cento e più ore. I cacciatori di trofei, inoltre, potranno far festa con un trofeo di Platino rapido e semplice.

Guida ai Voti

Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.