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PlayStation 4 e PlayStation 5: i videogiochi migliori del 2020 secondo gli sviluppatori

La fine dell’anno ha permesso a tanti di ripensare ai videogiochi che hanno segnato gli ultimi dodici mesi. Ecco che gli sviluppatori dei PlayStation Studios, alcuni esponenti delle software house esterne e delle terze parti che collaborano con Sony hanno parlato dei videogiochi migliori del 2020 per PlayStation 4 e PlayStation 5.

Attraverso un articolo apparso nelle scorse ore sul PlayStation Blog, gli autori hanno espresso le loro opinioni sui titoli che più li hanno colpiti nel corso di questo anno, tra grandi esclusive come Demon’s Souls, The Last Of Us Parte II e multipiattaforma come DOOM Eternal:

  • Call of Duty: Warzone – Ryan Payton (Camoufla)
  • Demon’s Souls – Jason Connell (Sucker Punch), Ned Waterhouse (Sumo Digital), Henri Markus (Housemarque)
  • DOOM Eternal – Louis Studdert (Toys for Bob)
  • Fall Guys: Ultimate Knockout – Hideaki Itsuno (Capcom), Naoki Hamaguchi (Square Enix)
  • Ghost of Tsushima – Keith Lee (Counterplay), Masayoshi Yokoyama (Ryū Ga Gotoku Studio), Fumihiko Yasuda (Team Ninja), Rafael Grassetti (Sony Santa Monica)
  • Ikenfell – Kevin Zuhn (Young Horses)
  • No Man’s Sky – Anthony Newman (Naughty Dog)
  • Spider-Man Miles Morales – Shaun Escayg (Crystal Dynamics)
  • Resident Evil 3 – Derek Yu (Spelunky 2)
  • The Last Of Us Parte II – Gavin Moore (SIE Worldwide Studios), Cyrille Imbert (Dotemu), Angie Smets (Guerrilla), Stuart Whyte (Sony London Studio), Jason Chuang (MiHoYo), Brian Horton (Insomniac Games)
  • Tony Hawk’s Pro Skater 1 + 2 – Anthony Pepper (Mediatonic)
  • Persona 5 Royal e Streets of Rage 4 – Peter Fabiano (Capcom)
  • Final Fantasy VII Remake e Ghost of Tsushima – Benoit Richer (Ubisoft)
  • Ghost of Tsushima e The Last Of Us Parte II – Hermen Hulst (boss dei PlayStation Studios)

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Maria Enrica
Grata dal 1994 ai videogiochi per sopperire a pigrizia e mancanza di fantasia, è stata svezzata da mamma Nintendo, allevata da Sony fin dalla prima PlayStation, cresciuta con un pad in mano e il Game Boy Advance nell'altra. Laureanda in Lettere classiche, avversa ai videogiochi in digitale, sogna per questo una casa dove custodire una collezione degna di tale nome.