La retrocompatibilità è tornata di moda? In realtà è sempre stata un valore aggiunto per qualsiasi console, come dimostrato anche dalla rivale Microsoft che, con Xbox One X, ha puntato forte su questo aspetto, offrendo titoli addirittura potenziati per risoluzione e frame rate sfruttando la potenza hardware della console.
Discorso purtroppo inverso per PlayStation 4 che non offre alcun tipo di retrocompatibilità con la tanto potente quanto complicata PlayStation 3. Tutta colpa del processore Cell realizzato in collaborazione con IBM, troppo fastidioso per poter essere emulato decentemente dall’hardware di PlayStation 4 quando fu progettata. In termini più tecnici: il passaggio dal doppio chip custom di PlayStation 3 ai più comuni ad architettura x8 dovrebbe facilitare il tutto.
Secondo John Linneman di Digital Foundry, PlayStation 5, invece, sarà retrocompatibile con tutto il catalogo della console precedente. D’altronde, perché non farlo? Secondo gli ultimi rumor, la nuova console di Sony continuerà a puntare su hardware AMD con la stessa architettura hardware di PlayStation 4 e, a quel punto, la compatibilità sarebbe assicurata per natura.
It will absolutely have this. Zero question.
— John Linneman (@dark1x) January 31, 2019
Why do you think they went x86? To avoid including two sets of chips as they did on PS3.
— John Linneman (@dark1x) January 31, 2019
[…] Dopo l’analisi di Digital Foundry, è venuto a galla che Sony ha registrato un nuovo brevetto, firmato da Mark Cerny, in cui viene specificato che la presunta PlayStation 5 disporrà di una CPU capace di interpretare i software di tutte le quattro PlayStation (nel brevetto indicate come Legacy Applications) replicando in qualche modo tutte le funzioni delle console precedenti. E’ ancora ignoto se tra le funzionalità previste vi sia anche l’emulazione dei titoli PlayStation Portable e Vita, ma anche in caso contrario PlayStation 5 potrebbe già al lancio contare su un’immensa lineup. […]