Pocket Witch – Recensione Speedrun

Sviluppatore: Naoka Games Publisher: eastasiasoft Piattaforma: PS5 (disponibile anche per PS4) Genere: Platform Giocatori: 1 PEGI: 7 Prezzo: 4,99 € Italiano: Sottotitoli

Abbiamo inforcato la scopa per la recensione Speedrun di Pocket Witch. Il titolo di eastasiasoft e Naoka Games però ha davvero poco da offrire ai giocatori. Come vedremo, infatti, il team di Pufferfish Digital non è riuscito a fare nessuna particolare magia, a parte quella di far scomparire rapidamente il gioco dalle nostre console.

“Io l’ho visto questo, è un classico!”

Qualche mese fa abbiamo recensito per voi il simpatico Hatup, un platform bidimensionale in cui un personaggio umanoide deve evitare una serie di ostacoli per arrivare a una porta indossando il suo fez. Lo stile incredibilmente minimalista e una realizzazione lacunosa sono costati al gioco un’insufficienza piuttosto grave. Con bene in mente le immagini dell’opera, abbiamo avviato Pocket Witch che, casualmente, è ideato sempre da Naoka Games.

Questa volta i giocatori vestono i panni di una streghetta che, almeno dall’immagine di copertina, fa venire in mente i bambolotti di stoffa. Vi sveliamo subito che questa particolarità non si avverte all’interno del gioco, che altro non è se non il più classico dei run and jump. Data la totale assenza di trama, non ci stupiamo nell’essere catapultati nel menu principale, in cui selezionare l’unica modalità disponibile. Potremo inoltre scegliere se giocare a normale o difficile, con questa seconda opzione riservata ai masochisti dei platform.

Quale che sia la nostra scelta, ci ritroveremo in un mondo realizzato in pixel art, con l’arancione e il viola come tonalità predominanti. Del resto siamo streghe, quindi è bene sottolinearlo con qualche cliché. Non mancano infatti zucche, gatti neri e calderoni, oltre a un pipistrello che ci segue costantemente senza un motivo apparente. Inutile dire che il comparto tecnico non è il punto di forza del titolo, ma vediamo se Pocket Witch ha qualche asso nel cappello a punta.

Expelliarmus

Aver recentemente affrontato lo spettacolare Hogwarts Legacy non è sicuramente d’aiuto per Pocket Witch, che comunque non ha praticamente nulla da spartire con il titolo Warner Bros se non la tematica magica. Peccato però che nel gameplay la stregoneria non sia assolutamente contemplata. La protagonista può eseguire un doppio salto e usare uno scatto per raggiungere distanze ancora maggiori. Nessuna scopa, nessun incantesimo, nulla di nulla. Tutto si riduce a saltare, evitare i mostri e le trappole e arrivare a una porta.

Ovviamente stiamo semplificando molto: Pocket Witch offre una sfida intensa che rasenta il frustrante, che richiama con le dovute proporzioni lo stile di Super Meat Boy. Preparatevi a morire svariate volte, soprattutto nei livelli avanzati, cercando di superare botole piene di punte e assassini armati di coltello. Il vero problema di Pocket Witch resta però la sua mancanza di carisma. Sostituite la strega con un drago e gli elementi magici del paesaggio con rocce e tesori e avrete un perfetto titolo fantasy (attenzione, se viene pubblicato vogliamo i diritti).

Anche qui come in Hatup inoltre siamo di fronte a una longevità risibile: mezz’oretta basterà ai più esperti per superare tutti i 30 livelli o per farsi venire a noia l’avventura della streghetta. La già citata grafica in abusata pixel art e una colonna sonora monocorde completano il quadro di un prodotto che ancora una volta non esce dalla mediocrità.

Trofeisticamente parlando: si tratta solo di livelli

La lista trofei di Pocket Witch potrebbe regalare l’unica soddisfazione ai giocatori. Sono ben tredici le coppe, divise in un argento, undici ori e lo scintillante Platino. Per rimanere in tema, anche le sfide sono incredibilmente piatte e basilari: per ottenere la massima ricompensa basterà infatti terminare 30 livelli. Niente di complesso, a patto di avere la pazienza di superare gli schemi avanzati, alcuni dei quali risultano davvero frustranti. I cacciatori più esperti, comunque, non avranno problemi.

VERDETTO

Pocket Witch ricalca in tutto e per tutto il suo predecessore Hatup, voto compreso. Lo stile del gioco e il gameplay sono dei precisi copia e incolla, adattati ad hoc a una tematica diversa, quella della magia. Peccato però che durante l'intera avventura non ci sia alcun elemento in grado di farci capire che stiamo impersonando una strega, se non una serie di tristi e triti cliché. Un comparto tecnico dimesso completa il quadro di un prodotto dedicato soltanto ai cacciatori di trofei alla ricerca di un Platino in realtà nemmeno così tanto facile e a chi cerca un'esperienza platform all'acqua di rose.

Guida ai Voti

Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.