Realpolitiks – Recensione

Sviluppatore: Jujubee Publisher: 1C Company Piattaforma: PS4 Genere: Strategico Giocatori: 1 PEGI: 7 Prezzo: 24,99 € Italiano:

Realpolitiks si prospetta come un gioco pieno di interessanti meccaniche, in teoria ciò che si potrebbe fare su questo titolo è molto: dalla simulazione della crisi dei rifugiati alla colonizzazione di Giove, promette un’opportunità unica per giocare sulla mappa mondiale odierna e futura. Un titolo ispirato ai giochi di strategia Paradox come Europa Universalis e Hearts of Iron. Sarà riuscito a spodestare i titoli precedentemente citati o è destinato a finire nella pattumiera della storia?

Realpolitiks

Quo Vadis

L’opportunità di simulare il futuro è stato un grande sogno umano da tempo immemorabile. Tuttavia, molti dei titoli che hanno provato a intraprendere quella via sono finiti velocemente nel dimenticatoio. Non a caso le serie più proficue sono state proprio quelle di Paradox e Civilization che non si concentravano né sull’attuale mondo moderno né sul pianeta Terra. Realpolitiks è una versione semplificata degli strategici appena citati, sviluppata dallo studio polacco Jujubee.

La ragione per cui gli sviluppatori temono di ambientare uno strategico nei giorni nostri è quella di non poter offrire una “simulazione” abbastanza credibile dello sviluppo del mondo. Non avendo una sufficiente distanza dal presente, infatti, il risultato potrebbe risultare controverso. Ambientare il mondo subito dopo la seconda guerra mondiale, essendo un mondo in pieno caos con una crescita della popolazione e del settore privato, può invece portare a risultati più realistici. Comprensibile sarebbe stata anche l’ambientazione durante la guerra fredda o dopo la caduta della cortina di ferro. Quando si tratta di abbaiare, le grandi potenze, cercano strumenti commerciali e sanzioni, o appoggiano il terrorismo e l’opposizione. I meccanismi di gioco che beneficiano di un assetto simile dovrebbero essere significativamente diversi dal gameplay tradizionale delle grandi strategie, che si invee basa sulla costruzione di economie, eserciti e politica internazionale.

Realpolitiks

Unrealpolitiks

Un’altra opzione poteva essere quella di inventare un autentico sistema geopolitico, progettato secondo le teorie di persone come George Friedman. Se il nucleo del gioco fosse basato sull’influenza del commercio globale, ad esempio attraverso la formazione dei suoi politici, lobbisti o agenti, e le guerre tradizionali dovessero essere intraprese di volta in volta, tale modello corrisponderebbe di più alla realtà. Il problema, però, in quel caso, resterebbe quello di cercare di non far annoiare e di risultare comprensibile. Tutti questi dilemmi non sono stati affrontati da Jujubee in Realpolitiks che, con una coraggiosa scrollata di spalle e la conseguente realizzazione degli stessi errori commessi dai loro predecessori, sono andati avanti.

Più che Realpolitiks, insomma, il titolo poteva tranquillamente essere chiamato Unrealpolitiks. Guerre che partono dopo un anno dall’inizio del gioco (2021) tra Stati Uniti e Canada, ONU a cui non importa minimamente se scoppia una guerra nucleare e resta a guardare senza intervenire. Realpolitiks cerca di semplificare il gameplay dei vari strategici: gestione di qualsiasi Paese del mondo, scelta di politiche sociali, movimentazione dell’economia attraverso aliquote fiscali o import-export e amministrazione dell’esercito. Può sembrare tutto molto interessante, tuttavia, lo sforzo nell’eccessiva semplificazione imporrà diversi paletti dopo pochissime ore di gioco.

Realpolitiks

Gameplay rotto

Partiamo dalla politica, lo spionaggio e la diplomazia. Jujubee ha combinato questi tre elementi in un unico tasto. Quest’ultimo è utilizzabile per visitare uno stato vicino e scegliere cosa fare tramite tre progetti più o meno simili. Nessuna creazione di agenti da mandare nella parte poco custodita del confine, nessun incontro con politici stranieri da corrompere. Nell’attesa del compimento dei progetti sopra citati resta poco da fare e Realpolitiks, anziché sulla politica, intraprende la strada bellica in quasi tutte le sue partite.

Se solo qeusta sezione fosse stata efficace, si sarebbe potuto parlare di altro, ma purtroppo anche in questo caso la questione non è abbastanza elaborata. Quando si inizia un conflitto con una nazione, esso inizia e finisce solo tra le due forze, non permettendo di effettuare degli attacchi combinati con l’aiuto di paesi alleati. In questo gioco, ad esempio, è impossibile simulare scontri come la seconda guerra mondiale. Le battaglie avvengono su una schermata statica, in cui si scelgono i tipi di attacco e si assegna il numero di unità. Ci è capitato di trovare una cellula terroristica con otto divisioni di fanteria, nove carri armati e quattro divisioni aeree stabilitasi negli Stati Uniti. Non troppo credibile, insomma.

Realpolitiks

La cosa più bizzarra è che non c’è molto da fare in Realpolitiks, anche giocando con una superpotenza. Tant’è che controllare una nazione dell’Africa subsahariana o giocare con gli Stati Uniti o la Russia porta alla stessa tipologia di gameplay. Inoltre, più grande sarà lo stato controllato dal giocatore, più lentamente verranno implementati i progetti economici e di costruzione. A causa dell’assenza di diplomazia e dell’impossibilità di spostare le truppe lungo la mappa o schierare eserciti, com’è possibile fare in Civilization ad esempio, bisogna attendere che i progetti vengano implementati per poi sceglierne di nuovi. Nel frattempo dovremo solo cercare di mantenere il nostro budget stabile, aiutandoci imponendo tasse, sabotando i paesi vicini o migliorando le relazioni.

Jujubee ha provato ad ovviare al problema della staticità del gameplay aggiungendo un vasto numero di eventi programmati, in modo da non annoiare il giocatore, tuttavia, la varietà degli stessi è vicina allo zero. Sono davvero troppi gli accadimenti irrealistici per farci apprezzare il gioco: a nessuno importerebbe se la Russia invadesse la Polonia o se la Corea del Nord lanciasse un attacco nucleare alla Corea del Sud, in barba a qualsiasi crisi economica globale possa causare.

Realpolitiks

A chi può piacere Realpolitks?

Ai fan della strategia realistica difficilmente potrebbe interessare un gioco di politica così irrealisticamente concepito. Il prodotto non è consigliabile nemmeno agli amanti della politica, poiché di politica ce n’è davvero poca. In conclusione possiamo consigliare Realpolitiks a chi è interessato a prendere le redini di una nazione nelle sue mani e dichiarare guerra a qualsiasi stato limitrofo, per portare a compimento uno degli obiettivi prefissati dal gioco entro la fine del secolo. Insomma, dategli una possibilità solo se siete veri fan dei grand strategy. Tra le poche positive segnaliamo la completa localizzazione in lingua italiana.

Trofeisticamente parlando: bisogna resistere alla noia

Il gioco è facilmente completabile al 100% e possiede anche un trofeo di Platino, dopo aver letto le varie descrizioni basterà concentrarsi su quell’obiettivo e il tutto risulterà ottenibile in men che non si dica. Peccato che dopo due ore di gioco l’unica cosa che vi verrà voglia di fare sarà disinstallare per sempre Realpolitks. Per ulteriori dettagli, potete fare riferimento al nostro elenco trofei.

VERDETTO

Realpolitiks, purtroppo, non ci ha convinto. Uno strategico troppo semplificato (e dagli scenari poco realistico), in cui finiremo praticamente solo a fare guerre. Il problema è che anche questa feature non è ben implementata, rendendo il titolo di Jujubee davvero poco appetibile anche per gli appassionati. Potreste dargli una possibilità, sfruttando pesanti tagli di prezzo, se cercate un grand strategy in lingua italiana.

Guida ai Voti

Mirko Spallieri
Ha imparato l'inglese prima ancora di apprendere l'italiano per colpa del fratello che giocava a Final Fantasy X e leggeva le guide in inglese. Amante dei JRPG a turni, ma non disdegna quelli Action, i Souls o qualsiasi cosa provenga dal Sol Levante. Anche se in fondo non rinnega qualche colpo di pistola in Far Cry o qualsiasi altro genere, eccetto i gestionali, quelli non li sopporta.