Call of Duty: Modern Warfare II – Recensione

Sviluppatore: Infinity Ward Publisher: Activision Piattaforma: PS4 (disponibile anche su PS5) Genere: FPS Giocatori: 1-2 (Online 2-64) PEGI: 18 Prezzo: 79,99 € Italiano:

Anno nuovo, battaglia nuova con la recensione di Call of Duty: Modern Warfare II. Nonostante le critiche e le controversie, il celebre sparatutto è sempre qui, vivo e col cuore sempre pulsante. Activision ci mostra cosa succede quando un reboot ottiene un sequel; e quello del 2019, la riproposizione del primo Modern Warfare, è duro da buttare giù in termini di qualità. È di fatti il titolo con cui chi scrive si è avvicinato e incollato al franchise al di là degli scetticismi. Con questo secondo capitolo quindi le aspettative sono alle stelle.

Il reboot della saga ha creato una sorta di legame con i successivi titoli, nonostante fossero sviluppati da studi diversi. Dopo questa fase, sono arrivati gli esperimenti – riusciti, ma non troppo – di Black Ops Cold War e Vanguard. Queste sono andate a braccetto con le parentesi (paradossalmente più proficue) di Warzone e Mobile. Con Call of Duty: Modern Warfare II, tutto si resetta una seconda volta. Stroncati i collegamenti con i vecchi capitoli e slegato finalmente anche da Warzone, di cui arriverà presto la sua versione 2.0. Infinity Ward è di nuovo al timone della nuova generazione dello sparatutto. Basta esperimenti, ora si torna a fare sul serio.

Il ritorno della letale combriccola

Call of Duty: Modern Warfare II fa narrativamente da sequel del primo capitolo, seppur in maniera indiretta. Puntando a favorire un approccio alla campagna godibile da tutti i giocatori, al di là delle mancate presentazioni dei volti già noti, la trama di Modern Warfare II si districa molto bene. Convincente seppur slegata dalla storia dell’originale MW2, ma appassionante anche per chi si approccia per la prima volta alla saga.

Ambientata ai giorni nostri e con tematiche ispirate a fatti realmente accaduti, la campagna racconta le gesta della Task Force 141, alle prese con il Maggiore Hassan Zyani della Forza Quds islamica, stretto alleato dei terroristi di Al-Qatala e del cartello di Las Almas, guidato dal misterioso El Sin Nombre (il senza nome). Al comando delle operazioni, guidate da Kate Laswell, troviamo l’immortale Capitano Price e il sergente Gaz, stavolta accompagnati da Ghost e Soap, che i fan già conoscono bene. La punta di diamante della campagna non è, dunque, da ricercarsi nella trama quanto più nei personaggi. In particolar modo a spiccare nel single player sono le molteplici interazioni tra la stessa Task Force. Si passa dal carisma serioso di Price agli scambi di battute taglienti e ironici tra Soap e Ghost per rompere il ghiaccio e farci immedesimare di più nell’azione.

Quando attraversi l’inferno, continua a camminare

Anche se comprensibilmente la fetta più grande dei giocatori penserà esclusivamente al gioco in multiplayer, Infinity Ward ha voluto comunque regalare un’attenzione in più alla campagna, grazie alle tantissime possibilità di gameplay che ha da offrire. Per cominciare, ogni missione ha un sapore diverso dall’altra. Incursioni stealth, assalti classici, cecchinaggio, spionaggio o scorta da un elicottero armato. La storia di Modern Warfare II ci farà giocare pressoché con ogni tipo di arsenale e in ogni situazione possibile.

Questa è una dinamica che abbiamo apprezzato tantissimo, insieme all’ampliamento non indifferente delle mappe. Prima divise in microsezioni o corridoi, ora quasi open world, tanto sono grandi. A volte sembrerà di trovarsi in aree vuote, ma il setting in ogni missione è ben contestualizzato. Unica pecca, il non aver trovato missioni dal carattere simile a quelle del reboot, che trasmettevano un mood più maturo. La più debole delle missioni, nemmeno a farlo apposta, è quella ad Amsterdam. Dalla clip che gira da qualche settimana sul web si esalta la qualità grafica del titolo e la precisione nella riproposizione della città, che è effettivamente impressionante. Ma è il contesto della missione a non convincere, né la sua durata o la modalità di svolgimento. Quando si dice di non giudicare un libro dalla copertina, insomma.

Sì, ma quando si spara?

Lo sappiamo, siete qui per i paragoni. La risposta breve è “ha lo stesso gameplay di Modern Warfare (2019), ma migliore”. Personalmente già dal primo reboot reputo il gunplay di Infinity Ward superiore di parecchie spanne a quanto offerto da Sledgehammer o Treyarch, per quanto anch’essi di buona qualità. Rispetto a Black Ops Cold War e a Vanguard, il mira e spara di Modern Warfare II riesce a essere molto più pulito; meno macchinoso, ma più compatto. Con più realismo nei movimenti, ma senza perdere l’immediatezza; veloce e fluido, ma tutto d’un pezzo.

Call of Duty: Modern Warfare II va a svecchiare il gameplay del predecessore, aggiungendo qualche meccanica qua e là pur senza stravolgere il nucleo del gioco. Le modifiche più importanti le troviamo nella possibilità di tuffarsi in corsa, cosa che comunque non sostituisce il power slide (che ora si attiva solo premendo Cerchio in corsa). Il tuffo sembra poca cosa, ma è un game changer: è pensato non solo per coprire più rapidamente quei pochi, ma essenziali metri in più, ma soprattutto per poterci lanciare dalle finestre con maggiore disinvoltura.

Simpatica, anche se non essenziale, è la possibilità di aggrapparsi ai muretti anziché scavalcarli e basta. Se si dispone di una pistola come arma secondaria – equipaggiamento finalmente valorizzato – i giocatori possono affacciarsi e sparare da appesi. Si coprirà dunque gran parte del corpo, al costo di esporre la testa. Getta le basi per il futuro anche la possibilità di nuotare sia nella campagna che in multigiocatore, anche se risulta ancora impossibile sparare da sott’acqua.

Da Prima a Terza persona

La più grande novità consiste nella modalità di gioco in terza persona. Questa, sebbene sembri più vantaggiosa della prima persona per il solo fatto di avere più campo visivo a disposizione, è in realtà gestita molto meglio di come lo aspettavo.

Innanzitutto, la terza persona è relegata a una modalità di gioco specifica (oltre alla co-op) e dunque viene utilizzata da tutti i giocatori in campo simultaneamente. Si eliminano così i rischi di eventuali vantaggi in caso di cross-play con la prima persona. Tralasciando le animazioni un po’ scomposte, le mappe di Modern Warfare II si adattano incredibilmente bene alla nuova telecamera. Nonostante questo, l’impressione è che forse andrebbero sviluppate delle arene apposite, magari più ampie e con meno spazi stretti.

Ma il gameplay classico di CoD si sente tutto anche in terza persona. Se supportata a dovere, può rivelarsi una nuova frontiera del gioco online targato Call of Duty, nonché un’agguerrita concorrenza verso competitor del calibro di Fortnite, al quale potrebbe rubare un po’ di pubblico “cresciuto” con questa scelta.

Apprezziamo la poca autoreferenzialità nelle mappe di gioco. Queste al lancio sono nove (più altre cinque per Guerra Terrestre) e sono tutte new entry. Anche se alcune sanno di già visto nel setting, come Farm 18 e Taraq, altre come Breenbergh Hotel e Crown Raceway – rispettivamente ad Amsterdam e su un circuito di Formula 1 – sono diventate immediatamente iconiche. Ha diviso un po’ il pubblico la strana mappa Santa Sena Border Crossing, al confine tra USA e Messico. Curiosa perché consiste solo in un lungo corridoio riempito di auto abbandonate: un’idea simpatica alla base, ma che nell’esecuzione risulta effettivamente caotica. Non ai livelli della classica Shipment però, che al momento è assente.

Going Dark

Oltre alla terza persona inserita, tuttavia, sono pochissime le novità in termini di modalità di gioco. Oltre alle classiche Team Deathmatch, Dominio, Controllo e Uccisione Confermata, Infinity Ward ha aggiunto Knockout e Soccorso Prigionieri. La prima consiste nel mantenere un pacchetto che evidenzierà la nostra posizione fino allo scadere del tempo per vincere. Soccorso Prigionieri invece è una sorta di variante di Dominio, in cui dovremo proteggere dei prigionieri o scortarli fino a un punto designato sulla mappa per fare punti.

Modalità simpatiche di sicuro, ma che aggiungono poca carne al fuoco. Il supporto per il secondo capitolo reboot durerà all’attivo almeno due anni grazie alla decisione di saltare un anno, il 2023, con le uscite a tema CoD. In questi due anni non mi dispiacerebbe ritrovare come supporto post-lancio modalità interessanti come Il Gioco delle Armi (a cui chi scrive è un pro) o Il Re della Collina, tra le novità più apprezzabili di Vanguard.

Ritroviamo, invece, la modalità cooperativa. Costruita molto meglio rispetto al passato, nell’avventura co-op solo due giocatori scenderanno in battaglia e collaboreranno per completare gli obiettivi richiesti da Laswell. Si esplorerà una mappa grande quasi quanto quella di Warzone, entrando negli edifici alla ricerca di documenti e collezionabili e facendoci strada tra i terroristi. Facilmente giocabile in compagnia anche senza l’uso di cuffie; ringraziamo il ping per questo. La co-op è una ciliegina sulla torta per il gioco, pur essendo relativamente povera di contenuti al lancio, con al netto solo tre mappe da completare. Avremmo voluto dedicare un paragrafo intero a Call of Duty: Warzone 2.0, la nuova modalità battle royale free-to-play, ma resta inaccessibile alla stesura di questa recensione.

Come gira?

La versione per PlayStation 5 è chiaramente quella nativa. L’SSD gioca un ruolo fondamentale nei caricamenti, i trigger adattivi del DualSense sono sempre uno spasso e la profondità dell’audio 3D con le apposite cuffie può fare la differenza sul campo di battaglia. Il titolo se la cava bene anche su PlayStation 4 standard, dove però abbiamo riscontrato palesi problemi di caricamento lento delle texture e di stuttering in rari casi. Tutto, però, rigorosamente a 60 frame al secondo stabili su PlayStation 4, anche in terza persona – cosa che non vale se si gioca in schermo condiviso, dove i frame al secondo scendono a 25-30 per ovvi motivi.

Si nota a occhio nudo, tuttavia, un maggiore focus nelle texture di aree principali rispetto ad aree secondarie; per intenderci, con la riproposizione di Amsterdam si tocca il foto realismo, smorzato dalle animazioni rigide e “finte”. Stessa sorte subisce l’ambiente di gioco nella missione di cecchinaggio, un’ampia mappa con il terreno che deve fare i conti con i limiti della old-gen. Impossibile mettere in discussione il comparto audio della produzione. Alle musiche non troppo caratteristiche si bilancia un doppiaggio in italiano diretto ed eseguito da professionisti, con il cast per intero a riprendere il ruolo lasciato tre anni fa.

Trofeisticamente parlando: come sparare con un’automatica

L’elenco trofei di Call of Duty: Modern Warfare II sa offrire una coppa di Platino facile senza sacrificare una buona sfida. Essenzialmente bisognerà completare la campagna a difficoltà Veterano e occuparsi delle azioni richieste nelle singole missioni (queste sempre rigiocabili anche a bassa difficoltà). Nessun trofeo legato alla modalità multiplayer questa volta, se non alla co-op, in cui è richiesto l’ottenimento delle tre stelle in ognuna delle tre mappe. Un Platino abbordabile, seppur con qualche parentesi tosta.

VERDETTO

Call of Duty: Modern Warfare II è un ottimo sequel di un grande reboot. Capace di aggiungere nuove meccaniche e nuove mappe senza snaturare l’essenza del gioco originale, ma forse per questo mostra meno carattere rispetto al predecessore, anche narrativamente parlando. Il gameplay fluido e le modalità iconiche ci sono, con anche la gradita aggiunta della terza persona, anche se al lancio c’è ancora poco da fare. Il titolo si ritrova a fare i conti con la vecchia generazione di console, dove i caricamenti sono quasi snervanti e le texture in determinate mappe faticano a caricarsi. Ma ciononostante, si tratta dell’esperienza gameplay definitiva di Call of Duty, anche se non la più completa.

Guida ai Voti

Andrea Letizia
Cresciuto a pane, Kamehameha e Crash Bandicoot, inglesizzato grazie a Kingdom Hearts. Grande amante degli action RPG e dei platform, dei cani e del wrestling.