The Gallery – Recensione

Sviluppatore: Aviary Studios Publisher: Aviary Studios Piattaforma: PS4 Genere: Film Interattivo Giocatori: 1 PEGI: 16 Prezzo: 14,99 € Italiano:

È una vera ingiustizia scoprire quanto determinati generi di videogiochi siano bistrattati dal pubblico o dall’industria stessa, quasi come per partito preso. Tra i tanti ci sono gli FMV Game (full motion video). Nella categoria, pur non essendo per fama un’esperienza interattiva a 360 gradi, i titoli firmati da Paul Raschid e Aviary Studios hanno dimostrato a più riprese di meritare più “chiacchiera” sul web.

L’autore di Five Dates e The Complex, infatti, mette in scena opere decisamente degne di nota. La sua ultima opera, pur mantenendo intatti i canoni, cambia decisamente tema. Non più marcata la ricerca dell’anima gemella, e frenata anche la vena sci-fi; Raschid sceglie i ben più scottanti temi politici per il suo ultimo lavoro, The Gallery.

The Gallery

Critico d’arte oppure…?

Il setting di The Gallery si dirama in due linee temporali, nel 1981 e 40 anni dopo, nel “presente” 2021, eppure rimane intrecciato. Starà al giocatore scegliere l’epoca da seguire, ma essenzialmente entrambi i playthrough sono caratterizzati dallo stesso incipit. Nei panni del titolare di una galleria di Londra (uomo nel 2021, donna nell’81), il protagonista scelto si ritroverà vittima di un sequestro “in casa”. Il criminale di turno, fissato e ferrato con l’arte, ha intenzione di lanciare un messaggio a tutta l’Inghilterra, scontento della (fittizia) situazione politica e ideologica dell’intero paese.

A noi videogiocatori il timone. Come accade nelle avventure grafiche del calibro di The Walking Dead targate Telltale, spetterà allo spettatore prendere le decisioni più importanti della storia e dialogare con i personaggi che ci staranno intorno. Ciò comporta provare sin da subito una certa empatia per il protagonista e mettersi nei suoi panni per comprenderne i sentimenti. Allo stesso tempo, si potrà plasmare il corso degli eventi a nostro piacimento, o quantomeno con quello che riterremo giusto far pronunciare al protagonista.

The Gallery

Il potere è nelle tue mani

Le nostre scelte da vita quotidiana, per così dire, potrebbero compromettere la nostra sicurezza. Potrebbero far allontanare qualcuno che potrebbe aiutare o mettere nei guai l’intero cast. Il tutto però mettendoci anche nei panni dell’antagonista. The Gallery riesce magistralmente a far entrare il giocatore nella testa di un sociopatico, un pazzo criminale con, però, una sua ideologia.

Con volontà e soluzioni per cambiare una situazione politica sgradita, che sia dipingendo un semplice quadro per lanciare un messaggio o un vero e proprio attacco alle istituzioni a suon di bombe. Un criminale che combatte per cambiare le cose contro un cittadino onesto costretto a subire passivamente le ingiustizie del mondo moderno. E starà a noi e noi soltanto scegliere da che parte stare.

Ma c’è qualche però…

Tutto bellissimo, insomma. Se non fosse per delle pecche non indifferenti. Per cominciare, nonostante apprezziamo la durata di un’ora circa per “partita”, non possiamo che criticare i tempi morti che si vanno malauguratamente a creare in determinati playthrough. Momenti che per alcune delle storie proposte fanno meno che da cornice; lenti e che non aggiungono né spessore alla trama né pezzi per il puzzle della scena finale. Pochi, ma ci sono.

Un’altra critica che siamo costretti a smuovere a The Gallery riguarda la recitazione nel suo complesso. Personalmente ho trovato forzatissimi alcuni dialoghi in cui – nella partita nei panni di Morgan – si evidenziava come fossimo nel passato. Frasi del calibro “guarda che siamo negli anni Ottanta”; o peggio outfit e presentazioni di personaggi secondari e terziari che richiamano al passato in maniera troppo palese. Come se vi trovaste a Napoli e il primo che passa vi proponesse di andare a mangiare “na pizza e ‘na muzzarell uè uè” (chi scrive è campano, quindi non linciateci n.d.R.).

In generale, non ci sentiamo di promuovere a pieni voti la capacità di recitazione dell’intero cast. Fortunatamente almeno i quattro protagonisti – due per ogni linea temporale – sono attori bravissimi e molto convincenti, specialmente George Blagden nei panni di Dorian. Tuttavia una piccola parte del cast, in determinate scene, rimane impassibile, inespressiva e molto poco credibile nel parlato. Per questa ragione è quasi impossibile riuscire a provare empatia per la sfera secondaria dei personaggi, che hanno poco screen time e ancora meno spessore.

The Gallery

Focalizzandoci sul gioco vero e proprio, The Gallery propone il giusto numero di scelte ai giocatori, che verranno ricompensati con finali sempre diversi. Per la precisione sei nel 2021 e addirittura dodici nel 1981. Ogni scelta, con il suo conseguente finale, viene influenzata dal livello di rapporto (da un punto a sei punti). Questo può salire o scendere, a seconda dei nostri comportamenti.

Né i comandi né tanto meno l’interfaccia utente sembrano distaccarsi troppo dai capitoli (o per meglio dire dai film) precedenti. Vi diamo inoltre un prezioso consiglio: usate la croce direzionale per selezionare le voci, non affidatevi mai allo stick analogico. In più occasioni la sensibilità sbarazzina della levetta ha parlato al posto nostro.

Trofeisticamente parlando: dammi il copione e ci penso io

L’elenco trofei di The Gallery propone un Platino intuitivo da sbloccare. Anche se, qualora decidiate di ottenerlo in modo tradizionale, potrebbe venire a noia per via del ripetersi di scene viste e riviste. Per completare la lista, al giocatore viene chiesto di compiere azioni ben precise e fare scelte mirate per ogni partita, ma guida alla mano afferrare il Platino di The Gallery non richiederà più di cinque ore. Suggeriamo comunque di fare una giocata “pulita” per entrambe le timeline, così da non rovinarvi la storia.

VERDETTO

The Gallery è un prodotto bizzarro. Appassionante, ben strutturato e con tante scelte e altrettanti finali calzanti per il nostro personalissimo stile. Alcune scene aprono la mente, mostrano al giocatore anche l’altra faccia della medaglia; altre ancora creano empatia con gli antagonisti. Ma altri fattori ben più importanti, quali recitazione poco credibile e setting temporali forzatamente marcati, smorzano l’entusiasmo. Tuttavia, The Gallery è un prodotto diviso in due film i quali, seppur presentati con stessa cornice, hanno un carattere degno di essere esposto in una galleria d’arte.

Guida ai Voti

Andrea Letizia
Cresciuto a pane, Kamehameha e Crash Bandicoot, inglesizzato grazie a Kingdom Hearts. Grande amante degli action RPG e dei platform, dei cani e del wrestling.