Remote Life – Recensione

Sviluppatore: Next Game Level Publisher: Ratalaika Games Piattaforma: PS4 (disponibile anche per PS5) Genere: Bullet Hell Giocatori: 1 PEGI: 16 Prezzo: 17,99 € Italiano:

Sviluppato dall’italianissimo Next Game Level, Remote Life arriva su ogni piattaforme e se ne prende anche i meriti. Pubblicato da Ratalaika Games, ci ritroveremo per le mani un titolo non totalmente semplicissimo ma che può anche essere una bella aggiunta alla bacheca dei cacciatori di trofei grazie al suo Platino molto accessibile. Ma procediamo con calma. Oltre che ad essere un titolo dal facilmente raggiungibile trofeo di Platino, Remote Life è un ottimo titolo sparatutto bullet hell. Quindi mettetevi comodi e gustatevi questa recensione.

Space Oddity

Un po’ come la famosissima canzone di David Bowie, ci ritroveremo a controllare uno dei piloti più esperti che il pianeta Terra abbia da offrire, John Leone. Quest’ultimo sarà impegnato nella distruzione di un’enorme nave extra-terrestre in avvicinamento al pianeta e pronto a conquistarlo. Il coraggioso pilota si lancerà, dunque, nel devasto più totale cercando di fermare la nave dall’interno e con il supporto dalla base riguardo ogni cosa che avverrà nello spazio.

La cosa veramente simpatica del titolo è che tutto sarà narrato con le voci sintetiche simil-Assistente di Google, che all’inizio vi faranno storcere un po’ il naso, ma poi penserete al lavoro svolto dallo sviluppatore dal lato in-game e vi farete una risata di stima pensando a tutta la bontà del suo lavoro.

Unica pecca, questa volta forse anche grave, è che il titolo non presenterà la lingua italiana pur essendo stato sviluppato totalmente da un italiano.

Inferno di proiettili

Indubbiamente la parte veramente importante del titolo è il gameplay. Ci ritroveremo davanti a, forse, uno dei migliori sparatutto bullet hell degli ultimi anni. Il giocatore controllerà la navicella di John Leone, armata con tre tipologie di armi diverse e tante altre da raccogliere durante i livelli. Si passerà da mitragliatrici al plasma, raggi distruttori, proiettili che si divideranno, razzi e quant’altro. Oltre ciò ci sarà degli upgrade temporanei che vi daranno supporto durante i vari livelli. Torrette, bolas che vi circonderanno e difenderanno, mine, bombe e simili. Non ci saranno i classici punteggi da battere ma ci saranno gradi da raggiungere e che permetteranno di sbloccare navicelle aggiuntive da utilizzare in-game.

A questo piccolo arsenale apocalittico si aggiungeranno anche la schiera di proiettili vaganti dei nemici che renderanno un vero inferno la vostra avanzata, anche alle difficoltà più basse. Il titolo si presenta curato anche nelle scenografie, lugubri e in pieno stile Alien, con una piccola deviazione nel body horror di Cronenberg o di Tsukamoto con corpi alieni deturpati, elementi meccanici simil organi umani e tanto altro. I livelli si alterneranno in quelli in cui bisognerà avanzare fino al boss finale, a missioni di scorta, fino a livelli esplorativi, quindi di noia non ce n’è neanche l’ombra.

Musica per le mie orecchie

Menzione d’onore anche al comparto sonoro del titolo, che accompagnerà il giocatore in questa inaspettata avventura sparatutto. Basata su suoni elettronici e dubstep, il comparto sonoro non risulterà mai invasivo, anzi calzerà sempre a pennello con gli scenari e le fasi di gioco, che ricordiamo essere anch’esse curate nei minimi dettagli. Suoni, scenografie e gameplay ci fanno sembrare assurdo che Next Game Level, al secolo Mario Malagrino, possa essere agli albori della sua carriera.

Anche con una buona dose di rigiocabilità, Remote Life è un titolo da tenere realmente in considerazione, se si è amanti del genere e non.

Trofeisticamente parlando: Remote Platinum

Arrivare alla coppa di Platino di Remote Life sarà come passeggiare su un sentiero in salita, senza particolari ostacoli. Non ci saranno trofei di miscellanea o relativi a collezionabili. Ciò che bisognerà fare sarà solo terminare il gioco e le sue diciassette missioni, insieme all’ultimo trofeo vi ritroverete in bacheca anche un nuovo scintillante Platino. La difficoltà sarà proprio relativa al completamento del gioco, che darà filo da torcere anche ai cacciatori più provetti. DING!

VERDETTO

Remote Life è una piacevolissima sorpresa e anche una bella deviazione per chi non ha mai giocato titoli bullet hell. Curato in ogni minimo dettaglio, dalla scenografia al gameplay fino ad arrivare alla colonna sonora, il titolo farà passare un paio d'ore diverse ai giocatori occasionali e magari sbloccare un nuovo e soddisfacente platino ai cacciatori di trofei. Menzione d'onore al suo italianissimo sviluppatore, Mario Malagrino e al fantastico lavoro svolto.

Guida ai Voti

Raffaele Verde
Anche se i videogiochi sono la sua passione, fin dalla tenera età, continua, ancora oggi a cercare di capirci qualcosa, ovviamente senza riuscirci.