Il disastro nucleare di Chernobyl è un tema tanto drammatico quanto affascinante, vista l’unicità e la portata dell’evento nella storia dell’umanità. I ragazzi di Art Games Studio S.A. lo hanno capito e hanno deciso di ambientare il proprio videogioco nella zona di alienazione attorno alla centrale, dopo l’esplosione del reattore quattro. La struttura in cui si svolge S.W.A.N.: Chernobyl Unexplored, però, è stata tenuta segreta dalle autorità sovietiche ed esclusa dalle procedure di evacuazione. Perché? Scopritelo nella nostra recensione!
Esperimenti pericolosi
Veniamo introdotti alla trama principale da un lungo filmato, con immagini reali che mostrano il reattore esploso. Non è tutto però, perché si susseguono anche diverse scene dedicate alla macabra struttura che andremo a esplorare. Primi minuti da brivido, con una voce narrante che ci introdurrà nel mondo di S.W.A.N.: Chernobyl Unexplored. Nell’avventura vestiremo i panni di un membro di una squadra di soccorso che, suo malgrado, dovrà avventurarsi in questo ospedale abbandonato nei pressi di Chernobyl alla ricerca dei suoi compagni.
Dopo pochi minuti però, ci sarà chiaro che quello che stiamo visitando non è un posto comune, dimenticato per caso durante le procedure di evacuazione successive al disastro nucleare. La struttura veniva infatti utilizzata per esperimenti macabri e, spesso, con risultati la cui natura va ben oltre l’umana comprensione. Il crudele professor Kaydanovskiy, fondatore del centro, è responsabile di tutto ciò. Trovarlo potrebbe essere l’unica via per sopravvivere e salvare i nostri compagni.
Il disastro nucleare, insomma, fa solo da sfondo alle vicende del titolo. La trama, che sfocia fin da subito nel paranormale, è intricata ma allo stesso tempo molto affascinante. S.W.A.N.: Chernobyl Unexplored è riuscito a mantenere il nostro interesse alto dall’inizio alla fine, sorprendendoci anche con diversi colpi di scena. La narrazione non è sempre perfetta, forse inutilmente complessa e poco chiara in alcuni tratti, ma ci ha comunque intrattenuto e incuriosito per tutta la durata del gioco.
Tecnologia sovietica
Proprio come per la trama, S.W.A.N.: Chernobyl Unexplored alterna, nel gameplay, ottime intuizioni a trovate decisamente meno riuscite. Ma andiamo con ordine. Stiamo parlando di un’avventura in prima persona, suddivisa in tre fasi: esplorazione, risoluzione di enigmi e sparatutto. Le prime due sono assolutamente promosse, a tratti sorprendenti. L’esplorazione non è nulla che non sia stato già visto e sperimentato nel genere, eppure riesce sempre a mettere venire i brividi. Ve lo anticipiamo, sono tanti i jumpscare e quasi tutti hanno raggiunto il loro scopo.
Un’altra meccanica ben implementata, è quella degli enigmi. Anche in questo caso non parliamo di nulla di inedito per il genere, ma di un lavoro comunque originale e mai noioso. I contenuti sono presenti in quantità modesta, vista la manciata d’ore necessaria a portare a termine il gioco (non più di tre o quattro), ma si lasciano giocare con piacere. C’è anche qualche segreto, nascosto tra le stanze e i corridoi dell’ospedale, da scovare a tutti i costi se siete a caccia del Platino.
Ciò che invece ci ha convinto veramente poco, invece, sono le fasi di shooting. Avremmo volentieri fatto a meno di queste parti che si rivelano più d’intralcio che altro. La loro pessima realizzazione le rende incredibilmente frustranti e tremende, sia da vedere che da giocare. Spesso, vi ritroverete a morire più volte per colpa di spawn dei nemici improvvisi e imprevedibili. I dispositivi sovietici, da utilizzare come armi, non avranno alcuna solta di rinculo, con una mira spesso imprecisa e comandi non sempre “user-friendly”. Quando vi imbatterete in questi momenti, insomma, non vedrete l’ora di passare alla fase successiva.
Disastro nucleare?
Se le fasi di shooting sono pessime, è anche colpa della pochezza del comparto tecnico. Per molti aspetti, S.W.A.N.: Chernobyl Unexplored sembra arrivare da un paio di generazioni fa: animazioni, modelli, menù di gioco, effetti grafici e anche diversi scenari fin troppo spogli. Allo stesso tempo, la grafica non sempre perfetta e pulita, rende il gioco ancor più inquietante. Alcune creature, pur essendo totalmente inoffensive, riescono davvero a far venire i brividi. Nonostante un lavoro non tecnicamente eccelso, quindi, non mancano le idee e la cura in alcuni dettagli.
Abbiamo apprezzato molto lo stile dell’ambientazione, ad esempio. Se avete visto qualche documentario su Chernobyl, vi sembrerà davvero di visitare una struttura dell’Ucraina anni Ottanta. Luci e ombre anche per quanto riguarda il comparto audio. Ci hanno convinto musiche ed effetti sonori, un po’ meno il doppiaggio, con interpretazioni non sempre credibili. Purtroppo il gioco è localizzato solo in lingua inglese. Un ostacolo importante, considerando anche la discreta mole di note da leggere per comprendere al meglio la trama.
Trofeisticamente parlando: attento alle radiazioni
L’elenco trofei di S.W.A.N.: Chernobyl Unexplored può rivelarsi un titolo interessante per ogni cacciatore. L’unico vero ostacolo verso il Platino è rappresentato dal trofeo che richiede di completare l’avventura senza mai morire. Le fasi di shooting non precisissime non vi aiuteranno, ma vista la breve durata dell’avventura non dovreste avere particolari problemi con un po’ di pratica. I collezionabili sono piuttosto semplici da scovare, al contrario dei cinque segreti ben nascosti all’interno della struttura.