Home ConsoleNews PS4Spirit of the North, ecco le leggende che hanno ispirato il gioco

Spirit of the North, ecco le leggende che hanno ispirato il gioco

Uno dei progetti più onirici e interessanti dello scorso inverno è stato sicuramente Spirit of the North, opera di Infuse Studio che ci mette nei panni di una magnifica volpe per portarci in un mondo ricco di magia nordica, analizzato a fondo proprio dal team di sviluppo.

Il folklore che ha ispirato Spirit of the North si basa sulla leggenda finlandese di Tulikettu. Secondo la leggenda, quando la Volpe di Fuoco corre sulle colline innevate, il pelo della sua coda passa sulle rocce facendo scaturire delle scintille. Queste faville di luce salgono verso il cielo e danno vita all’aurora boreale. La parola finlandese che significa aurora boreale, “revontulet”, significa “fuochi della volpe”.

I megaliti, o pietre runiche, sono un’altra grande ispirazione per il gioco; il team li ha resi oggetti fantastici con cui interagire e da usare come obiettivi o enigmi. La maggior parte dei megaliti storici si trova in Scandinavia, cosa che permette loro di rientrare molto bene nella tematica principale di Spirit of the North. L’ambientazione di Spirit of the North si ispira molto ai paesaggi islandesi. Tayler (co-sviluppatore del team) ha visitato l’Islanda nel 2017 e si è lasciato ispirare da questi incredibili paesaggi. Sabbia nera, colonne esagonali di basalto, pianure senza alberi, ghiacciai azzurri e pozze geotermiche sono tutti rientrati negli elementi del gioco definitivo.

Il ragazzi del team di Infuse Studio, formato da due persone, ci ha messo circa due anni e mezzo per sviluppare e far uscire Spirit of the North. Nel corso di questo periodo, sono rimasti fedeli alla loro visione e all’ispirazione originale per realizzare, con Spirit of the North, un mondo in cui tutti possono rilassarsi e divertirsi. Vi ricordiamo che il gioco è già disponibile sullo store dallo scorso 1° novembre e vi lasciamo al trailer di lancio ufficiale del titolo.

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Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.