Abbiamo riavvolto il nastro per una recensione Speedrun di TAPE: Unveil the Memories. Il nuovo, enigmatico titolo di BlackChiliGoat Studios, pubblicato dal’editore Gammara Nest, punta a coinvolgere i giocatori con tematiche importanti e una trama intricata.
Be kind, rewind
Se poteste lasciare un messaggio ai vostri cari, cosa direste? Ma soprattutto, cerchereste di cambiare qualcosa nella vostra vita, sfruttando questa occasione? A questa domanda, a metà tra il reale e il fantascientifico, risponde in parte TAPE: Unveil the Memories. Nel titolo si vestono i panni della giovane Iria, residente nella piccola città spagnola (immaginaria) di Antumbria.
La giovane trascorre una vita tranquilla, fino a quando una sera non trova una videocassetta realizzata dal padre e indirizzata a lei. Nel breve nastro, il genitore chiede aiuto alla figlia per uscire da una situazione complessa, dato che si trova in un ospedale, inseguito da quello che sembra essere un mostro. L’intera questione è decisamente nebulosa, ma Iria vuole vederci chiaro. Inizia così un viaggio quasi onirico, passando dall’ospedale alla casa d’infanzia della ragazza, per concludersi con un epico e travolgente finale.
Nel corso dell’avventura di TAPE: Unveil the Memories vengono toccate però tantissime tematiche. Senza rivelarvi la trama, vero cuore pulsante dell’esperienza, sappiate che si parlerà ampiamente di pedofilia, violenza domestica e altri argomenti scottanti. Proprio per questo i ragazzi di BlackChiliGoat hanno inserito un disclaimer iniziale, che permette di evitare i momenti più duri in caso di sensibilità del giocatore. Interessante anche la presenza (che vi sveliamo con un piccolo spoiler) di una funzione finale Director’s Cut per poter visionare rapidamente tutti i finali multipli presenti, segno che la narrazione svolge davvero un ruolo chiave nel gioco.
Ciak, si gira!
Il gameplay, se paragonato a una trama piena di argomenti interessanti, risulta decisamente più povero. Il giocatore interpreta in prima persona Iria, muovendosi in ambienti realizzati con una grafica risalente alla scorsa generazione di console. Nelle varie macro aree sono presenti una serie di stanze da esplorare, contenenti di solito piccoli enigmi e oggetti per proseguire. Oltre a questo, non troverete altro, se non una sfilza di collezionabili che richiamano il cinema, lo spettacolo e l’infanzia d’Iria e che fanno di fatto da aggiunta alla lore.
Esiste, a dire il vero, un altro elemento che mira a complicare il gioco. Di tanto in tanto fa infatti la sua comparsa un mostro, un enorme creatura che al posto degli occhi ha gli obiettivi di una cinepresa. Questo essere pattuglia determinate zone e, se ci vedrà, ci afferrerà strangolandoci e causando un game over. In caso di morte della protagonista si deve quindi ricominciare l’ultima sessione. Seppur ben contestualizzato (il fatto che il mostro abbia gli “occhi” rossi di una cinepresa è collegato alla trama) questo elemento è più un disturbo che una sfida. Molto spesso infatti basta correre per evitarlo, ma l’esplorazione di alcune aree viene così compromessa.
Discreto il comparto tecnico del gioco: la grafica non brilla mai, le animazioni sono legnose e gli ambienti piatti e monotoni. Nonostante questo, la maggior parte delle scelte artistiche sono azzeccate e ben inserite nel gioco. Alcuni scorci, con corridoi psichedelici e pieni di elementi a metà tra l’onirico e il quadro surreale, sono davvero impressionanti. Deludente invece la colonna sonora, quasi totalmente assente o dimenticabile. Buono invece il doppiaggio, nonostante il gioco sia solo in spagnolo e sottotitolato in inglese. Chiudiamo con un accenno alla longevità, che risulta essere nella media: terminare l’avventura richiede circa cinque ore, scoprendo tutto (o quasi) ciò che TAPE: Unveil the Memories ha da offrire.
Trofeisticamente parlando: una pellicola piena di collezionabili
Se pensate che un gioco basato quasi totalmente sul l’esplorazione possa avere un Platino facile e rapido, dovrete ricredervi. La lista trofei di TAPE: Unveil the Memories infatti richiede di trovare ogni collezionabile nascosto (ve lo anticipiamo, sono davvero tanti) e vedere tutti i finali. Un’impresa che forse in pochi riusciranno a completare senza abbandonare il gioco.