Tchia – Recensione

Sviluppatore: Awaceb Publisher: Kepler Interactive Piattaforma: PS5 (disponibile anche per PS4) Genere: Sandbox Giocatori: 1 PEGI: 7 Prezzo: 26,99 € Italiano: Sottotitoli

Ci sono opere videoludiche che colpiscono, ancor prima di vedere la luce e che, in qualche modo, riescono a brillare di luce propria. Ispirato alla Nuova Caledonia, il mondo di Tchia si dipana in un paio di isolette dell’Oceano Pacifico, patria dei cofondatori di Awaceb. Traendo ispirazione dai ricchi e variopinti paesaggi, dalle culture, dalle musiche e dal folklore locali, prende vita questo mondo immaginario, che riesce a raccontare una storia semplice e lineare, facile da comprendere ed apprezzare. Ma vediamo assieme nel dettaglio cosa sono stati in grado di creare Awaceb e Kepler Interactive e quanto effettivamente ci abbia colpito.

Il piacere delle tradizioni

La storia prende piede in un rifugio per orfani e bambini smarriti, duramente colpiti dalla vita, ma ciononostante, sorridenti, gioviali e solidali. Dopo un breve filmato in cui si viene a conoscenza del loro esatto numero, 79, e di un allegro e lauto pasto, la scena si sposta attorno ad un falò. Proprio qui, un’anziana e rassicurante signora prenderà posto e comincerà a raccontare la storia della nostra intrepida protagonista.

C’era una volta Tchia, una giovane ragazza che viveva con suo padre in una piccola isoletta della Nuova Caledonia. Il giorno del suo compleanno le viene donata una fionda, uno strumento che assumerà un’importanza centrale durante il proseguo della sua avventura. Dopo aver cenato e cantato in compagnia del papà, il mattino seguente, giunge un caro amico di nome Tre, portando doni e provviste. Per tradizione Tchia aiuta il padre a preparare la coutomè, allo scopo di ringraziare chi presta aiuto, un simbolo di rispetto ed amicizia reciproci. Tre le dona un fiore di tiarè, collocandolo sull’orecchio destro.

L’atmosfera pacifica e serena, ben presto, sarà spazzata via dall’arrivo Pwi Dua, braccio destro del tiranno Meavora, salito al potere da 12 anni. Il suo arrivo ha come conseguenza il rapimento del padre di Tchia che, grazie alla tempestività di Tre, sarà portata in salvo nel suo accampamento. Dopo qualche giorno Tre farà dono alla ragazza, ormai decisa a salvare il papà, della sua barca, di una torcia e di una bussola. Con questi strumenti, animati dalla coraggiosa decisione e dall’immancabile appoggio di Tre, partirà la nostra avventura insulare.

Ovunque, in qualunque modo

La bellezza e la particolarità del gioco sta proprio nel suo modo di interpretare e sondare il tema del viaggio. Grazie a tante piccole accortezze e un’esemplare varietà di metodi esplorativi, il titolo risulta piacevole non solo alla vista, ma anche per il gameplay. Avremo la possibilità di saltare, scivolare, nuotare e planare in maniera del tutto libera. Inoltre, andare alla ricerca dei vari collezionabili, tra cui ninnoli e perle, e potenziare gradualmente la nostra intrepida protagonista sarà piacevole e rilassante.

Ogni sezione di gioco, infatti, sarà permeata da questa atmosfera salubre e balsamica, che rendono il gameplay unico e stimolante. Naturalmente, non manca uno sfondo narrativo ben strutturato, che fa da cornice alla nostra avventura, una storia che ci pervade e trascina sempre più profondamente nella cultura e nelle usanze della Nuova Caledonia.

Uno dei punti cardine dell’intero gioco e se vogliamo, una delle meccaniche più interessanti, sarà quella del salto dell’anima. Si tratta di una particolare abilità che ci permette di possedere praticamente qualsiasi cosa, animata e non. Potremo diventare dei sassi, delle bottiglie, delle ruote, o degli animali, di ogni specie. Potremo decidere di sorvolare i cieli come uccelli, di scandagliare i fondali marini come pesci e persino scavare buche come cani e cinghiali.

Questa meravigliosa abilità non possiede limiti, se non quelli temporali, che dovremo allungare visitando specifici santuari, ai quali accederemo intagliando un totem da collocare dinanzi all’ingresso, il più similare possibile a quello raffigurato. All’interno di suddetti santuari dovremo superare talune sfide e raggiungere il frutto dell’anima situato alla fine, che allungherà la durata dell’abilità stessa.

Magie musicali

Ogni missione principale sarà contraddistinta da un interessante miscela di gameplay e momenti evocativi. Questi ultimi hanno come protagonista il nostro fedele ukulele, che Tchia può suonare in qualsiasi momento, grazie ad un sistema simile a quello di The Last of Us Parte II. Durante le missioni, le melodie si faranno sempre più complesse e si potrà cercare di prendere ogni accordo col giusto tempismo, in stile Guitar Hero, o impostare la riproduzione automatica e goderci il momento in totale tranquillità.

Legata all’ukulele vi è un’altra curiosa meccanica, quella delle melodie dell’anima. Note messe in sequenza che hanno il potere di cambiare l’ambiente circostante. Queste infatti permettono di passare dal giorno alla notte, far apparire uno specifico animale o evocare una bolla d’aria con cui respirare sott’acqua. Si possono sbloccare nuove melodie completando con successo un mini gioco in cui dovremo impilare delle pietre, in pieno stile Assassin’s Creed Valhalla.

L’obiettivo ultimo della nostra giovane eroina sarà quello di cercare un modo per liberare il padre e, al tempo stesso, l’intera penisola. Non ci sono armi, tutto quello che faremo sarà scagliare sassi con la nostra fionda o possedere lanterne da scagliare contro il principale nemico che affronteremo, i Maano, soldati di stoffa senza anima creati dal tiranno dell’isola. Nonostante ciò, Tchia si presenta come un’avventura in terza persona pacifica ed amichevole, con pochissime tracce di conflitto e violenza. Non vi sono neanche barre di salute, o un combat system vero e proprio: del resto, a cosa servirebbero?

Tutto sarà incentrato sulla gestione della stamina, che si andrà pian piano prosciugando per ogni azione che richieda uno sforzo, come la planata o la scalata. Quando questa si esaurirà, Tchia semplicemente sverrà e si risveglierà al falò più vicino. Potremo però pian piano potenziare la nostra stamina mangiando specifici frutti sparsi per l’isola. Sempre strizzando l’occhio ai classici Assassin’s Creed, per scoprire e svelare i vari punti di interesse nella mappa, basterà raggiungere un punto di osservazione e premere l’apposito tasto per urlare.

Un viaggio magico ed evocativo

Sin dalle prime ore di gioco, Tchia ci insegna che la convivialità e la condivisione sono i requisiti necessari per vivere in armonia e serenità. Il tutto viene trasposto e rimarcato dal design con il quale è stato realizzato il mondo di gioco. Il piccolo team di sviluppo è stato in grado di realizzare un ambiente bello, ricco, ma soprattutto saturo di cura e amore. Ci ritroviamo in un piccolo arcipelago dai colori vivaci, avvolto da un’atmosfera che trasuda pace e relax. Ogni volta che ci imbattiamo in un bellissimo tramonto, non si riesce a fare a meno di soffermarsi per ammirarlo.

La delicatezza con il quale il sole soavemente si appresta a scomparire all’orizzonte regala una sensazione di benessere unica ed irripetibile. Il rumore delle onde, le increspature del mare, gli animali che ci passano a fianco, il vento che smuove le chiome degli alberi: tutto è rigorosamente studiato per infondere calma e pacatezza. Si potrebbe tranquillamente affermare che Tchia è più di un semplice sandbox: è una vera e propria esperienza sensoriale.

La magia del titolo è inoltre rafforzata dalle evocative e suggestive musiche tipiche del luogo e dai personaggi doppiati dai talenti locali in francese e drehu, le lingue più diffuse nella Nuova Caledonia. Tale musicalità, così come il design stesso, crea un’esperienza videoludica unica e coinvolgente, che trascende la ripetitività delle azioni in game.

Trofeisticamente parlando

La lista trofei di Tchia è composta da 22 coppe di cui 7 d’oro, 10 d’argento, 4 di bronzo e ovviamente, il Platino. L’ottenimento di quest’ultimo porterà i giocatori ad esplorare ogni singolo anfratto del mondo di gioco per completarlo al 100%. In una quarantina di ore circa si dovrebbe essere in grado di ottenere la tanto ambita coppa blu. Si tratta comunque di una sfida alla portata di tutti i cacciatori.

VERDETTO

Tchia è un'esperienza videoludica intensa, che riesce in maniera impeccabile a rimarcare quelli che sono i valori più importanti della vita, come l’amore e la condivisione. Amare e rispettare la natura, porgere l'altra guancia e condividere sono infatti alla base di una vita sana e serena. Pur non avendo una grandissima varietà di cose da fare, Tchia è in grado di penetrare i cuori più recalcitranti, regalando sorrisi e sensazioni pure. Per questo motivo, consigliamo caldamente Tchia a tutti coloro che vogliano affrontare un videogioco in grado di toccare le corde dell'anima, sacrificando magari un po' d'azione e d'intensità. Se questo è il vostro caso, il regalo migliore che potete farvi è un viaggio su un'isola di Nuova Caledonia.

Guida ai Voti

Giuseppe Annoscia
Accanito lettore, grande appassionato di sport e videogiochi da che ha memoria (per mascherare il fatto che non lo ricordi), di tanto in tanto attore e ballerino. Sembrerebbero menzogne, ma Giuseppe assicura personalmente che non lo sono. Articolista diligente , ligio e operoso , sempre disponibile e attivo (tranne quando riposa le sue stanche membra). Nel tempo libero si dedica alla sua più grande passione: i PLATINI, difatti lui crede non ci sia soddisfazione maggiore che centare un game (a parte coccolare i suoi 3 gattini).