The Dark Eye: Chains of Satinav – Recensione Speedrun

Sviluppatore: Daedalic Entertainment Publisher: Daedalic Entertainment Piattaforma: PS4 Genere: Punta e Clicca Giocatori: 1 PEGI: 16 Prezzo: 19,99 € Italiano:

The Dark Eye: Chains of Satinav è protagonista della nostra nuova recensione Speedrun. Daedalic Entertainment, dopo aver regalato agli appassionati di punta e clicca emozioni con la serie Deponia e molte altre opere, torna alle tematiche oscure con questa grande avventura.

L’occhio oscuro

Come in ogni punta e clicca che si rispetti, anche in The Dark Eye: Chains of Satinav la trama riveste un ruolo fondamentale.

Siamo ad Andergast, dove il Re Efferdan attende una visita di stato da alcuni dignitari di alto rango. Per secoli, il regno è stato in contrasto col vicino Nostria, ma ora stanno per essere posati i primi mattoni di una pace duratura.

Un’invasione di corvi però turba il re. I volatili mostrano un’insolita aggressività, attaccando persino gli umani. Alcuni cittadini di Andergast giurano addirittura che i corvi siano la causa dei loro oscuri incubi. Con l’ingresso delle aggressive creature anche nel castello, il re decide di rivolgersi a un bravo acchiappauccelli.

Il novello Ace Ventura Geron fiuta la ghiotta chance di dimostrare di non meritare la sua reputazione. Il ragazzo viene infatti definito un portatore di iella, ma vuole cambiare il suo status aiutando il re. Prende così il via un’avventura incredibile, che porta Geron a scoprire un mondo fantasy ricco di carattere. Gli autori del gioco, del resto, sono gli stessi del gioco di ruolo cartaceo The Dark Eye. Nessuna sorpresa quindi che la narrazione scorra come in buon libro.

Non stupisce quindi che sia presente la tematica dell’eroe denigrato che si erge a paladino. Confermata anche la presenza di legami tra personaggi, soprattutto tra il protagonista e la fata che lo accompagna. Tutto comunque, senza farvi troppi spoiler, si dipana molto bene senza mai annoiare il giocatore.

Punti e clicchi

A livello di gameplay Chains of Satinav, proprio come il suo successore Memoria, è un punta e clicca di stampo classico. Il giocatore può osservare e interagire con certi punti dell’ambiente e usare oggetti dalla sua tasca per risolvere gli enigmi. Sono anche presenti degli scontri tra persone, da risolvere però in maniera pacifica. Non aspettatevi quindi momenti action o stravolgimenti di stile.

Nonostante il lancio recente su console, infatti, Chains of Satinav risale al lontano 2012. Non stupisce quindi che a distanza di quasi dieci anni alcune meccaniche risultino fin troppo scontate. Nonostante questo le sfide risultano sempre brillanti e in grado di impegnare la mente. Il titolo richiede infatti una certa concentrazione e una decina di ore per essere completato.

Il lato tecnico, come in ogni opera Daedalic che si rispetti, non è praticamente mai in discussione. Le ambientazioni cariche di dettagli sono realizzate a mano, con uno stile più “maturo” del già citato Deponia. I fan di questo sviluppatore non faranno fatica ad associare la grafica allo splendido The Whispered World, da cui Chains of Satinav prende in prestito anche lo stile della colonna sonora. Epiche musiche fantasy accompagnano la narrazione, che ha il pregio vantare testi localizzati in italiano. Niente da dire nemmeno relativamente alla trasposizione su PlayStation, che risulta fluida e con comandi pratici e intuitivi.

Trofeisticamente parlando: mi manchi, ma quanto mi manchi?

Punta e clicca fa da sempre rima (non baciata) con Platino facile. La lista trofei di The Dark Eye: Chains of Satinav non fa eccezione, regalando una sfida alla portata di tutti. Il vero, grande ostacolo è rappresentato dai numerosi trofei mancabili, per i quali suggeriamo attenzione e un’attenta pianificazione. Niente di drammatico comunque: nel peggiore dei casi vi toccherà una seconda run.

VERDETTO

The Dark Eye: Chains of Satinav è un punta e clicca valido, con una storia intrigante e tante sfide per stimolare la materia grigia dei giocatori. Il comparto tecnico sempre al top è un marchio di fabbrica di Daedalic, che non si concede però nessun vezzo. Anche così, comunque, Chains of Satinav fa la gioia degli appassionati del gioco di ruolo e riesce ad attirare l'attenzione anche di chi non conosce questo universo.

Guida ai Voti

Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.