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The Last Of Us Parte II: l’Outbreak Day cambia nome, grandi novità in arrivo

Tenendo conto tanto dell’emergenza mondiale legata al Covid-19 quanto dei cambiamenti avvenuti nel brand stesso con The Last Of Us Parte II, Naughty Dog ha annunciato la volontà di modificare il nome e gli intenti dell’Outbreak Day.

Attraverso i profili social, gli autori in forze presso Sony hanno spiegato che “negli ultimi sette anni, il 26 settembre è stata la nostra opportunità per celebrare l’incredibile passione della community di The Last Of Us. Tuttavia, pensando all’evento dello scorso anno e alle sfide che tutti noi continuiamo ad affrontare con il Covid-19, non ci sentivamo a nostro agio nel continuare a organizzare questo evento come Outbreak Day. Anche se il suo nome e quella data sono radicati nella narrazione del gioco, il 26 settembre per noi ha un significato ancora maggiore rispetto alla realtà di TLOU, si tratta di mostrare il nostro apprezzamento per i fan”.

Per queste motivazioni, da questo anno il 26 settembre verrà celebrato come The Last Of Us Day, “un nome che non riflette soltanto il mondo che ci circonda, ma anche la crescita della comunità dopo aver accolto milioni di nuovi giocatori con l’uscita di The Last Of Us Parte II” prosegue il messaggio.

Il 26 settembre 2019 era stata annunciata la data di lancio del gioco, salvo poi ritardarla, e anche quest’anno sembra che non mancheranno le sorprese: “Abbiamo un sacco di cose eccitanti in programma e non vediamo l’ora di condividerle con voi tra pochi giorni!”. Volendo lanciare qualche ipotesi, potrebbe trattarsi dell’annuncio della modalità multiplayer, o di una versione rimasterizzata di The Last Of Us Parte II per PlayStation 5. In attesa di eventuali conferme, vi rimandiamo alla nostra recensione di The Last Of Us Parte II.

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Maria Enrica
Grata dal 1994 ai videogiochi per sopperire a pigrizia e mancanza di fantasia, è stata svezzata da mamma Nintendo, allevata da Sony fin dalla prima PlayStation, cresciuta con un pad in mano e il Game Boy Advance nell'altra. Laureanda in Lettere classiche, avversa ai videogiochi in digitale, sogna per questo una casa dove custodire una collezione degna di tale nome.

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